Bonn tratto per Berlino ma vuole grosse concessioni di Tito Sansa

Bonn tratto per Berlino ma vuole grosse concessioni La crisi per l'elezione presidenziale nell'ex capitale Bonn tratto per Berlino ma vuole grosse concessioni La nomina del capo dello Stato resta fissata per il 5 marzo - Se i russi ed i tedesco-orientali daranno «sostanziose garanzie», il governo federale potrebbe trasferire l'elezione in altra città (Dal nostro corrispondente) Bonn, 24 febbraio. Ora che l'Unione Sovietica e la Germania Orientale hanno fatto per la prima volta un gesto di intesa, offrendo la concessione di lasciapassare pasquali per i berlinesi occidentali se Bonn rinuncerà a tenere il 5 marzo a Berlino l'elezione del Presidente della Repubblica, gli ambienti politici della Germania Federale chiedono molto più di quanto è stato loro offerto. Non soltanto lasciapassare a Pasaua, che vengono considerati un « piatto di lentìcchie », ma anche per la Pentecoste, per Ognissanti, per la domenica dei Morti, per Natale e un « regolamento duraturo » della circolazione dei berlinesi. Secondo informazioni di buona fonte, raccolte dall'Agenzia Dpa, Bonn vorrebbe inoltre la revoca delle recenti disposizioni restrittive del traffico per Berlino e l'abolizione del visto per chi si reca nell'ex capitale. Ciò renderà indubbiamente difficili le trattative tra il Senato di Berlino Occidentale e la Germania comunista, perché il « pacchetto » delle richieste di Bonn potrebbe essere considerato un po' troppo pesante dal regime di Ulbricht. Il portavoce del governo di Bonn, Guenter Diehl, ha detto oggi che il Senato di Berlino è stato incaricato di prendere contatto «con l'altra parte ». « Tra breve — ha aggiunto — vedremo se la disposizione al colloquio, annunciata dall'ambasciatore sovietico Zarapkin, esiste veramente». Diehl ha lasciato capire che Bonn non capitolerà dinanzi a piccole concessioni di Mosca. La Germania comunista (che è l'interlocutore diretto) non viene presa in considerazione dalla Germania Federale. Il Governo di qui aspetta da Mosca « un segno veramente visibile e chiaro » e afferma che « soltanto un contributo convincente e generoso » potrebbe indurlo a non eleggere il Capo dello Stato il 5 marzo a Berlino. Dalla posizione di incertezza e di debolezza delle scorse settimane, Bonn ritiene ora di essere passata in una posizione di forza, evidentemente non abituata a offerte di Mosca. « Bisogna che si sbrighino » ha detto il portavoce Diehl, accennando ai soli nove giorni che mancano all'elezione del Capo dello Stato. Per quel che riguarda l'assemblea elettiva, il portavoce ha aggiunto che essa « rimane, come prima, legalmente convocata per il 5 marzo a Berlino ». E se «gli altri» (i comunisti di Pankow) perderanno tempo, si svolgerà a Berlino. La posizione di irrigidimento di Bonn (secondo molti osservatori, più che altro formale e tattica, non corrispondente alla realtà) è appoggiata con energia dai democristiani e dalla stampa di centro e di destra, tiepidamente dai socialdemocratici e dai giornali ad essi vicini. Secondo i democristiani di Berlino. « un passeggero alleviamento della ingiustìzia non deve essere oggetto di baratto ». In ambienti governativi di Bonn — riferisce la Dpa — si è dell'opinione che la Germania federale commetterebbe un gravissimo errore se in questo momento, giudicato favorevole, rinunciasse a strappare quanto più possibile. La Bild Zeitung. giornale nazionalista a grande tiratura (4 milioni e mezzo di copie), scrive che « soltanto nel caso i sovietici siano disposti a normalizzare la situazione di Berlino, e non presentino solo un uovo di Pasqua, Bonn sarebbe disposta a rivedere l'elezione del Presidente ». Il giornale ritiene che a Mosca prema di prendere il dialogo con Bonn. Scrive che « i padroni del Cremlino non vorrebbero che Nixon rafforzasse l'asse BonnWashington. Essi vogliono impedire questo asse, visto che non riescono a spezzarlo con minacce e con offerte » Altri giornali mettono in evidenza che a Bonn « è stata offerta per la seconda volta l'occasione di dare una prova di buona volontà ». rinunciando all'elezione a Berlino: che è bene « rivedere la decisione in maniera decorosa »; che « è venuto il momento di rinunciare agli isterismi e di fare della politica »: che a Mosca evidente mente le « colombe « hanno avuto la meglio sui « falchi » e che bisogna incoraggiarle, e « non bisogna aver timore di fare concessioni, quando sono in gioco il bene dei berlinesi e la distensione in Europa ». Die Welt scrive che l'offer ta fatta dalla Germania comunista fa venire in mente il baratto di una mela con un frutteto. Lo stesso giornale nota tuttavia che non saranno né Bonn né Pankow a decidere la soluzione della disputa, ma Mosca e Washington, ambedue interessate a problemi ben più importanti e desiderosi di giungere a un dignitoso accordo tra i tedeschi. « Una decisione del governo di Bonn sull'offerta comunista — prevede il giornale di Amburgo — non è da aspettarsi prima della visita del Presidente americano Nixon », cioè mercoledì. Tito Sansa Saigon. Si soccorre un bimbo ferito durante l'attacco dei vietcong (Telefoto A. P.}

Persone citate: Diehl, Guenter Diehl, Nixon, Ulbricht