Venti minuti la prima udienza del processo per il Banco di Sicilia di Guido Guidi
Venti minuti la prima udienza del processo per il Banco di Sicilia l*a est ti ss a. die deve durare 5 mossi Venti minuti la prima udienza del processo per il Banco di Sicilia Per un vizio di procedura, l'udienza è stata rinviata a domani - II principale imputato, Carlo Bazan, ottiene che fra i testimoni venga citato il governatore della Banca d'Italia, Carli (Dal nostro inviato speciale) Palermo, 13 febbraio. Non tutti gli imputati sono venuti oggi in Tribunale, ed hanno avuto in un certo senso ragione, perché la udienza si è ridotta a poche, anzi a pochissime battute, un quarto d'ora. Erano presenti tutti gli uomini del Banco di Sicilia, ad eccezione di un ex consigliere di amministrazione, Arrigo Vrsigli (diciassette, complessivamente, questa mattina), il giornalista Gaetano Baldacci. un avvocato dì Potenza ed il fratello del deputato comunista Ludovico Corrao, mentre otto sono rimasti a casa. Ma se si esclude il filatelico torinese Giulio Bolaffi, ammalato, gli assenti erano tutti personaggi marginali. Il motivo ufficiale per cui l'udienza è stata così breve (appena il tempo perché il presidente facesse l'appello degli imputati e chiedesse loro da quali difensori fossero assistiti) non esiste. Quello ufficioso, però, è importante e clamoroso. All'ultimo momento, infatti, i giudici si son resi conto (in verità li ha messi sull'avviso Carlo Bazan attraverso i suoi legali (prof. Girolamo Bellavista, avv. Ivo Reina e prof. Giuseppe Sabatini) che, per un errore o per una dimenticanza del cancelliere, (ma anche del presidente), non era stato citato come parte lesa il rappresentante legale del Banco di Sicilia. Secondo l'accusa, Carlo Bazan e gli altri ventisette imputati hanno danneggiato il Banco di Sicilia con le loro iniziative. Di conseguenza l'istituto ha il diritto di costituirsi parte civile. E' vero che il Banco avrebbe deciso di recente, dopo una lunga seduta del Consiglio di amministrazione, di rinunciare a questo suo diritto, ma la legge impone al magistrato di avvertire ugualmente la parte lesa che si sta per celebrare il processo ed è un obbligo che. secondo quanto ha stabilito di recente la Corte Costituzionale, rende nullo tutto il dibattimento qualora non venga adempiuto. Che fare in queste condizioni? Non v'era altra soluzione che rinviare d'urgenza il processo, prendere ventiquattr'ore di tempo e convocare per domani il presiden¬ te del Banco di Sicilia, dott. Ciro De Martino. E così, dopo appena un quarto d'ora, tutti a casa per tornare domani. Per ora Bazan non interverrà direttamente, ma per suo conto domani parleranno i suoi legali: chiederanno che siano considerate nulle le due perizie contabili sulle quali il giudice istruttore ha costruito parte delle sue accuse e che siano stralciati dal processo due episodi per i quali l'ex sindaco di Palermo Vincenzo Lima e l'ex presidente della Provincia Michele Reina sono stati assolti dall'accusa di peculato, mentre lui, Carlo Bazan, rinviato a giudizio. ' ilfa quali sono le sue reali intenzioni lo si deduce da un indìzio: ha chiesto ed ottenuto dal Tribunale che sia interrogato come testimone il governatore della Banca d'Italia Guido Carli. Per sapere che cosa? Il governatore, nelle intenzioni di Carlo Bazan, dovrebbe dire, quando verrà a Palermo, che i rapporti fra la Regione siciliana ed il Banco dì Sicilia erano -difficili; che, nel 1965, la lotta fra coloro che aspiravano alla carica di presidente e di direttore generale si era fatta esasperata, e si tenga presente che Bazan sostiene di essere vittima dì questa lotta; che il Banco di Sicilia nel concedere fidi, mutui fiduciari, sconti, seguì i criteri e i sistemi più o meno comuni agli altri istituti di credito; che anche le altre banche utilizzano consulenze di prestigio, compensano chi svolga incarichi di pubblio relations; che non è stata una prerogativa assoluta del Banco di Sicilia consentire ai propri dipendenti di lavorare presso enti di diritto pubblico, membri di governo e segreterie politiche. L'ex presidente del Banco di Sicilia, cioè, intende dar battaglia a tutti su tutto: sul fronte della tecnica bancaria e su quello politico. Si ritiene non un colpevole, ma semplicemente una vittima. Guido Guidi Il banchiere Carlo Bazan a colloquio con un legale all'inizio dell'udienza a Palermo; a destra l'imputato La Barbera, e, in secondo piano, Gaetano Baldacci (Tel. A. P.)
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