«Il prete deve essere uomo e come tale potersi sposare» ci ha detto don Ferrarino di Remo Lugli

«Il prete deve essere uomo e come tale potersi sposare» ci ha detto don Ferrarino intervista con l'uomo di punta del clero di Casale «Il prete deve essere uomo e come tale potersi sposare» ci ha detto don Ferrarino Ha abbandonato il canonicato per vivere su una collina con una comunità di laici - E' una protesta «contro le strutture attuali della Chiesa e della società in nome della fratellanza evangelica» DAL NOSTRO INVIATO Casale, lunedi mattina. Andiamo a trovare, nel suo eremo, don Aldo Ferrarino, uno dei nove preti firmatari del documento inviato al clero diocesano sul tema del celibato e su altri problemi della vita ecclesiastica. Don Ferrarino può considerarsi l'esponente maggiore di questi preti. L'« eremo » è una cascina sulle colline di Roslgnano. Perché è qui, don Ferrarino? Non lo si può dire con due parole; la sua presenza in questo luogo è già una conseguenza della sua contestazione, della sua protesta contro la struttura organizzata della Chiesa. Don Ferrarino ha 41 anni, è da almeno una dozzina che fa parlare di sé nel Casalese. Era canonico del Duomo ed insegnava religione al liceo classico. Fondatore del Movimento giovanile, studentesco, già nel 1965 si batteva per l'abolizione degli esami. Da tempo aveva in mente di creare una comunità e l'ha fatto nel gennaio del '67. Lui con sei o sette giovani in un alloggio di'quattro stanze. Poi ha ereditato un certo numero di milioni da uno zio d'America e ha acquistato questa cascina, l'ha ricostruita con criteri moderni. Ora la comunità vive qui. Don Ferrarino ha lasciato il canonicato, non insegna nemmeno più. Vive con cinque giovani e una coppia di sposi che hanno un bimbo. Sono laureati o laureandi; uno è ingegnere e ha uno stipendio che versa nella cassa della comunità. Altri denari li guadagnano il prete e un giovane pittore dedicandosi a un lavoro pubblicitario; anche don Ferrarino dipinge e ha venduto dei quadri. Perché tutto questo? «Perché — dice — la società, così" com'è congegnata, non va. Sento che, con l'uguaglianza, si può avviare un discorso nuovo, valido; dimostrare che siamo tutti fratelli, come dice il Vangelo. Vivere senza la mediazione del denaro; al denaro noi non diamo importanza, chi lo guadagna lo mette nella cassa comune e chi ne ha bisogno se ne serve. Basta. E poi c'è l'amore dell'unione comune ». E' ancora un prete, tutte le mattine scende a Casale, va a dir Messa. Ma è un prete diverso dagli altri, tollerato dal vescovo. « Il cliché che la gente si è fatta del sacerdote è sbagliato — dice —. Il sacerdote, secondo loro, dovrebbe essere soltanto Messa, catechismo, oratorio. Per me dev'essere ben altro: deve andare a lavorare, deve occuparsi del prossimo, deve essere uomo e come tale anche potersi sposare. Se poi vorrà scegliere il celibato, tanto meglio, vorrà dire che era proprio nelle sue intenzioni di rimanere celibe, non come ora che lo siamo perché ci viene imposto ». L'autoritarismo della Chiesa è un altro argomento di contestazione. « Si vuole im¬ porre la verità con la forza. Il potere non è discriminante nei confronti dèlia verità. La verità non è più- vera perché chi la impone è più forte ». Don Ferrarino sostiene che non c'è.dialogo, non c'è fratellanza tra le alte gerarchie della chiesa e il clero, parla di cricche che prevalgono su altri gruppi. Ha ,da manifestare sue idee anche sulla concezione del dogma: « C'è, da parte di molti, il4 tentativo, di mantenersi terrk bilmente fedeli alla lettera più ohe allo spirito della' verità cristiana. Òggi bisogna formulare la verità'con uir linguaggio moderno, che sia recepibile. Questo sforzo viene fatto da taluni, ma da altri bloccato ». E* prete ma dice di non saper parlare a chi gli va a chiedere luce sul mistero divino. « Se uno mi fa domande di questo genere gli rispondo che siamo in due a cercare, a brancolare nel buio ». Non vuole che si pensi che intende essere un riformatore. « Per carità — dice, — non voglio riformare nulla, voglio soltanto vivere in comunità, in uguaglian¬ za, convinto che questo possa essere un tipo di risposta a certi problemi d'oggi. Può essere un esempio che torna utile agli altri, se vogliono. Ripeto, se vogliono, perché prima di tutto ci deve essere la libertà d'agire come si vuole. Io combatto l'autoritarismo sotto tutte le forme ». Don Ferrarino parla pacatamente, con profonda convinzione, Nel settore salotto della bella sala i suoi confratelli laici scherzano con alcuni amici' che sono venuti a trovarli, la giovane madre dóndola fra le braccia il bambino neonato che ogni tanto piange. La sala è stilìsticamente molto bella, modernissima, su un mobile laccato c'è una piccola scultura di donna nuda, senza testa. Non c'è un crocifisso, un'immagine religiosa. «Reverendo, può essere che lei stia attraversando una crisi? E' ben certo di credere? ». Risponde con un'altra domanda: « Crede di più chi dice di credere e fa come vuole o chi dice " non credo " e vive in fraternità con tutti? ». Remo Lugli Il sacerdote don Aldo Ferrarino (al centro) con due membri della comunità da lui creata a Roslgnano (foto Moisio)

Persone citate: Aldo Ferrarino, Ferrarino, Moisio

Luoghi citati: America, Casale, Roslgnano