II minacciato dalla guerra civile
II minacciato dalla guerra civile II minacciato dalla guerra civile Rawalpindi, 18 febbraio. Sempre grave la situazione in Pakistan. Dopo giorni di scontri e violenze (decine di morti e feriti) il governo di Ayub Khan ha abolito lunedì lo « stato di emergenza » decretato il 6 settembre '65 allo scoppio della guerra con l'India (terminata il 22 dello stesso mese). L'«emergenza» aveva consentito al governo di arrestare gli avversari politici senza motivare i provvedimenti. L'opposizione, guidata dall'ex ministro degli Esteri Bhutto, chiede riforme più democratiche della Costituzione. Ayub Khan ha indetto per domani a Rawalpindi un « vertice » di tutti i leaders del Paese ma il futuro del Pakistan rimane tempestoso. Bhutto (fino alla scorsa settimana era agli arresti) ha dichiarato oggi a Karachi che si rifiuta di partecipare «almeno per ora ai colloqui». Bhutto, che è presidente del « partito del popolo », ha lasciato tuttavia capire che forse si unirà in seguito ai negoziatori: « Le porte non sono chiuse, ma il clima non è propizio. La polizia compie eccessi e numerose persone sono ancora in carcere ». Dopo aver espresso dubbi sulla possibilità di successo delle conversazioni, ha concluso: « Ciò che vogliamo sono cambiamenti piuttosto che concessioni ». Anche il capo della tendenza filo-cinese del partito « Awaml », Maulana Bashani, ha rifiutato l'offerta del presidente Ayub Khan, e così pure il maresciallo dell'aeronautica, 'Asharikhan (indipendente). Uno dei più autorevoli membri dell'opposizione, Mujibur Rehman, leader de¬ gli « Awani » e attualmente in carcere per l'accusa di aver cospirato per la secessione del Pakistan orientale ha detto che parteciperà al colloquio solo se verrà archiviato il suo caso. (A. P. - Ansa) Karachi. Il capo del partito del popolo, Bhutto, tiene un comizio. Al termine vi sono stati violenti scontri (Tel. AP)
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