Nelle persecuzioni di Molière la condanna di ogni dispotismo di Lorenzo Mondo

Nelle persecuzioni di Molière la condanna di ogni dispotismo Nelle persecuzioni di Molière la condanna di ogni dispotismo Bulgakov ha dedicato all'autore del «Tartufo» un'affettuosa biografia, dove la Francia del Re Sole ricorda la Russia di Stalin Intorno alla Pasqua del 1659, il giovane Charles de La Grange entrò nella compagnia teatrale di Molière che aveva appena ottenuto la protezione del duca d'Orléans e si fregiava del titolo di « Troupe de Monsieur ». Il nuovo attore prese l'abitudine di annotare su un registro i fatti salienti nella vita della compagnia: il numero delle repliche1,' gli incassi, i decessi e i matrimoni, gli arrivi e le partenze. Per merito di quel brogliaccio è possibile ricostruire in parte la biografia di Molière, sovrapporre una maschera tragica al volto di uno dei più legittimi rappresentanti dell'esprit gaulois. Molière aveva allora 37 anni ed era giunto al successo dopo una dura esperienza di attore nomade nel Sud della Francia, con il ricordo bruciante della prigione per debiti. D'ora in poi non gli mancheranno i trionfi, ma saranno sempre avvelenati dal sospetto, dalla calunnia, dal compromesso avvilente. . Si racconta che Luigi XIV si nascondesse dietro la poltrona del cardinal Mazzarino per non perdere la «prima» d'una sua commedia. Ma quando Molière mise in ridicolo il salotto di Madame de Rambouillet e le affettazioni delle précieuses, fu costretto a mutilare la sua opera. Era cosi acuto il suo spirito di osservazione e sanguigno il suo realismo, che ad ogni recita c'era qualcuno tra il pubblico che smaniava e imprecava, credendo di ricono¬ scersi tra gli attori in scena: nobilotti boriosi, medici ignoranti, borghesi avidi e gelosi. Il particolare aggiungeva nuova esca al divertimento e al successo. Ma una volta il duca de La Feuillade, sentendosi offeso, affronta Molière, gli strofina il volto con i grossi bottoni-della sua giubba, lasciandolo umiliato e sanguinante. Spesso, per non comprométtere il favore sovrano, dovrà diluire le sue commedie in coreografie e balletti, ed il prediletto Tartufo attenderà cinque anni prima di trovare, manomesso, la via della scena. Intanto, gli muovono guerra dai pulpiti accusandolo di empietà e libertinaggio, proiettano sulla sua vita il sospetto atroce dell'incesto: Molière, tra- volto dalla passione, ha sposato la giovanissima Armande figlia di Madeleine Béjart che è stata sua amante. Questa esistenza cosi complessa, sciabolata di luci e di ombre, ha turbato profondamente Michail Bulgakov, dettandogli un'opera compòsita in cui il rigore della documentazione sfuma nella favola e nell'apologo (scritta nel 1932-33, è stata pubblicata nellUrss soltanto nel 1962, e la riduzione teatrale non ha avuto miglior sorte). Bulgakov, uomo di teatro, contempla af-. fascinato un momento irripetibile nella storia della cultura occidentale: « Tuona, Pont-Neuf! Sento che nel tuo chiasso nasce, da padre ciarlatano e da madre attrice, la commedia francese; essa strepita, e il suo volto primevo è cosparso di farina». Ma lo interessa soprattutto il conflitto perenne tra l'artista e il potere costituito, quello che scandì tragicamente la sua stessa vita. Per questo la sua biografia di Molière è cosi toccante, così soffusa di scintillante malizia. Dai parchi e dai giochi cf'acqua di Versailles sembrano affiorare a tratti le torri compatte del Cremlino, sul labbro sdegnoso di Luivi XIV- stamparsi i baffi di Stalin: il tiranno che fu, paradossalmente, anche il solo ambiguo protettore rimasto a Bulgakov nell'età buia in cui gli toccò vivere e scrivere. Lorenzo Mondo MICHAIL BULGAKOV: Vita del signor di Molière. E. Mondadori. Pag. 241, lire 2000. BULGAKOV VITA DEL SIGNOR DI MOLIÈRE AKKi.': l'i'1 M-.;N;.WXim 1411:0»^

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