Pittori e scultori romeni alla Promotricè

Pittori e scultori romeni alla Promotricè LE MOSTRE D'ARTE A TORINO Pittori e scultori romeni alla Promotricè Si apre oggi nella sede della Promotrice al Valentino una vasta esposizione d'arte romena contemporanea, alcune centinaia d'opere di pittura, scultura e grafica, organizzata dagli enti per gli scambi culturali fra Italia e Romania con la collaborazione del sodalizio torinese. E' sempre assai difficile farsi un'idea precisa della produzione artistica di un popolo esaminando mostre siffatte che di solito seguono direttive «ufficiali» e in un certo senso politiche. Come nel caso presente, dati i rapporti attuali della Romania con TOnione Sovietica, la quale anche in arte segue particolari criteri, di cui il commissario della manifestazione, il sensibile, intelligente e colto pittore Grigorescu, ha dovuto tener conto. S'aggiunga po' che gli artisti romeni, giovani e anziani, non vivono, come avviene in Italia, in un'epoca di vacche gras se, e le loro risorse dipendono quasi interamente dagli acquisti dei musei e dalle ordinazioni dello Stato. Tuttavia questo panorama si svolge limpido e abbastanza convincente, e permette qualche breve considerazione. La scultura è scarsa, forse perché impegna spese maggiori, e tende in genere a una ricerca di volumi più che a una figurazione di immagini desunte dal reale: con l'eccezione però di Silvia Radu. La stessa libertà d'invenzione (potremmo dire lo stesso « disgelo » plastico, notevole in un Paese incluso nell'area sovietica), s'avverte nella pittura, a cominciare dal Grigorescu, gentilmente poetico nei suoi temi. La nota dominante, alla quale si uniforma la maggioranza degli espositori, è quella del colore, di preferenza vivace, squillante, ricco di modulazioni e di esperimenti d'impasti, oppure campito uniforme su ampie superfici, tipo l'Omaggio a Brancusi di Sultana Maiteo, e talvolta accordato su toni più bassi, al modo di Salisteanu che s'ispira ai famosi tessuti romeni. Citiamo fra i coloristi più vigorosi W. Sachelarie, E. Popa, Jonescu, Pacea, W. Grigore, V. Ghinea; e fra i più delicati John Standl con la moglie Teodora. Proprio nel gioco cromatico ci sembra sfogarsi, fra i pittori romeni, la grande inquietudine che pervade l'arte d'oggi. Vediamo un solo surrealista, e alquanto ingenuo: Jacabovitz. La voce della natura è ascoltata da pochi, e i paesaggi gialli di Costinesco sono quasi un'eccezione. Qualche timido accenno alla tecnica pop è fornito da W. Setean. Tra i pochi figurativi vanno indicati Lia e Dorian Szasz, il cubisteggiante Chintila che in certi momenti s'avvicina al nostro Gentilini, lo Schreiber, il Baboie, il Vassilescu. Inoltre c'è un gruppo di giovani che evidentemente lavorano su una linea autonoma senza prestare orecchio a canti di sirene: Simona Vasilin, Boborelu, Mil covic, Balasa, Iclozan e altri. Al linguaggio propriamente pittorico fa riscontro quello grafico, a parer nostro su un livello stilistico superiore, più raffinato, più cosciente dei valori disegnativi. Tutta la sezione delle stampe — fra cui notevoli i fogli di Micodin, Dobrian, Elvira Nicos, Petrescu, Sonia Barcianu, Su teu — è bellissima. mar. ber. ♦

Luoghi citati: Italia, Romania, Torino