Commerciante si getta dalla finestra

Commerciante si getta dalla finestra MENTRE E CARABINIERE Im'ARRESTARO Commerciante si getta dalla finestra Morto sul colpo: aveva 68 anni - Una dottoressa cinquantenne si asfissia col gas rischiando di far morire la madre e la sorella paralitiche - Si sopprime col veleno un vedovo di 60 anni (Nostro servizio particolare) Roma, 10 febbraio. Tragica catena di suicidi, stamane, a Roma nelle prime ore del mattino: un commerciante si è gettato dalla finestra sotto gli occhi dei carabinieri andati, ad arrestarlo per bancarotta fraudolenta; una dottoressa analista si è lasciata avvelenare dal gas rischiando di far morire anche la sorella paralitica e la madre gravemente ammalata; un altro uomo, rimasto solo dopo la morte della moglie, si è invece avvelenato coi barbiturici. L'episodio più drammatico è quello avvenuto verso le otto in una elegante palazzina di piazza Rocciamelone 11, a Montesacro. Tre carabinie¬ ri in borghese hanno suonato alla porta di Onofrio Li Causi di 68 anni, proprietario fino a dieci mesi fa di una nota galleria d'arte di viale Adriatico e padre di tre figli. E' andato ad aprire lo stesso Li Causi. Era in pigiama e compreso subito quale era il motivo di quella visita ha detto: « Scusatemi vado a vestirmi e torno ». Il commerciante, che era originario di Partanna in provincia di Trapani, entrato nel soggiorno ha aperto una finestra gettandosi nel vuoto dal quarto piano. La morte è stata istantanea. Al momento del suicidio c'era in casa anche la moglie del Li Causi 11 quale ave¬ va tentato altre volte di togliersi la vita. Aveva avuto varie disavventure giudiziarie ed era già stato in carcere nel 1955. Di recente la galleria d'arte di cui era titolare era stata dichiarata fallita ed il sospetto che la liquidazione non fosse stata regolare gli valse una denuncia ed il mandato di arresto per la cui esecuzione si erano presentati stamane i tre carabinieri. L'altro suicidio è avvenuto in un appartamento di piazza Sallustio 3, in cui vivevano trt donne sole: Maria Silvia D'Ormea, cinquantenne, analista e titolare di un avviatissimo studio in via Piave, la madre Margherita di 84 anni, da tempo immobilizzata a letto, e la sorella Letizia, di 51 anni, paralizzata da quindici anni. Maria Silvia D'Ormea, chiusa la porta della cucina, si è lasciata asfissiare dal gas mentre la madre e la sorella erano immerse nel sonno. Non ha lasciato alcun biglietto per spiegare il suo tragico gesto ma si ritiene che esso sia dovuto ad un esaurimento nervoso ed allò sconforto per la sua difficile situazione familiare. Il terzo suicidio è stato quello di un uomo di 60 anni, Cleto Boesmi, il quale, rimasto vedovo e solo, si è ucciso ingerendo dei barbiturici, g. fr.

Persone citate: Cleto Boesmi, Li Causi, Maria Silvia D'ormea, Onofrio Li

Luoghi citati: Partanna, Roma