Che dicono i cèchi di Demetrio Volcic
Che dicono i cèchi Che dicono i cèchi (Nostro servizio particolare) Praga, 21 gennaio. La fidanzata di Jan Palach ha scritto agli amici una lettera in cui dichiara: «Continuate la lotta dì Jan, ma vivi ». La tensione è tuttavia acuta, si temono altri gesti inconsulti. La polizia ricerca una ragazza di 22 anni, studentessa della facoltà di Regìa teatrale, che da stamane è scomparsa. Seguirà l'esempio di Jan Palach? Sembra che si sia confidata con un amico, il quale avrebbe informato la polizia. Altri due giovani sono introvabili a Bratislava e ad Ostrava. Alle cinque del pomeriggio la maggior parte di quanti per tre giorni hanno osservato il digiuno in segno di lutto, hanno abbandonato le tende innalzate a pochi metri dal monumento a S. Venceslao, dove Jan Palach si è immolato. «Abbiamo richiamato l'attenzione del^mondo sui nostri problemi, abbiamo svegliato la coscienza del paese — ha detto uno di loro. — Vorrei sottolineare che il gesto di Jan Palach ha un preciso significato politico. Dopo due mesi ài depressione e di pessimismo oggi la Cecoslovacchia sì è risvegliata ». Sei giovani continuano tuttavia lo sciopero della fame. « Abbiamo posto condizioni precise quando ci siamo decisi a scioperare. Sono le richieste per cui Palach è morto e sono espresse nella sua ultima lettera. Riguardano l'abolizione della censura, la sospensione del giornale sovietico in lingua cèca. Il nostro governo ha parlato molto, ma finora non abbiamo ottenuto quasi nulla ». Stamane all'Università di Carlo il Grande sono venuti gli operai di Kosice portando seimila adesioni alla lotta degli studenti. Uno di essi ha precisato: « Siamo d'accordo con la vostra lotta, ma i metodi non ci sembrano adatti. Dovreste rendere la vostra azione più razionale. La politica si fa su distanze lunghe, dove si vede che un sindacato forte vale più d'un gesto, per quanto nobile sia». Al termine della riunione è stata organizzata una raccolta di fondi. I soldi dovrebbero finanziare un nuovo organismo che colleghi i due movimenti: gli operai con gli studenti. L'esigenza di rafforzare questi legami è uno dei temi di punta al Congresso dei sindacalisti, cominciato oggi a Praga. «Il processo di democratizzazione ha eliminato le barriere a7-tificiali che si erano create tra il movimento operaio e il fronte culturale », ha detto il segretario dei sindacati cecoslovacchi, Pacovskj. E' già un fatto nuovo che il Congresso sindacale dedichi una parte del suo dibattito alla libertà di espressione. Fino a poco tempo fa questo tema era stato poco sentito dagli operai in Cecoslo vacchia. Il presidente Svoboda ha affermato che « 7zo?i tutte le vette sì raggiungono per la strada più breve e più ripida ». Il suo appello al pae se è stato bene accolto. « Nella situazione in cui sia mo, non esiste un gruppo dirigente di ricambio. Se Svoboda e Dubcck dovessero dimettersi, saremmo in balìa, dei collaborazionisti », si sente dire oggi a Praga. Accanto a questa prudenza, in ogni praghese c'è la fierezza di appartenere alla nazione in cui un giovane è ancora capace di morire per la libertà. Con il suo gesto Jan Palach ha riscattato tanti compromessi. I conservatori, i filo-russi, non si sono mossi. Le autoita di Praga hanno reso omaggio a Palach e gli preparano i funerali di Stato, che si svolgeranno sabato. « Come soldato rispetto il gesto, come presidente e cittadino di questo paese non vi nascondo che non posso approvare », ha detto il Capo dello Stato. Dubcek finora non ha parlato; secondo gli uomini vicini al primo segretario del partito, egli sarebbe rimasto profondamente scosso dalla morte di Palach. In Slovacchia uno degli uomini di Husak (sempre meno amato dai progressisti) ha definito il suicidio «un gesto sconsiderato». Per protestare contro questa definizione, oggi gli studenti di Bratislava sono scesi in piazza. Praga ha accolto con interesse le prime reazioni dei paesi dell'Est. Per gli ungheresi si tratta d'un gesto provocatorio che apre la strada ai disordini inutili e pericolosi. Secondo i polacchi la morte di Palach ha reso più attive le forze « antisocialiste ». Demetrio Volcic Hlavaty, l'operalo di Pilsen che si è.dato fuoco, dopo Jan Palach, è sempre gravissimo (Telef.)
Luoghi citati: Bratislava, Cecoslovacchia, Ostrava, Praga, Slovacchia
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