Milva in testa, Villa è eliminato dopo la prima serata del Festival

Milva in testa, Villa è eliminato dopo la prima serata del Festival L'inaugurazione della rassegna davanti a venti milioni di telespettatori Milva in testa, Villa è eliminato dopo la prima serata del Festival Il casinò era circondato da un grande spiegamento di polizia - I motivi presentati sono parsi nel complesso mediocri e senza originalità - Rita Pavone ( premaman) al secondo posto; terze la Cinquetti e France Gali (Dal nostro inviato speciale) | Sanremo, 30 gennaio. Le ventuno giurie del Festival di Sanremo, insediate in altrettanti quotidiani d'Italia, al termine deUa prima serata hanno selezionato sette canzoni per la finale di sabato. Esse sono, nell'ordine: 1. « Un sorriso », Don Backy, Milva, voti 413; 2. « Zucchero », Dik Dik, Rita Pavone, .voti 401; 3. « La pioggia », Gigliola Cinquetti, France Gali, voti 391; 4. « Ma che freddo fa », Nada, i Rokes, voti 323; 5. « Un'avventura », Lucio Battisti, Wilson Pickett, voti 323; 6. « Cosa hai messo nel caffè », Riccardo Del Turco, Antoine, voti 307; 7. « Tu sei bella come sei », Showmen, The Primitives, voti 302. Il fatto più clamoroso è la eliminazione di Claudio Villa. La sua canzone, « Meglio una sera piangere da solo », è giunta penultima. II cantante romano, dopo avere appreso i risultati, è uscito dal Casinò molto agitato, senza fare commenti. La prima ondata è passata. Venti milioni di telespettatori hanno ascoltato dodici delle ventiquattro canzoni del 19" Festival di Sanremo. Molti le avranno apprezzate perché gli italiani non sono esigenti in fatto di canto, si accontentano. Poi c'è la suggestione provocata dal mezzo di trasmissione: il video emana un certo fascino, specialmente quando il telespettatore sa che a guardare ciò che lui guarda ci sono milioni e milioni di altre persone. Ma se cerchiamo di ripensare con obiettività alle canzoni che sono state lanciate questa sera non è che ci sia da stare molto allegri. Siamo sempre allo stesso livello degli anni scorsi con l'aggravante che se in passato le canzoni moderne defraudavano un po' quelle antiche, le canzoni di oggi defraudano, salvo qualche eccezione, quelle antiche, quelle di ieri l'altro e quelle di ieri. E' difficile sentire una canzone senza che ci riporti al ricordo di altri motivi pressoché identici che da anni hanno fatto il loro corso. Vediamole una per una queste canzoni che hanno, tanto per dire,. allietato la serata di venti milioni di italiani. Il via ce lo dà Lucio Battisti, un nome non certo famoso (qualcuno alle mie spalle, proprio al momento dell'attacco mormora al vicino: «Non ti pare che questo Festival sia un concorso di Castrocaro con qualche ospite d'onore? ». Ieri invece Radaelli, l'organizzatore, mi diceva: « Cosa volete di più? Ho portato a Sanremo i cantanti italiani più rappresentativi). Dunque, Battisti attacca Un'avventura per dire che «non sarà un'avventura, non sarà un fuoco che col vento può morire », ma sarà qualcosa che vivrà sempre. Capelli a riccioli quasi caprini, è in giacca blu con un grande fazzoletto bianco che gli penzola sul petto. Molti cantanti di stasera seguono questa moda. Le canzoni, presentate con garbo da Gabriella Farinon e Nuccio Costa, vengono eseguite a gruppi di tre e poi ripetute nella seconda versione. Il partner di Battisti è Wilson Pickett, ben altra tempra di cantante. Comunque anche lui non riesce a cavare gran che da questa canzone; la sua esibizione dello scorso anno, con Deborah, fu senza dubbio superiore. Cos'hai messo nel caffè? cantata prima da Riccardo Del Turco e poi da Antoine, è un motivo orecchiabile: l'innamorato rivolge alla sua ragazza questa domanda angosciosa perché, dal momento in cui ha accettato, in una fredda sera, di salire a bere una tazza di caffè, s'è trovato nelle vene il veleno del l'amore. Anche Antoine rende meno di quanto rese nel '68 con Pietre. Tu sei bella come sei nell'esecuzione dei due complessi, i Showmen e Mal e i Primitives è un motivo leggero valorizzato soprattutto dal primo complesso per la sua bravura tecnica. Meglio