Si è uccisa la madre della bimba morta assiderata in una baracca

Si è uccisa la madre della bimba morta assiderata in una baracca INCHIESTA SUL PENOSO DRAMMA DI LECCO Si è uccisa la madre della bimba morta assiderata in una baracca La donna, trentenne, colta da crisi di pazzia, s'è gettata nell'Adda ad Olginate - Il marito (uno straccivendolo di Novi) era in ospedale e i tre bimbi erano rimasti soli nella stamberga (Dal nostro inviato speciale) Lecco, 13 febbraio. Si cerca nell'Adda il corpo della donna scomparsa lunedì a Olginate, cinque chilometri da Lecco, abbandonando in una baracca gelida i figli di 4 anni, 3 anni, e 10 mesi. I bambini sono stati trovati due giorni dopo da un postino: la più piccola morta assiderata, i fratelli in condizioni preoccupanti per il freddo, la fame, la paura. Secondo i carabinieri Liliana Longhl, questo è il nome della donna, si sarebbe uccisa in una crisi di pazzia, ma non si escludono altre ipotesi. Sono in corso indagini per accertare se la sera della tragedia vi fu un litigio nella baracca. I contadini della zona dicono che la Longhl ha ricevuto una visita misteriosa; negano che avesse dei nemici e aggiungono che il suicidio è impiegabile. A suo modo era felice. Dopo una giovinezza disgraziata, il padre ammalato e senza lavoro, era stata accolta in casa da una sorella: litigi, incomprensioni. La Longhi aveva cominciato a bere. Parecchi a Lecco la ricordano uscire barcollante dalle osterie; aveva crisi nervose, più d'una volta è stata ricoverata in ospedale. A 30 anni era una donna sola, derisa ed evitata da tutti. Ma un giorno Incontra uno straccivendolo — Medardo Coronati, di Novi Ligure — anche lui timido, malato di solitudine. L'incomprensione degli altri li avvicina. Si sposano. Il Coronati riesce a farle smettere di bere. Vanno ad abitare in una casa alla periferia della città, nasce 11 primo figlio. L'uomo è un lavoratore accanito, ma si trova a disagio con la gente; cambia molti posti, alle volte si guadagna da vivere raccogliendo stracci e rifiuti. In casa non manca mai il mangiare, ma soldi da parte non ce ne sono. Così quando il Comune ordina di sgombrare l'alloggio che minaccia di franare, la famiglia non riesce a trovare un'altra sistemazione: gli affitti sono troppo alti per le loro possibilità. Per qualche mese abitano in una grotta, poi in una capanna, in una tenda di zingari. Sono umiliati e pieni di vergogna, sfuggono la gente per paura delle critiche. L'anno scorso il Coronati riesce finalmente a farsi assumere da un'impresa di pulizia. Sono 100 mila lire al mese, la ricchezza. Dice alla moglie: «Avremo una casa tutta per noi». Costruisce una baracca di legno e lamiera vicino all'Adda, in una zona isolata. Una stanza di venti metri quadrati, il deposito degli stracci, un cortile cintato con materiale di recupero, due cani per la guardia. Diventano amici di una famiglia di contadini dove vanno a prendere il latte: lui ha soltanto la preoccupazione di guadagnare di più, si arrangia facendo lavori straordinari, raccogliendo stracci. « La famiglia cresce e ci vogliono soldi»; lei va a chiedere consigli per i bambini, vorrebbe che sulla riva non venissero prostitute, una preoccupazione di madre. Pagano puntualmente. Sono gentili con tutti, anche con quelli più umili di loro, gli zingari, che ogni tanto si accampano vicino alla baracca, Ma 1 Coronati non la chiamano baracca. Si offendono: « E' una casa e presto ne avremo una più bella». Cercano anche di renderla più accogliente e ordinata. Il luogo però ha un aspetto squallido, desolato. Si arriva così alla settimana scorsa. Lo straccivendolo ha un attacco di artrite e deve essere ricoverato in ospedale. Alla moglie lascia 36 mila lire per le prime spese. Lei lo accompagna a Lecco con i bambini. Dall'ospedale l'uomo scrive lettere affettuose: « Non preoccuparti, tornerò presto ». Il dramma si compie la sera di lunedì. Questa la ricostruzione dei carabinieri. Per qualche motivo non ancora chiarito — un esaurimento, la paura che il marito avesse un male inguaribile, un litigio — la donna impazzisce. Decide di morire con 1 figli. Ammucchia degli stracci vicino alla baracca, li inzuppa di petrolio e cerca di accenderli. Ma il freddo e l'umidità spengono «le fiamme. Allora si taglia le vene dei polsi con un coltello, poi si trascina fino alla sponda del fiume e si getta nella corrente. Sulla riva è rimasta una scarpa, e una traccia di sangue; davanti alla porta il coltello insanguinato. I tre figli restano soli e senza mangiare. Dopo un giorno muore la più piccola, Valentina; ì fratelli Loredana e Ferdinando cercano di ripararsi dal freddo restando abbracciati nel letto: ore e ore di terrore nel buio. Ieri a mezzogiorno arriva il postino Leonardo Cerami: deve recapitare un'altra lettera del Coronati alla donna. Bussa, nessuna risposta. Sta per andarsene quando sente un pianto soffocato. Spalanca la porta e scopre la tragica scena. Ora i bambini sono ricoverati all'ospedale di Lecco. Lo straccivendolo invece ha voluto essere dimesso per partecipare alle ricerche della moglie. Non crede che si sia uccìsa: « Voleva troppo bene ai bambini per compiere un gesto così atroce ». Contadini e pescatori lo aiutano dragando il fondo del fiume. Domani arriveranno 1 sommozzatori da Genova. Pietro Squillerò Loredana e Ferdinando, I due bambini rimasti due giorni accanto alla sorellina di 10 mesi morta assiderata

Persone citate: Leonardo Cerami, Longhi, Medardo Coronati

Luoghi citati: Genova, Lecco, Novi Ligure, Olginate