Parigi vuol diventare la capitale del Mec In cambio toglierebbe il veto a Londra di Sandro Doglio
Parigi vuol diventare la capitale del Mec In cambio toglierebbe il veto a Londra Parigi vuol diventare la capitale del Mec In cambio toglierebbe il veto a Londra La proposta di trasferire gli organismi europei a Chantilly è partita dall'ex prefetto della regione parigina, un fedelissimo di De Gaulle - Bruxelles, da undici anni sede provvisoria della Comunilà, ne ha tratto grandi vantaggi economici (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 1 febbraio. Una viva agitazione regna negli ambienti economici europei, soprattutto in quelli più strettamente legati a Bruxelles. Potrebbe scaturire una nuova battaglia all'interno del Mec, tra Francia e Belgio. Prima di lasciare il posto di prefetto della regione parigina per diventare presidente dell'Elettricità di Francia, Paul Delouvrier ha rilanciato la proposta di trasferire la sede del Mercato Comune da Bruxelles a Chantilly, presso Parigi. L'ipotesi è giudicata nel complesso irrealizzabile, ma alcuni fatti e certe supposizioni lasciano temere che mantenere a Bruxelles la capitale europea non sarà così facile come finora si era creduto. Bruxelles, intanto, è tuttora « sede provvisoria » del Mec, anche se da undici anni ormai ospita i quasi cinquemila funzionari della Commissione esecutiva del Mec, del Consiglio dei ministri dei Sei Paesi e del Comitato economico e sociale. A Bruxelles non hanno sede, invece, il Parlamento europeo (che ha uffici a Lussemburgo e tiene riunioni a Strasburgo), la Corte di giustizia del Mec, l'Istituto statistico delle Comunità e la Banca europea (tutti a Lussemburgo). Il rilancio della candidatura di Chantilly suscita apprensione in Belgio perché si sa che il prefetto Delouvrier è un « fedelissimo » del generale De Gaulle, e quindi si suppone che la proposta sia stata fatta con il consenso del Capo dello Stato francese. Secondo molti osservatori, non si esclude che il governo di Parigi possa rinunciare al proprio veto contro l'ingresso della Gran Bretagna nel Mec, mettendo tuttavia come condizione il trasferimento della Comunità da Bruxelles a Chantilly. Questa, almeno, è l'ipotesi che avanzano oggi alcuni giornali belgi. Scrive la Libre Belgique, autorevole quotidiano che spesso è l'eco del pensiero dei responsabili del Ministero degli Esteri: « Il paese che accoglierà la capitale europea nelle sue frontiere deve essere degno della fiducia di tutti gli altri Stati. Questa fiducia non deve essere soggetta all'arbitrio dell'ospitalità francese nei confronti delle organizzazioni internazionali. Non molto tempo fa lo Shape ha dovuto abbandonare Versailles e il Consiglio della Nato la stessa Parigi. Se un giorno le Comunità si installassero a Chantilly si dovrebbe temere di vederle espulse per l'umore di un principe capriccioso ». In seguito alla sistemazione, sia pure provvisoria del Mec e della Nato, Bruxelles ha visto la propria popolazione aumentare di parecchie centinaia di migliaia di persone, richiamate nella capitale europea dalle più ampie prospettive di lavoro. Il « boom » edilizio è impressionante, superiore forse a quello di qualsiasi altra città in Europa. Il livello di vita è aumentato per tutti. Quasi tutte le imprese americane in Europa hanno la sede centrale a Bruxelles, e ciò — indubbiamente — perché qui è la sede della Comunità economica. Oltre centomila sono gli stranieri che, con un alto reddito, vivono nella città, per impegni di lavoro in qualche modo legati alla costruzione del Mercato Comune. L'Europa è un affare d'oro per Bruxelles. Ciò spiega perché la Francia potrebbe volerne il trasferimento della capitale a Chantilly e perché i belgi si preoccupano tanto e sono pronti a difendere con qualunque mezzo il mantenimento della situazione attuale. Sandro Doglio
Persone citate: De Gaulle, De Gaulle - Bruxelles, Paul Delouvrier
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