una sera piangere da solo è la canzone scritta da Mino Reitano, un giovane cantautore, il quale la esegue in coppia con Villa. E' l'intramontabile filone melodico nel quale Villa, da maestro, sa mettere dolcezza e irruenza. La sua donna oggi gli ha spento il sole della vita e il suo cuore muore a poco a poco. « Meglio una sera piangere da solo I — geme — meglio una volta tanto non pensarti I ... cerco la tristezza I di strade vuote I dove la gente dorme I e non mi ascolta I... voglio dimenticare le tue parole e questa sera piangere da solo ». I pugni di Villa si chiudono, protesi verso il pubblico, nel grande sforzo di questa volontà di obliterazione e la sua fronte s'imperla di sudore. Forse Villa non riuscirà a piangere da solo, farà piangere chissà quanti altri cuori tristi e desolati nelle grandi tribolazioni dell'amore. Zucchero ci mostra, dopo l'esecuzione dei Dik-Dik, due in smoking rosso e uno in bianco, Rita Pavone in minigonna premaman. Biondissima, mamma tra sei mesi, ma ancora con aria molto sbarazzina, Rita canta questa composizione, nata senza molte pretese, mettendo nell'esecuzione ancora un pizzico della sua verve. Teddy Reno dietro le quinte, prima di lasciarla andare sul palcoscenico, le ha fatto l'ultima raccomandazione: « Agitati poco, pensa al bambino prima di tutto ». E' l'ultima volta che Rita canta: . « Ne riparleremo fra una decina di mesi, dopo l'allattamento. La mia partecipazione al Festival vuole essere soprattutto un saluto, un arrivederci ai miei fedeli ». Il sole è tramontato, e infatti c'è poca luce su questa canzone. Checco, l'ex solista dei Giganti ed Elio Gandolfi fanno quello che possono per cercare di animarla, ma non hanno molto entusiasmo anche perché devono concludere gridando: « Vai, I vai pure via con luì e non fermarti mai ». Un sorriso è di Don Backy, cantata da lui e da Milva. E' una delle canzoni che si distingue per una sua ispirazione musicale sentita. Comunque, anche qui si tratta di un amore sfortunato: « Bella I come nulla al mondo eri per me, I solo con un'ombra di un sorriso I spezzavi il vuoto che si trova in me ». Ma adesso il suo sorriso non è più per lui e lui piange e implora: « Fai finta d'aver pietà I del grande amore che c'è in me ». Ma' che freddo fa ci offre l'interessante interpretazione di una delle giovanissime, Nada, sedicenne: minuta, graziosa, con una voce profonda che sembrerebbe venire da donna alta e grossa il doppio. Gli altri esecutori sono i Rokes, anche loro bravi, incisivi con gli strumenti elettrici dai quali sanno ricavare un efficace vigore. Alla fine della strada non c'è l'amore che lei aveva promesso e l'innamorato è deluso: « Strada che hai visto il mio amore morire così I dimmi se ad un altro ragazzo lei dice di sì ». Sono in queste angustie Junior Magli, e i Casuals; Magli canta molto con le mani, e i quattro Casuals, inglesi, biancovestiti, s'aiutano con le chitarre. Io che ho te è un amore sereno: « Parlerò I solo di noi due I ... il tramonto avrà I la stessa in- tensità I di un tuo bacio ». Esprimono questa gioia i New Trolls (il loro solista ha un'aria, un po' spiritata) e Leonardo. , Le belle donne vengono prima di. tutto, dicono Robertino e il negro Rocky Roberts: « Di cose belle nel mondo I per me ce n'è un finimondo (chissà che fatica sarà costata questa rima; n.d.r.): ma su una cosa non dubito che I siate d'accordo con me... I prima di tutto metto le belle donne ».\ La pioggia ci preseqta^.una Cinquetti in abito corto, di fili d'argento, sempre bella, sempre immagine della fresca giovinezza. Lei e la France Gali, la francesina che si presenta in abito dorato, affermano che può cadere il mondo ma loro non cambiano mai: cambia il tempo, « Il sole se ne va I l'inverno fa paura a tutti ma: c'è un fuoco dentro me, 1 che non si spegnerà». Questa è là razione di oggi; e pare che basti. Domani sera vedremo quali altri drammi d'amore lacrimosi ci verranno proposti. Remo Lugli France Gali, una delle più graziose esordienti, interpreta «La pioggia» (Tel. Moisio]

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