Le due Germanie di Ferdinando Vegas
Le due Germanie La divisione ha creato due paesi «diversi » Le due Germanie L'ultima crisi di Berlino, tuttora in corso, ha riportato sul proscenio degli avvenimenti internazionali il problema della Germania. Ma si può ancora parlare, a vent'anni dalla fondazione della Repubblica Federale e della Repubblica Democratica, di un problema tedesco, di una Germania? Enzo Collotti, il maggiore esperto italiano di storia contemporanea tedesca, ne dubita: «Il vero fatto caratteristico di un problema tedesco oggi, se di esso si può ancora parlare, è la presenza di due diversi Stati, la cui esistenza ha radicalmente modificato i termini della questione quale si poneva ancora nei primi anni del dopoguerra ». Così scrive il Collotti nella Premessa della sua Storia delle due Germanie — 1945-1968: titolo significativo di un'opera che per mole, ricchezza di contenuti, documentazione e approfondite analisi costituisce una vera e propria enciclopedia sulla Germania, anzi sulle Germanie del dopoguerra. L'autore non si nasconde < il rischio di racchiudere in un unico volume due libri sostanzialmente diversi »; ed in efletti, dopo la prima parte che tratta unitariamente il periodo 1945-1949, la seconda e la terza si occupano rispettivamente e separatamente della Repubblica Federale e della Repubblica Democratica. Né si potrebbe fare altrimenti, dato che negli ultimi vent'anni le due Germanie hanno continuato sempre più a voltarsi le spalle, non solo inserite ognuna in uno dei due blocchi mondiali, ma anche e soprattutto, sul piano interno, organizzate su strutture politico-economico-sociali antitetiche. Secondo il Collotti, appunto, le ultime speranze di riunifkazione della Germania sono cadute intorno al 1954-55, quando Bonn fu riarmata ed ammessa nel Patto Atlantico; così, mentre nel primo decennio del dopoguerra il problema tedesco si poneva essenzialmente sul piano internazionale, nel secondo decennio predomina invece l'aspetto interno. Perciò l'autore compie un'attenta e minuta ricognizione di ogni aspetto della vita dell'una e dell'altra Germania, animato indubbiamente da uno spirito di sinistra, che però non prevarica mai sull'obiettività dello storico. Il risultato è di renderci evidente l'abisso che si è scavato tra le due Germanie, donde ormai l'impossibilità della riunifìcazione e la necessità di dirigersi, piuttosto, verso una politica di coesistenza dei due Stati tedeschi, meglio se nell'ambito d'un sistema di sicurezza europeo. Un'impostazione realistica di questo tipo, conclude il Collotti, farebbe sì che la divisione della Germania cesserebbe di essere « pretesto... per tenere l'Europa (e il mondo) in uno stato di tensione permanente »; e avrebbe inoltre effetti salutari, in senso democratico, all'interno di ciascuna Germania: « all'Est contro la degenerazione burocratica del socialismo, all'Ovest contro la violenza e la sopraffazione conformistica del regime capitalista ». Alla sola Germania comunista è dedicato un volume molto più breve e sciolto, esempio di giornalismo d'alta qualità, La Germania dietro il muro, di. J. Dornbcrg, cittadino americano nato ad Erfurt, oggi nella Germania orientale. Di questo « piccolo, triste.ed irascibile Stato », che in Occidente conosciamo «pia o meno — e forse un po' meno — come la Cina », l'autore traccia un quadro ampio e vivo, nel quale luci ed ombre si alternano. Il «miracolo economico> degli ultimi anni è una solida realtà, che ha fatto della Repubblica Democratica la seconda potenza industriale del blocco comunista, la sesta in Europa, l'ottava nel mondo; ma una realtà massiccia è pure il dogmatismo ottuso ed asfissiante imposto da Ulbricht in tutti i settori della cultura, delle lettere, delle arti, della ideologia. Può sostenersi il progresso materiale senza richiedere la libertà culturale ed intellettuale? Questo l'interrogativo di fondo che scaturisce dal libro, così interessante ed attraente, del Dornbcrg. Ferdinando Vegas ENZO COLLOTTI: Storta delle due Germanie Ed. Einaudi, pagg. 1122. Lire 10.000 — JOSEPH DORNBERG - La Germania dietro Il muro - Ed. Etas Kompass, pagine 318. Lire 3500.
Persone citate: Collotti, Einaudi, Enzo Collotti, Ulbricht
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