Condannato: «moltiplicava» il latte delle sue mucche di Sauro Manca
Condannato: «moltiplicava» il latte delle sue mucche Un produttore di Cavallai-maggiore Condannato: «moltiplicava» il latte delle sue mucche A Racconigi - Quattro mesi (con i benefici) per frode in commercio e vendita di latte non genuino (Dal nostro inviato speciale) Racconigi, 13 febbraio. Folto pubblico, oggi, in pretura a Racconigi per assistere al « processo del latte adulterato». L'imputato, Martino Raso, di 44 anni, un montanaro del Monviso che si è stabilito con la famiglia e la sua mandria in una cascina della frazione Trubiè di Cavallermaggiore, è stato condannato a 4 mesi e a pagare i danni. A denunciarlo era stato Antonio Bertinotti, titolare di un caseificio. Il pretore, dott. Nattero, ha interrogato il Raso: « Lei, sua moglie ed il garzone hanno munto le mucche senza avere il libretto di idoneità sanitaria ». Imputato — Veramente non ho mai saputo che bisognasse passare una visita medica per mungere il latte. Pretore — Lei ha venduto latte per consumo diretto senza far sottoporre i capi di bestiame al controllo del veterinario. Imputato — Ho mai sentito quella legge. Gli altri contadini non lo fanno. Pretore — Lasci stare gli altri. Lei ha anche messo in commercio del latte di mucche ammalate di mastite. Imputato — Quando mi sono accorto che alcune bestie avevano la febbre, le ho messe in disparte. Prima non poteva saperlo. Pretore — Come spiega che con soli 24 bovini lei è arrivato a produrre e consegnare alla ditta Bertinotti più di 600 chili di latte al giorno? Imputato — Le mie mucche sono tutte della razza « frisona olandese ». Ciascuna dà dai 20 ai 30 litri di latte ogni giorno, in due o tre mungiture. Quando incominciano a rendere meno, le vendo e ne compro altre. Pretore — Ma quando fu costretto a mungere davanti agli agenti della Sanità, la quantità di latte scese a 200300 litri. Lei esclude di avere messo altre sostanze nel latte? Imputato — Sì. Mi hanno trovato nella stalla un sacco di « multilat » ma soltanto perché era destinato ai sei vitellini. Sfilano quindi, davanti al pretore, i testimoni. Il primo è Simone Bertinotti, figlio dell'industriale parte lesa: «Ho incominciato ad avere dei dubbi sulla genuinità del latte — dice — dopo che una ditta di Parma mi ha mandato indietro alcune cisterne che avevo spedito. Ho preso dei campioni e fatto le prove. Un altro teste ha affermato che i mandriani per ingannare le analisi degli ispettori d'igiene allungavano 11 latte con acqua corretta con l'urina. Il dott. Basilio Sardo (chimico) riferisce che il latte incriminato era più acido del normale ed aveva una percentuale bassissima di grassi Il p. m. avv. Giordano propone la condanna dell'imputato a 8 mesi di reclusione, più multe e ammende. Sentito il difensore, avv. GianClaudio Andreis, il pretore assolve il Raso dall'avere posto in commercio sostanze nocive, e lo condanna per gli altri reati (aver venduto latte non genuino e frode in commercio) a 4 mesi, 55 mila lire di ammenda, con i benefici della condizionale e non iscrizione, ed a pagare i danni al Bertinotti con la provvisionale di un milione. Sauro Manca
Persone citate: Antonio Bertinotti, Basilio Sardo, Bertinotti, Martino Raso, Nattero, Simone Bertinotti
Luoghi citati: Cavallermaggiore, Parma, Racconigi
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