Mangiavillano continua ad insistere nel suo alibi dice: «Mi trovavo in Grecia per comperare droga»

Mangiavillano continua ad insistere nel suo alibi dice: «Mi trovavo in Grecia per comperare droga» Mangiavillano continua ad insistere nel suo alibi dice: «Mi trovavo in Grecia per comperare droga» (Nostro servizio particolare) Roma, 22 gennaio. Francesco Mangiavillano, di 36 anni e secondo imputato per il delitto di via Gatteschi (dove il 17 gennaio 1967 i fratelli Silvano e Gabriele Menegazzo vennero aggrediti ed uccisi per rapina) ha aggiunto oggi nel suo alibi che, al momento del crimine era ad Atene per « trattare l'acquisto di una partita di hashish ». E a conferma ha fornito anche il nome di un altro testimone: Kurt Homman, abitante in Germania. Costui, assieme allo studente André Klaus, dimorante in Lussemburgo, potrebbe provare che il Mangiavillano, quel giorno, si trovava davvero in Grecia. Presidente — Lei ha detto di essere partito il 16 gennaio. Andò solo? Mangiavillano — No. Ero con un certo Kurt Homman che abita a Zurigo e a Monaco. Ma non so quale sia il suo indirizzo. Quando aveva bisogno di me per qualche traffico di contrabbando, mi telefonava... Presidente — Racconti il suo viaggio. Mangiavillano — In auto siamo andati a Napoli per la autostrada, abbiamo pranzato e siamo arrivati a Taranto passando per Potenza. Ci siamo fermati in una località a 40 chilometri da Taranto dove ci aspettava un motoscafo. Era quasi mezzanotte. Presidente — Che cosa dovevate fare in Grecia? Mangiavillano — Vede... Ieri non ho voluto dirlo... Ma ho riflettuto. E' meglio che parli. Si trattava di «hashish». Presidente — Come era il mare? Mangiavillano — Mosso. Ricordo che mi faceva paura. Presidente — Quando lei a Roma si incontrò con Homman c'era qualcun altro? Mangiavillano — Non lo direi mai! Presidente — E' libero di dire quello che vuole. Ma l'avverto che deve essere lei a convincerci che si tratti di un alibi vero e non postfabbricato. Quindi... Mangiavillano — E' vero, ha ragione. Non c'era nessuno. All'arrivo in Grecia venne ad accoglierci la moglie di Kurt: una tedesca, molto bella ed elegante, bionda, alta circa un metro e 70. Andammo a casa sua, poi io andai a trovare il mio amico André Klaus che abita in via Mafìotica ad Atene, quasi sotto il Pireo. Aveva due ospiti: una pittrice ed una scrittrice. Rimasi con loro. Il 18 gennaio incontrai nuovamente Kurt Homman che era andato a prendere contatti per la partita di « hashish » e siamo tornati in Italia con lo stesso motoscafo. Presidente — Perché lei di questo alibi non ha mai parlato con nessuno? Perché ha preferito farsi due anni di carcere preventivo? Mangiavillano — Il giudice istruttore dott. Del Basso era prevenuto nei miei confronti. Mi disse una volta: "Io ti faccio condannare all'ergastolo ". Presidente — Perché non ha detto nulla neanche ai magistrati greci che lo interrogarono quando, arrestato ad Atene, dovevano decidere sulla sua estradizione? Mangiavillano — Chiesi se, fornendo un alibi, mi avrebbero liberato. Non mi risposero ed io non parlai. Avv. Nicola De Angelis (parte civile) — Durante la istruttoria il giudice Del Basso ha lasciato l'incarico ed è stato sostituito da un altro magistrato. Perché non ha detto a questo nuovo giudice di avere un alibi? Mangiavillano — Seppi che il dott. Del Basso era stato sostituito soltanto quando erano state arrestate mia sorella Elvira e Anna De Meo che in questa storia non c'entrano niente. Allora pensai che non fosse il caso di parlare anche perché ormai la I istruttoria era chiusa e il processo stava per essere celebrato. Il processo prosegue domani, g. g. IL SECONDO IMPUTATO DEL DELITTO DI VIA GATTESCHI