Assalto ad un ufficio delle Poste un'impiegato fa fuggire i banditi

Assalto ad un ufficio delle Poste un'impiegato fa fuggire i banditi Questa volta a s, quinta rapina in nove giorni Assalto ad un ufficio delle Poste un'impiegato fa fuggire i banditi Arrivano in tre su un'auto rossa - Scaraventano una donna contro il banco, un ragazzo assiste alla scena - Un cliente che riponeva il portafogli in tasca rischia la fine del dott. Gajottino ucciso nella banca di Ciriè - I banditi riempiono il sacco con biglietti, ma una giovane fa cadere un cassetto: al rumore scappano lasciando il bottino, 4 milioni e mezzo Quinta rapina in nove giorni: come la prima, avvenuta il 22 gennaio, in un ufficio postale. I banditi sono certamente gli stessi. Tra l'una e l'altra, sono stati presi d'assalto l'ufficio di un cambiavalute, la cassa di un cinema, il chiosco dt un benzinaio. Per queste tre imprese è meno sicuro che si tratti della stessa banda: ma potrebbe essere. Ieri, è accaduto a Brandizzo, nell'ufficio ppstale di via Torino. In questi uffici il personale è quasi sempre femminile. A Brandlzzo, le impiegate sono cinque: la direttrice Flora Fobelli, 46 anni; Rosalba Canonica e Raffaella Vaiano, entrambe trentenni; Luigina Paulon, 43 anni, Romana Daniela, ventisette. Sono tutte al lavoro, dietro 11 banco che taglia in due il locale e che, a una estremità, termina in un'anta chiusa con un catenaccio. Alle 17,20, ci sono due clienti soltanto. Caterina Giorgi, 60 anni, con 11 nipotino Carlo di 9 anni, sta per uscire. Alfredo Giacosa, 43 anni, dipendente della ditta Querena, ha spedito una raccomandata e sta infilando la ricevuta nel portafogli. Una Giulia G. T. rossa, nella penombra del crepuscolo, si ferma davanti all'ingresso laterale, Entrano tre giovani. Stringono le pistole in pugno, hanno sciarpe tirate fin sul naso e occhiali scuri. Bruni, sul vent'anni. Il più alto, che sembra 11 capo, regge anche una sacca di tela. Indossa un soprabito grigio: « Molto elegante, distinto », lo descriveranno le impiegate. Il secondo, più basso e tozzo, porta un giubbotto carta da zucchero. Il terzo un cappotto blu sbiadito. Caterina Giorgi, che è ormai sulla soglia con il bimbo per mano, viene respinta con un urto, che la manda a sbattere contro il banco: deve aggrapparsi per non cadere. Il ragazzo, gli occhi sgranati, slede su un divano nell'angolo. Rimarrà quieto e zitto durante gli interminabili minuti della rapina e sarà il più preciso nel descrivere i banditi. L'altro cliente, Alfredo Giacosa, si volta di scatto. Sta infilando 11 portafogli nella tasca Interna della giacca. Lo stesso gesto di chi stia per estrarre una pistola: due anni fa, a Ciriè, costò la vita al dott. Gajottino, il bandito Cavallerò perse la calma e sparò. Questa volta il capo conserva il sangue freddo: passa la pistola nella sinistra, con la sacca, afferra 11 Giacosa alla gol» e lo inchioda contro li muro. Poi gli vibra un fendente alla sfa' la con il taglio della mano. « Aveva pensato ad uno scherzo..-?- dice il Giacosa in quel moménto ho capito che. era una rapina». «Fermi tutti, jliamo t soldi », dice il c..,jo. Seguito da imo del complici si avvia allo sportello in tondo al banco, tira il catenaccio ed entra tra le impiegate immobili. Il terzo bandito è rimasto sulla porta, la pistola spianata. Ora il capo è davanti alla scrivania della direttrice, di fianco c'è la cassaforte. « La apra », ordina. Il complice lo tocca leggermente su un braccio: « Lo sportello è socchiuso ». a Non sembravano rapinatori professionisti — diranno concordi 1 testimoni — parlavano a voce troppo alta, stridula, apparivano eccitati benché tentassero di ostentare sicurezza ». Il capo passa la borsa al compagno, che la riempie con manciate di biglietti arraffati alla rinfusa nella cassa forte: 60 mila lire, assegni, una cartella con francobolli per 800 mila lire. Il capo apre un cassetto, intasca una manciata di monete da cento, altre cadono a terra tintinnando. L'impiegata Vaiano ha un brusco movimento di sorpresa, la cocca del grembiule che s'è impigliata nel pomo del suo cassetto lo fa cadere. Un tonfo sordo, Improvviso: il capo sobbalza e grida al complice: « Tientì pronto ». E' il segnale della fuga. Se ne vanno trascurando un grosso pacco sulla scrivania della direttrice: contiene 4 milioni e mezzo, è stato appena confezionato per essere trasportato alla sede centrale. Sulla porta, il capo si volta: « Voglio due minuti di silenzio. Se sento qui dentro una parola, torno e v'ammazzo tutte». Escono, si ode il rombo della macchina rossa che parte con una accelerata rabbiosa. La direttrice telefona ai carabinieri: vengono disposti posti di blocco, arrivano il colonnello Delluca con il ten. Formato, il dott. Monttsano con 11 dott. De Luca. SI riesce a sapere che i banditi hanno lasciato per un'altra la vistosa auto rossa. Qualcuno ne ha preso 1 numeri di targa: TO 811956, rubata dei rapinatori. E' il meccanico Giovanni Lusci, 23 anni. In tasca aveva una pistola a gas, con la quale ha minacciato il direttore di un ritrovo che gli impediva di entrare. Oggi sarà messo a confronto con gli impiegati dell'ufficio postale. in via Asti 37, a Michele Gente. Nella notte 1 carabinieri hanno compiuto una battuta in città e nella « cintura », controllando persone e veicoli sospetti. In via Amendola hanno arrestato un giovane di Venaria i cui connotati corrispondono a quelli di uno La gerente mostra i 4 milioni abbandonati dal banditi - Il cliente Alfredo Giacosa e l'impiegata Daniela Romana

Luoghi citati: Brandizzo, Brandlzzo, Ciriè, Venaria