Ulbricht corre a Mosca per la crisi di Berlino

Ulbricht corre a Mosca per la crisi di Berlino ìfaaggio improvviso del topo tedesco - comunista Ulbricht corre a Mosca per la crisi di Berlino Colloquio con Breznev, che avrebbe promesso le seguenti contromisure: 1) manovre militari intorno alla città; 2) impedimenti al traffico; 3) molestie nei corridoi aerei - Contrasti al Cremlino sulla linea da adottare? (Dal nostro corrispondente) Mosca, 17 febbraio. Breznev e Ulbricht si sono incontrati stamane a Mosca per esaminare la crisi di Berlino. Nei giorni scorsi i leaders sovietici si erano riuniti più volte, preparando un piano di emergenza. Sembra che Breznev abbia assicurato all'ospite il pieno appoggio sovietico. Ulbricht è partito nel pomeriggio alla volta della stessa Berlino. L'annuncio dell'incontro Breznev-Ulbricht è stato dato questa sera dalla Tass. «Essi — ha scritto l'agenzia — hanno notato l'acuirsi dell'attività dei circoli militaristi, revanscisti e neo-nazisti della Germania Occidentale che stagno cercando, a danno degli interessi dei popoli, di creare un focolaio di pericolosa tensione in Europa ». Breznev e Ulbricht, ha concluso la Tass, « hanno espresso completa unanimità di vedute su tutte le questioni discusse ». I due leaders hanno esaminato anche la crisi cecoslovacca, impegnandosi « al rafforzamento dell'unità dei paesi socialisti, e della solidarietà intemazionale dei comunisti e di tutti i lavoratori». «Essi hanno ribadito la determinazione di intensificare le relazioni e di estendere la collaborazione tra i paesi socialisti fratelli». L'annuncio dell'incontro ha colto Mosca di sorpresa. Si pensava che Ulbricht, in vacanza nell'Urss da circa un mese, fosse rientrato in patria in seguito alla crisi di Berlino. Si è appreso invece che dal 14 febbraio si trovava a Mosca, e che ieri il Politburo. ha offerto un pranzo in suo onore. Ulbricht era ospite del Comitato Centrale. Breznev avrebbe garantito al leader tedesco-orientale la organizzazione di manovre militari intorno a Berlino (il capo del Patto di Varsavia, maresciallo Yakubovski se ne sarebbe interessato personalmente nella sua visita della scorsa settimana); impedimenti al traffico terrestre tra la città e la Repubblica Federale; e molestie nei corridoi aerei (l'Urss si limiterebbe ad interferenze radio, 0 non affronterebbe invece gli apparecchi di Bonn con dei caccia per costringerli a tornare indietro?). Agli osservatori politici e diplomatici, il comunicato di questa sera della Tass è apparso conciliante, ma nessuno dubita che la situazione eia grave. Mosca è tesa, i giornali e la radiotelevisione continuano a denunciare le « provocazioni » di, Bonn. La atmosfera non era cosi pesante dai giorni dell'invasione della Cecoslovacchia, in cui Ulbricht ebbe non piccola parte. Il comunicato non ha fatto 1 nomi di Kossighin e di Podgorny. Il protocollo non imponeva loro di incontrare Ulbricht, ma a Mosca corre voce che il capo del governo e il capo dello Stato sovietici siano contrari alla « linea dura » su Berlino. Kossighin in particolare avrebbe lamentato che essa minaccia di compromettere i sondaggi in corso sul disarmo in Medio Oriente e la distensione con gli Stati Uniti. Non è l'unico segno di nuovi contrasti in seno alla direzione collegiale. La settimana passata anche il capo dei sindacati Scelepin, il membro del Politburo che sempre più apertamente avanza la sua candidatura alla successione a Breznev, ha proposto una linea più moderata, sul quotidiano Trud. La frattura si sarebbe estesa alle forze armate: il ministro della Difesa Grecko si opporrebbe a Yakubovski. Oggi pomeriggio Breznev è stato l'unico leader sovietico a salutare Ulbricht alla sua partenza dall'aeroporto di Vnukovo alla volta di Berlino. Ci si chiede se, troppo sicuro della sua forza, Breznev non corra il pericolo di restare isolato. Nella crisi cecoslovacca, aveva l'appoggio di Podgorny e di numerosi altri membri del Politburo e della segreteria del Comitato Centrale. Non assunse mai nessuna iniziativa da solo. Alcuni osservatori politici e diplomatici non escludono che Berlino fomenti la crisi per proporre poi una conferenza sulla sicurezza europea, nella convinzione che i paesi occidentali, spaventati, vi aderiscano. La sua meta ultima rimane infatti il consolidamento delle frontiere dell'ul tjma morra e il riconoscimento da parte dell'Occidente della Germania di Pankov. Ennio Coretto