II Giro di Sardegna vinto da Michelotto

II Giro di Sardegna vinto da Michelotto La corsa si è conclusa a Roma II Giro di Sardegna vinto da Michelotto Nell'ultima tappa successo di Casalini - Un gruppo di minatori ha cercato di fermare i ciclisti (Dal nostro inviato speciale) Roma, 1 marzo. Claudio Michelotto ha vinto il Giro di Sardegna, giungendo sul traguardo dell'ultima tappa, la Torrenieri-Roma, confuso nel gruppo, a fianco del suo rivale Polidori, e conservando quindi il margine di 31" che lo separava dal marchigiano. L'ultima volata della corsa, sul continente, ha portato alla ribalta Casalini, un gregario di Adorni, davanti a Milioli, Dancelli, Tartoni ed altri tre componenti di una pattuglia di avanguardia che ha preceduto l'arrivo del plotone di 53". Il successo di Casalini è stato più il frutto dell'indescrivibile confusione che ha contrassegnato l'epilogo della gara, che non di una effettiva superiorità del ciclista emiliano sui compagni di avventura, tra i quali erano velocisti ben più quotati come Dancelli e Milioli. Alle porte di Roma una deviazione per lavori in corso non segnalata ha convogliato su una strada sbagliata buona parte delle macchine del seguito. I pochi che hanno avuto la fortuna di restare sul percorso e di precedere i corridori all'arrivo, sono stati testimoni dell'errore che è costato a Dancelli una probabile vittoria. Le disposizioni degli organizzatori prevedevano in caso di pioggia l'arrivo sul viale della Tecnica, di fronte al Velodromo Olimpico anziché sulla pista. Il traguardo è stato invece piazzato a sorpresa sul viale Oceano Pacifico, cioè in luogo diverso da quello scritto sui programmi ufficiali: Dancelli, quando ha visto 10 striscione, ha creduto si trattasse dell'indicazione dell'ultimo chilometro, e non è scattato, facendosi precedere dal più attento Casalini ed anche da Milioli. La confusione per l'ingresso in Roma e lo sprint finale sono stati le uniche emozioni di una tappa fiacca, deludente, andata avanti per chilometri e chilometri sotto la pioggia ad un ritmo lentissimo e senza un'ombra di lotta, tanto da indurre la maggioranza dei giornalisti al seguito a votare scheda bianca nel quotidiano referendum per il corridore più combattivo. I soli episodi degni di nota sono ai margini della corsa, e si riferiscono soprattutto ad un tentativo fallito di fermare il Giro di Sardegna, da parte di un gruppo di minatori in sciopero. Da tempo i lavoratori delle industrie minerarie del Monte Amiata sono in agitazione per una serie di licenziamenti. Un gruppo di minatori disoccupati aveva deciso di attirare l'attenzione dell'opinione pubblica su questi gravissimi problemi, attendendo il Giro di Sardegna al passaggio da Abbadia San Salvatore, ed impedendo ai corridori di proseguire. Di fronte a questo pericolo le autorità di polizia hanno dirottato la carovana del Giro su un'altra strada, escludendo la salita di Abbadia San Salvatore, e dribblando quindi — con una riduzione di 16 chilometri del percorso — l'agitazione dei minatori. Dopo questo episodio tutto è filato liscio, troppo liscio, nella tappa conclusiva del Giro di Sardegna. La corsa però avrà uno strascico per quanto si riferisce al controllo anti-doping. Due fra i corridori in gara sarebbero infatti risultati « positivi » al controllo effettuato dopo la tappa di Nuoro. Non si sa nulla di ufficiale, poiché secondo le nuove disposizioni i corridori indiziati hanno diritto alla più assoluta riservatezza sul loro caso, fino a quando — accertata la loro innocenza o colpevolezza — i dirigenti del ciclismo non avranno deciso eventuali sanzioni disciplinari. Sembra comunque che gli indiziati siano l'inglese Harrison, ritiratosi stamane prima del via da Torrenieri insieme con tutta la squadra della Primatic, ed 11 giovane Bocci, della Germanvox. Se venissero confermate in sede di contro analisi le accuse nei confronti del ciclista romano, questi verrebbe punito con tre mesi di squalifica: Bocci è infatti già due volte recidivo in tema di positività ai controlli anti-doping. Nemmeno Jacques Anquetil è partito da Torrenieri per l'ultima tappa, ma questa decisione non ha nulla che fare col doping: l'anziano fuoriclasse francese, impegnato domani nella Genova-Nizza, ha semplicemente voluto risparmiarsi una inutile fatica in avverse condizioni atmosferiche, ed è ripartito senz'altro per Gènovi. Gianni Pignata