Unanimità (quasi) solo per le canzoni di Enzo Biagi

Unanimità (quasi) solo per le canzoni 20 Mxiilioxii sklMst tv, mmmm po' di proteste in nistxxo. Unanimità (quasi) solo per le canzoni Venti milioni di cittadini si raccolgono per tre sere davanti ai televisori. Nulla potrebbe distrarli dallo storico appuntamento: il Festival di Sanremo è ormai patrimonio della Nazione. Gli osservatori più attenti rilevano che, con certezza, si possono considerare ingiustamente esclusi dal generale tripudio soltanto i neonati, ed è comprensibile il disagio del personale viaggiante delle Ferrovie e dei naviganti di alto mare, che devono accontentarsi di ascoltare la radio. Ci sono mestieri che comportano duri sacrifici. Quest'anno, l'attesa è ancora più drammatica: l'ombra dell'incertezza domina la manifestazione. C'è l'eventualità che. al lancio di nuovi idoli e di nuovi motivi, si accompagni anche quello di derrate varie: la grande sagra della musica leggera, l'Olimpiade del ritornello facile, rischia di essere contestata. Giovani ribelli, di oscura provenienza politica e di confuse aspirazioni sociali, non gradiscono questo sfoggio di abiti da sera e di orchestre, di rime approssimative e di ricchezze ben definite. Eppure, tutto il Paese è pervaso di armonie, e se a destra s'ode un gorgheggio, a sinistra risponde un acuto. Ad Assisi, si organizzano mistici convegni perché, anche nelle canzonette, l'amore venga santificato; ai raduni dell'« Unità », i manifesti promettono, oltre alle consuete bottiglie di lambnisco e alle apprezzate cresccntine al prosciutto, un « numero » di Iva Zanicchi e un discorso di Luigi Longo. Ci sono cappellani che svolgono il loro apostolato fra i detenuti o fra gli orfani, ma non mancano padri cappuccini che si dedicano all'assistenza degli urlatori. A Bologna, i frati dell'Antoniano si sono fatti promotori dello « Zecchino d'oro », una gara tra i fanciulli; la1 sciate che i pargoli vadano a loro, che li trasformano subito in tanti piccoli Claudio Villa. Quando la Rai minacciò di escludere dal concorso il rinomato Bobby Solo, colpevole di inadempienze contrattuali, ci fu, nel nostro popolo, un momento di costernazione. Poi Gianni Granzotto, con la penna che sa le tempeste di « Tribuna politica », firmò la grazia, e tutti ne furono consolati. Sanremo coinvolge editoria, sistemi nervosi, mercato discografico: un settimanale che pubblica i testi delle composizioni in lotta ha battuto il primato delle tirature, un milióne e settecentomila copie, e fregia la sua copertina di un'orgogliosa coccarda tricolore. Le farmacie della Riviera ligure incrementano lo smercio dei tranquillanti, e anche una onesta richiesta di lamette da barba e di sonniferi provoca nella zona cupi sospetti. Per accrescere la tensione, per accaparrarsi simpatia, si esibiscono anche le incipienti gravidanze; e per attaccare un mitico concorrente, qualcuno gli appioppa un paio di trascu' rate paternità. Perfino l'innocenza è trascinata nella strepitosa lizza. Secondo un'autorevole pubblicazione tecnica, ogni anno, nella Repubblica, si promuovono duecento festival. C'è il Cantagiro e il Cantastampa, c'è la contesa delle Sirene e quelle delle Rose, e c'è una speranza anche per gli Sconosciuti; c'è chi batte gli itinerari diuretici (Castrocaro), e chi invece predilige le località turistiche (Venezia). Ma Sanremo è e resta, dopo diciannove an-, ni di gloriose battaglie che hanno visto i trionfi di tante brave ragazze paesane, da Nilla Pizzi a Tonina Tornelli, l'insuperabile. Che cosa ci promette quest'ultima edizione? A dare uno sguardo alle invenzioni dei poeti, non parrebbe che le fantasie si siano scatena¬ te. I titoli sembrano ispirati dal colonnello Bernacca: Pioggia. Ma che freddo fa, Il sole è tramontato; le storie narrano, in molti casi, le imprese di innamorati logorroici e presumibilmente insopportabili. Dice il protagonista di Io che ho te: « Io che ho te. parlerò solo di noi due », ed è probabile che l'argomento non offra alla lunga molti pretesti; c'è un altro infelice che attacca: « Sento che torni ogni sera a parlare con me». Siamo nell'epoca del dialogo. I signori Bigazzi e Del Turco propongono al pubblico: Cosa hai messo nel caffè; la risposta potrebbe venire dall'opera di Mogol, Asai, Soffici e Guscelli, propriamente denominata Zucchero. Non scandalizziamoci per questo plebiscito: meglio avere un pretesto per starsene tutti in casa che una ragione per scendere compatti in piazza. Enzo Biagi

Luoghi citati: Assisi, Bologna, Sanremo, Venezia