Vite che si possono salvare di Giorgio Lunt

Vite che si possono salvare SI dramma dei bimbi subnormali: una denunda contro la sodetà Vite che si possono salvare In Italia ci sono un milione e mezzo di minorati psichici - Potrebbero essere inseriti nell'organizzazione produttiva Ma pregiudizi, indifferenza ed ignoranza li chiudono nei manicomi, quando non vengono segregati nelle case come vergogne - Nobili iniziative dell'Associazione Famiglie e della Provincia - Ma quando interverrà lo Stato? - Occorrono scuole, centri professionali; è necessario soprattutto che il Parlamento affronti il problema e modifichi la legge del 1904 dei subnormali è compito dello Stato. Ma esiste una legge che sancisca questo compito? No. Vige ancora la legge sui manicomi, che risale al 1904 e non distingue tra « minorazione » e « alterazione » psichica. In epoca recente sono state presentate proposte di legge dalle on. Balconi e Dal Canton, e un disegno di legge dall'ex ministro per la Sanità, on. Mariotti. Non sono mai stati discussi dal Parlamento. In materia da noi c'è il vuoto, a differenza di altri Paesi dove il subnormale non è una specie di paria, un individuo che merita solo commiserazione. Per sopperire alle carenze governative è sorta nel 1958 l'« Associazione nazionale famiglie fanciulli subnormali ». Conta 52 sezioni, i suoi scopi sono semplici: consigliare le famiglie e coordinare i loro sforzi, preparare personale specializzato per la terapia, l'educazione e l'assistenza degli insufficienti mentali, suscitare l'interesse dell'opinione pubblica sui problemi di questi infelici, aiutarli nell'inserimento nella vita produttiva. Una visita alla sezione torinese, in via Sant'Agostino 2, ci ha dimostrato l'importanza e l'efficacia di questa iniziativa. La presidente, dottoressa Mirella Casale Antonione, spiega: « I nostri iscritti sono 505. L'immigrazione ha sensibilmente aumentato la percentuale dei subnormali nella " città del benessere ". tuttavia molte famiglie ignorano che la loro creatura può trovare qui un'assistenza idonea. Altre, invece, preferiscono accudire da sole al gravoso impegno di migliorare il livello intellettivo del figlio o della figlia colpiti dalla penosa menomazione. Per prima cosa, cerchiamo di superare il trauma psicologico dei genitori dei subnormali. Li convinciamo che nella maggior parte dei casi non hanno un figlio idiota o " incapace di intendere e volere ". ma un giovane che può riacquistare in parte il terreno perduto nell'infanzia ». Le parole, i consigli, le buone intenzioni naturalmente non bastano. Ogni sabato i giovani subnormali si riuni- Le proteste, le critiche, gli j accertamenti sulla situazione degli ospedali psichiatrici torinesi — un doloroso fenomeno che riguarda, in misura più o meno grave, i manicomi di tutta la Penisola — non possono trascurare un settore altrettanto delicato per ogni paese civile: quello dei subnormali. La scienza medica inquadra sotto questo termine i mongoloidi, i cerebropatici, i ritardati mentali, taluni tipi di epilettici 0 di caratteriali. Una vasta gamma di minorati psichici, insomma, in grado di vivere in seno alla società pur non disponendo di un livello intellettivo medio. In Italia i subnormali si fanno ascendere a circa un milione e mezzo: una cifra drammatica, perché rappresenta il 3 per cento della popolazione. Nella sola provincia di Torino, questi sventurati si aggirano tra i 55 e i 60 mila. Diverse le cause di tale anomalia: malattie della cellula sessuale paterna o materna, come l'alcolismo e la lue (ma costituiscono la minoranza dei casi); alterazioni del numero dei cromosomi della cellula madre, origine del mongolismo; malattie dell'embrione durante la vita intrauterina (ad esempio la rosolia contratta nei primi mesi di gravidanza); traumi da parto, provocati dal forcipe o da asfissia; ittero emolitico del neonato (incompatibilità tra il sangue -della madre e quello del neonato); malattie della prima infanzia localizzate nell'encefalo; lesioni al capo in conseguenza di cadute, percosse, eccetera. Qualunque sia la causa di questa sventura, gli effetti sono disastrosi. Parecchi genitori di subnormali cercano di allontanare dalle pareti domestiche quella che considerano — ingiustamente — una «vergogna», affidando la crea tura al manicomio o al « Cottolengo », quando la disumanità non arriva al punto di tenerla segregata in un ripostiglio, come un animale immondo. Oppure circondano di,. iperprotezione il subnormale, impedendogli di sviluppare e manifestare le proprie capacità, più o meno ridotte ma sempre affioranti. Lo portano da uno specialista all'altro, con la speranza di essersi sbagliati: di sentirsi dire, cioè, che il loro figlio non è « diverso ». Il responso negativo suscita delusione, disperazione. Sono pochi 1 genitori che considerano obiettivamente la capacità del proprio bambino e si adoprano subito — con infinita tenerezza, ma con la necessaria forza morale — per alimentarne le doti, anche minime, di carattere intellettuale, iL'assistenza e l'euucaZiomq scono per un'esercitazione di canto e ginnastica. Sono entusiasti di questo diversivo, rivelano Un impegno che sorprende il profano. Altri 34 subnormali frequentano — con indubbio profitto — il «Centro occupazionale» creato dal sodalizio in piazza Chiaves: imparano lavori semplici, ma li svolgono con fierezza. A poco a poco la loro intelligenza si affina, l'isolamento si trasforma in vita di relazione, lo sguardo si ravviva. Ragazzi o adulti che un tempo sarebbero finiti al manicomio o al « Cottolengo » vengono recuperati, a vantaggio della società. Al funzionamento contribuiscono la Provincia, saltuariamente il Comune, enti privati. Purtroppo — secondo la dottoressa Casale Antonione l'assistenza ai subnormali dovrebbe iniziare dalla «scuola materna», in cui finora esistono'solo poche classi differenziali. A Torino i giovani subnormali dispongono attualmente di tre scuole «speciali», oltre a qualche classe differenziale sparsa qua e là. Per i casi più gravi non ci sono apposite scuole statali, il che costituisce un serio onere per le famiglie (chi ha un figlio subnormale, che richiede cure e spese notevoli, non usufruisce di alcuna detrazione fiscale). Accennando al problema dei subnormali è doveroso dare atto alle provvidenze attuate dall'Amministrazione della Provincia. In corso Toscana ha organizzato un « Centro di lavoro protetto » che ospita una settantina di giovani oltre i 15 anni, e una succursale a Pinerolo con la collaborazione del Comune. conaDorazione aei uomune. Centri analoghi funzionano a Biella e Casale, mentre in altre città del Piemonte sono in fase di allestimento. Resta la questione di fondo, che concerne lo Stato. Il suo intervento dovrebbe consistere — attraverso leggi sollecite e precise — nella diagnosi precoce dell'indice intellettivo, istituzione di scuole materne e scuole speciali anche per i cosiddetti « ascolastici», censimento dei subnormali, incremento dei centri di istruzione professionale a diversi livelli e di « laboratori protetti », creazione di pensionati a tipo familiare per gli orfani e gli avulsi dalla famiglia. Una pretesa non assurda, dal momento che quel milione e mezzo di sventurati sono creature come noi, forse migliori di noi. Giorgio Lunt liiorgio Lunt

Persone citate: Balconi, Dal Canton, Mariotti, Mirella Casale Antonione

Luoghi citati: Biella, Casale, Italia, Piemonte, Pinerolo, Torino