Raggiunta una nuova tappa nella sostituzione della valvola aortica di Angelo Viziano

Raggiunta una nuova tappa nella sostituzione della valvola aortica L* intervento cardiochirurgico eseguito ieri a Torino Raggiunta una nuova tappa nella sostituzione della valvola aortica Il paziente, sedicenne, soffriva di endocardite reumatica - I vantaggi rispetto alle sostituzioni con valvole di plastica e animali - Impossibile per malati in età avanzata - Le varie fasi dell'operazione L'intervento cardiochirurgico eseguito per la prima volta in Italia dal prof. Francesco Morino, direttore della Clinica chirurgica torinese, rappresenta la tappa più avanzata, nel trapianto di una valvola umana. Della tecnica fondamentale, cui si è ispirato il giovane clinico, sono stati recentemente pionieri l'inglese Donald Ross e il neozelandese Barret-Boyes. Una sostituzione del genere vale soprattutto per l'insufficienza (di chiusura) aortica o la stenosi (restringimento) della valvola giunte a gravità insopportabile. Analogamente si potrebbe intervenire per certi casi di stenosi o di insufficienza della valcola mitrale. Entramhe le valvole risentono particolarmente degli effetti della malattia reumatica, allorché l'infezione si estende ai loro lembi, alterandoli. Tra i fattori che impediscono tale genere di intervento vi è l'età: nell'anziano, infatti, le variazioni (tipo sclerotico) dei tessuti possono pregiudicare l'esito. Nel caso di cui ci occupiamo, il paziente è un sedicenne, la cui insufficienza valvolare è stata messa in rapporto con una progressa endocardite reumatica. Secondo le statistiche l'endocardite reumatica è, di fatto, responsabile dell'insufflcienza aortica nel 67 per cento dei casi. Le turbe idrauliche conseguenti alla mancata o incompleta chiusura della valvola che regola il passaggio del sangue, spinto dal ventricolo sinistro del cuore nell'aorta, sono assai gravi e si ripercuotono tanto sul cuore, quanto sulla stessa circolazione. Nel paziente operato a Torino il muscolo cardiaco aveva raggiunto un volume triplo del normale. Quali sono i vantaggi del trapianto eseguito con altri metodi? E' noto che da, tempo si sostituiscono vàlvole cardiache usurate con valvole artificiali. Ma c'è chi avanza ancora riserve sull'uso di materiale plastico; si obbietta soprattutto che quelle valvole non assecondano funzionalmente il flusso fisiologico (centrale) del sangue che le attraversa; inoltre possono talvolta favorire alterazioni del sangue, che costringono il paziente a particolari precauzioni. Impiegando valvole di maiale occorre tener presente che il loro tessuto è eterogeneo rispetto ai tessuti umani, e più ancora lo è il materiale di plastica da cui sono sostenute. Invece nel trapianto umano oggi sperimentato, non entra alcun materiale eterogeneo. Occorre a questo punto accennare alla tecnica impiegata. Aperto il torace e praticata un'ampia apertura nel sacco (pericardio) che avvolge il cuore, si inseriscono rapidamente tutti i mezzi che debbono collegarlo con l'apparecchiatura per la circolazione sanguigna extracorporea. Si incannula poi nel ventricolo cardiaco sinistro un catetere per aspirarne il sangue e rimetterlo in circolo. Quindi si procede longitudinalmente all'apertura dell'aorta e si introducono due cannule nelle arterie coronarie (nutritizie del cuore) per ottenere la perfusione del tessuto cardiaco con sangue ossigenato. In tal modo il cuore può continuare a battere regolarmente. Avviene successivamente l'asportazione dei lembi valvolari e l'inserzione della valvola stessa: viene pertanto asportato anche un piccolo cuneo che aderisce al muscolo cardiaco. Si misura l'ampiezza dell'ostio (foro) rimasto, si sceglie la valvola idonea per il trapianto (nel nostro caso aveva un diametro di 28 millimetri); si disgela tale valvola, che diventa morbida come un tessuto fresco (a differenza delle valvole di maiale, montate su gabbiette e conservate in formalina). A questo punto entra in campo una speciale e complessa tecnica di sutura, con cui si fissa il margine inferiore della valvola al cercine miocardico (ove è avvenuta l'asportazione valvolare) e la parte superiore è fissata internamente alla parete dell'aorta, di cui sostituisce una porzione (posteriore-mediale) amputata. Reazioni di rigetto, a giudicare dalle esperienze finora compiute, non sembrano da temere, data la quasi assente vascolarizzazione della valvola. Angelo Viziano Il professore Francesco Morino, a destra, e uno del suol assistenti, dott. Bricco

Persone citate: Barret, Boyes, Bricco, Donald Ross, Francesco Morino

Luoghi citati: Italia, Torino