Markovic sarebbe stato ucciso perché sapeva la verità sull'assassinio del suo predecessore di Loris Mannucci
Markovic sarebbe stato ucciso perché sapeva la verità sull'assassinio del suo predecessore Markovic sarebbe stato ucciso perché sapeva la verità sull'assassinio del suo predecessore Lo sostiene un amico della vittima - Il confronto a Parigi, durato nove ore, fra l'attore e Alexander Markovic - Il fratello dell'ucciso ha ripetuto le sue accuse contro i Delon e Marcantoni (Nostro servizio particolare) Parigi, 13 febbraio. Iniziato stamane alle dieci, sospeso alle tredici e ripreso verso le quindici, il confronto tra l'attore Alain Delon ed Alessandro Markovic, fratello di Stevan Markovic assassinato quattro mesi e mezzo fa, è finito alle ore 21. La sua lunghezza imprevista ha costretto il giudice istruttore René Patard a rimandare ad un altro giorno il confronto fra i due ed il còrso Francois Marcantoni, incolpato di complicità nell'assassinio. Alain Delon è stato il primo, stamane, ad arrivare al Palazzo di Giustizia ed ha rifiutato di fare dichiarazioni ai giornalisti, osservando soltanto: « Sono invitato a presentarmi in qualità di testimone. Non vado alla prima di un film né ad una festa ». Tre ore dopo, uscendo dal palazzo, dopo la prima fase dell'interrogatorio, sembrava preoccupato. Ai giornalisti che gli hanno chiesto se è sempre amico di Francois Marcantoni, l'attore ha risposto affermativamente. Nel pomeriggio si è parlato del documento in cui Alain Delon viene chiamato in causa dalla jugoslava Zorika Milosevic. In trentuno pagine, esso riferisce tra l'altro la conversazione telefonica che la giovane donna ebbe il 12 ottobre 1968 col compatriota Miscia Slovenak il quale le avrebbe detto perché Stevan Markovic era stato assassinato. « Non era stato corretto. Inoltre stava scrivendo un libro su Alain Delon e Nathalie nel quale si serviva di tutte le informazioni raccolte vivendo accanto ad essi ». Del libro Zorika era stata già informata parecchio tempo prima da Stevan Markov^. Altre testimonianze hanno confermato che Stevan Markovic, escluso dall'intimità dei Delon per il suo atteggiamento verso Nathalie, si voleva vendicare scrivendo un libro sulla vita dei due coniugi e dei loro amici. Oggi l'avvocato Roland Dumns, di parte civile, ha dato al¬ cuni ragguagli sul confronto fra Alain Delon ed Alessandro Markovic. Questi avrebbe affermato di credere nel modo più assoluto a quel che gli aveva scritto il fratello nelle lettere imbucate a Parigi in settembre, tutte di accusa contro i due attori ed il loro amico Francois Marcantoni. L'avvocato Roland Dumas ha intenzione di presentare ora una « nota esplosiva » per chiedere al magistrato nuovi interrogatori ed incriminazioni per complicità in assassinio. Il magistrato, non essendo riuscito a convincere Uros Milicevic — l'ultima persona che vide Stevan Markovic in vita — a venire a Parigi, spera di ricevere almeno una sua deposizione scritta. Il giovane ha fatto oggi una dichiarazione al corrispondente dell' agenzia France Presse a Belgrado, rivelando come il suo amico venne attratto in un tranello la sera del 22 settembre. « Stevan — egli ha detto — mi aveva ripetuto spesso che Francois Marcantoni cercava con pretesti vari di attirarlo in un tranello. Una volta si trattava di andare a rubare la preziosa collezione di armi di Alain Delon nella sua casa di campagna. Ma Stevan diffidava del Marcantoni sospettandolo di agire per conto dell'attore. L'ultimo tentativo riuscì. Si trattava di attirare Stevan in una partita a poker alla quale partecipava un ricco giocatore da spennare. Marcantoni offriva persino a Stevan il denaro necessario ai primi rilanci. Stevan, benché fosse in bolletta nera, rifiutò tre o quattro volte ma alla fine si rassegnò ad accettare l'appuntamento fatale del 22 settembre. Non dimenticherò mai l'espressione del suo volto quando vide l'uomo che si trovava nel tassì venuto a prenderlo: era chiaro che giocava il proprio destino ». Uros Milicevic ha aggiunto che Stevan aveva « due colpi in vista, tutti e due proposti dal Marcantoni e uno di essi riguardava Alain Delon», ma aveva intenzione di rifiutarli. Contrariamente a quanto ha affermato il Marcantoni, questi e Stevan si incontravano in media un paio di volte per settimana, in un caffè. Così pensa Uros Milicevic il quale ritiene che la morte di Markovic sia in stretta relazione con quella di Milos Milosevic, ucciso ad Hollywood nel gennaio 1966. « Milos — ha detto Milicevic — dominava irresistibilmente Alain Delon, che cedeva a tutte le sue volontà più ancora che a quelle di Stevan, il quale è stato soppresso perché sapeva la verità sulla morte di Milos. Aveva, in camera, nella palazzina dei Delon, una grande fotografia del suo predecessore con sotto un pugnale, sìmbolo della vendetta. Ma non mi ha rivelato il suo segreto ». Alain Delon è stato invitato dal magistrato inquirente a rimanere a disposizione per altri interrogatori ed eventuali confronti. Si spera a Parigi che fra poco possa essere presente anche Nathalie Delon, attualmente a Roma. Loris Mannucci
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