De Lorenzo denuncia 12 generali per violazione di segreti di Stato

De Lorenzo denuncia 12 generali per violazione di segreti di Stato Mentre la Camera discute sulla commissione d'inchiesta De Lorenzo denuncia 12 generali per violazione di segreti di Stato Sono quelli che, in qualche modo, si occuparono della sua attività quand'era capo del Sifar, e riferirono al ministro o al Tribunale - Gui esprime « stupore e rammarico » (Dal nostro corrispondente) Roma, 18 febbraio. Dodici generali, due colonnelli, due tenenti colonnelli, un consigliere di Stato e due magistrati militari sono -stati denunciati alla Procura della Repubblica per violazione di segreto di Stato, abuso di atti di ufficio e sottrazione di documenti. Autore della denuncia è il generale De Lorenzo, ex capo di Stato maggiore dell'Esercito, sollevato dall'incarico nelle more dello scandalo del Sitar e, ora, deputato monarchico. Alla denuncia, del tutto inattesa, il generale De Lorenzo aggiunge una querela contro il giornale II Tempo (che lo ha sempre difeso) per diffamazione a CGUsa di un articolo sulle Forze Grmate. Infine ha consegnato alia magistratura un voluminoso dossier che. stando a ciò che egli ha fatto sapere, contiene una minuziosa documentazione su' rapporti finanziari che sarebbero intercorsi tra il Sifar da una parte e il generale Paolo Gasparì e il pubblicista Enrico Fulchignoni dall'altra. Gli ufficiali e il consigliere di Stato denunciati sono tut ti quelli che. in qualche modo, hanno dovuto occuparsi delle attività di De Lorenzo quale capo del Sifar e quale supposto indiziato per un presunto colpo di Stato nel 1964. Un processo oppose a suo tempo il generale De Lo renzo ai giornalisti Scalfari e Jannuzzi, dev'Espresso, ora parlamentari socialisti. De Lorenzo vinse il processo, ma la questione non è ancora chiusa: il Parlamento se ne occupa ancora, indagini e procedimenti disciplinari sono ancora in corso. Sono investiti dalla denuncia i generali Aldo Beolchini, Umberto Turrini e il consigliere di Stato Andrea Lugo che, per ordine del ministro Tremelloni, costituirono la « Commissione Beolchini » incaricata di indagare sulle misteriose attività del Sifar e dei fascicoli, alcuni dei quali scomparsi, indebitamente costituiti; il generale Pietro Mellano, che indagò, sempre per ordine del ministro, su un acquisto di cavalli da parte di De Lorenzo; i generali Luigi Lombardi e Carlo Unta, e l'ammiràglio Enrico Mirti della Valle, membri della commissione d'inchiesta Lombardi, che indagò sul presunto colpo di Stato del '64; i generali Cigliana, Donati, Zinza, Musco, Gaspari De Martino, Buttiglioni, i colonnelli De Crescenzio e Viola, i tenenti colonnelli Camvaligi e Vicini, i giudici militari Tringalli e Campanella che testimoniarono al processo De Lorenzo^ L'Espresso » o, comunque, fecero nel corso delle varie inchieste, deposizioni che non devono essere piaciute al generale De Lorenzo. Il passo è certo insolito. Non è dato sapere a quali fatti si riportino le accuse formulate da De Lorenzo. Si può immaginare che egli voglia, mentre si apre alla Camera il dibattito sulla commissione parlamentare d'inchiesta per il Sifar, avvalorare il sospetto che si sia agito determinatamente a suo danno diffondendo notizie per lui lesive e clic avrebbero dovuto rimanere segrete, compiendo irregolarità, sottraendo addirittura documenti ufficiali. L'iniziativa è sufficientemente vistosa per complicare la discussione sul Sifar e rendere più intricata la vicenda. I « dossiers » consegnati oggi da De Lorenzo ai magistrati hanno indotto il ministero della Difesa ad esprimer-, m'liTia- noi ufficio « stupore e rammarico » per l'atto compiuto da un ufficiale contro, altri ufficiali. Va ricordato anche che, a carico di De Lorenzo, sono in pendenza alla Camera due richieste di autorizzazione a procedere, una per i reati di falsificazione di atti a carattere riservato e una per due diversi reati di diffamazione militare aggravata. Alla magistratura furono trasmessi a suo tempo gli atti relativi all'indagine condotta dal ministero della Difesa su un acquisto di cavalli esteri per conto dell'Arma dei carabinieri, quando ne erano comandante De Lorenzo. Infine, è in corso un'inchiesta formale disciplinare per fatti emersi attraverso le inchieste Beolchini e Lombardi. L'inchiesta formale disciplinare, però, è ferma perché nel frattempo il generale De Lorenzo è diventato deputato e non ha rinunciato all'immunità parlamentare. Egli ha chiesto di estendere l'immunità al procedimento disciplinare, sollecitando così una estensione dell'istituto della immunità. m# ^ l l D L Il generale De Lorenzo

Luoghi citati: Roma