Ricostruite le ultime mosse del bimbo rapito 19 giorni fa di Remo Lugli

Ricostruite le ultime mosse del bimbo rapito 19 giorni fa L'ANGOSCIOSO GIALLO DI VIAREGGIO Ricostruite le ultime mosse del bimbo rapito 19 giorni fa Uscito alle 14, andò con un amico al bocciodromo - Lo videro quattro testi - Poi, da solo, tornò al «Luna Park»: erano le 16,30 - Lasciò la bicicletta e scomparve - Un'ora dopo la misteriosa telefonata (Dal nostro inviato speciale) Viareggio, 18 febbraio. Si è spezzato anche l'ultimo, sottile, filo di speranza: che Ermanno Lavorini venisse restituito oggi, a conclusione del Carnevale. Era la tesi di un rapimento a scopo di « contestazione ». I fatti della Bussola non sono lontani nel tempo: il 31 dicembre scorso il « Potere operaio » aveva manifestato contro gli spettacoli e i clienti del noto night-club versiliese, era intervenuta la polizia, c'erano stati scontri, e un colpo di pistola aveva raggiunto uno studente ferendolo gravemente. In quella giornata era circolata con insistenza, tra le file degli anarchici contestatori, la minaccia di una cont. stazione a tutto il Carnevale. Ermanno Lavorini è scomparso venerdì 31 gennaio, due giorni innanzi al primo corso del carri carnevaleschi. La voce non sembrava del tutto assurda, seppure questa forma di opposizione fosse del tutto nuova. In questi giorni di trepidazione e di angoscia ogni tanto si sentiva dire da qualcuno: Ermanno ritornerà martedì grasso. Oggi, martedì grasso, si è svolto il corso « in notturna », con inizio alle 17,30 e conclusione alle 21,30. Molta folla, clamore di festa, fasci di luci colorate su carri, fuochi artificiali, ma di Ermanno Lavorini nessuna traccia. Siamo, dunque, ancora In alto mare. Gli inquirenti ricominciano tutto daccapo. Ieri, come abbiamo riferito, polizia e carabinieri hanno interrogato per quasi due ore la mamma di Ermanno Lavorini; può darsi che questi interrogatori nell'ambito della famiglia vengano ripresi domani, per vedere se può emergere qualche elemento utile all'inchiesta. Oggi sono stati sentiti di nuovo gli addetti alle giostre del luna park di Piazza Grande, il luogo dove è stata ritrovata la bicicletta di Ermanno e dove, presumibilmente, il ragazzo è stato rapito. A diciotto giorni di distanza dal ratto, abbiamo cercato ancora una volta di ricostruire gli ultimi spostamenti del ragazzo prima della sua scomparsa. « Edelweiss » Goracci. cinquantanni, che gestisce il chiosco di bevande del bocciodromo, nella pineta di ponente, ha ancora le idee chiare, il ricordo preciso. Racconta: « Ermanno venne qui, quel giorno, alle 15,30-15,40, insieme con un altro ragazzo che, attraverso la trasmissione televisiva "Tv7" dì venerdì 7 febbraio, ho poi riconosciuto per Dento Caravano. I due ragazzi erano venuti altre volte, io non conoscevo i loro nomi, ma che fosse Ermanno ora sono certissima perché ricordo il particolare dei suoi due denti canini un po' sporgenti. Ermanno mi chiese un bicchiere d'acqua e un fiammifero. Gli diedi l'acqua e gli negai il cerino ». I due ragazzi lasciarono il chiosco, con le loro biciclette, percorrendo un sentiero attraverso la pineta, e raggiunsero la via Fratti. Furono visti dal presidente della Associazione bocciofila, Francesco Bianchi, che però non li guardò in faccia, dal macchinista delle Ferrovie Pescatimi, e da una terza persona; quest'ultima vide e riconobbe Ermanno mentre sbucava dal sentiero sulla strada. Denio Caravano, di dieci anni, presunto compagno di Ermanno in quel pomeriggio, fu portato in Commissariato subito dopo la trasmissione televisiva di « Tv 7 » e messo a confronto con la Goracci. Quando un funzionario gli domandò: « Cosa avete preso al chiosco? Il caffè? », rispose: « Io non ho preso nulla, Ermanno non so ». E subito dopo si corresse: «Io non ci sono andato ». Da allora ha sempre negato di essere stato in compagnia di Ermanno quel giorno. Tra le 16 e le 17, ma più presumibilmente alle 16,30, la presenza di Ermanno è segnalata nella Piazza Grande, ai baracconi (circa due chilometri dal bocciodromo, con una strada tutta diritta, che passa davanti al negozio Lavorini). C'è la testimonianza di Milvia Viotto, proprietaria di una autopista: « Lo ricordo bene perché, guardando i suoi capelli, mi dissi: "Che bei riccioli! " ». Ermanno aveva lasciato la bicicletta appoggiata ad un platano, con il lucchetto chiuso, e si aggirava tra i baracconi. E' qui, con ogni probabilità, che è stato irretito dal rapitore con qualche lusinga. » Alle 17,40, cioè circa un'ora dopo il ratto, squillava il telefono del negozio Lavorini e una voce calma, con accento locale, diceva a Marinella: « Ermanno resta a cena con noi, dica a suo padre di preparare quindici milioni, ritelefoneremo stasera ». Una telefonata promessa e mai fatta. Remo Lugli La sorella e la mamma del bimbo scomparso a Viareggio

Persone citate: Ermanno Lavorini, Francesco Bianchi, Goracci, Lavorini, Viotto

Luoghi citati: Viareggio