Perchè è tanto difficile la previsione del tempo di Giorgio Abetti

Perchè è tanto difficile la previsione del tempo Perchè è tanto difficile la previsione del tempo Quando alla radio o alla televisione ascoltiamo le previsioni del tempo, siamo avvertiti che queste valgono per le prossime ventiquattro ore. Passate le quali, talvolta si deve constatare che quelle previsioni non si sono avverate. Non vi è dubbio tuttavia che, se si facesse una statistica delle previsioni bene o male riuscite, le prime sarebbero in notevole vantaggio: ma in misura diversa, per le diverse regioni della Terra. Si può facilmente dare spiegazione a questo fatto. Le previsioni del tempo" si basano, come è noto, sulle numerose e continue osservazioni, eseguite sulla superficie terrestre con una vasta collaborazione internazionale. Naturalmente per le previsioni di un dato luogo, supponiamo per l'Italia, si prendono in considerazione soltanto i fenomeni meteorologici delle regioni o dei mari limitrofi; per esempio, le perturbazioni provenienti da Ovest, dall'Atlantico o quelle dall'Europa orientale e dai Balcani. Ma le varie accidentalità del suolo possono influire notevolmente sull'andamento previsto dei fenomeni meteorologici; cosi che la previsione fatta risulta sovente fallace. Meglio vanno le cose in Francia, dove, a causa della conformazione meno accidentata del suolo, le vicende meteorologiche si svolgono con maggiore regolarità. Ancora migliori sono le previsioni negli Stati Uniti, con le vaste pianure, dove si possono inseguire i cicloni tropicali nel loro cor- so. La grande variabilità di temperatura e di pressione nelle varie regioni della Terra, che portano alla condensazione del vapor d'acqua, alla formazione dei venti, con lo scambio delle masse atmosferiche dai poli all'equatore e viceversa, spiega perché fino ad oggi si deve procedere con cautela nella previsione del tempo. Ma oggi, con la facilità crescente di lanciare razzi e satelliti, si possono studiare le condizioni meteorologiche esistenti su tutta la Terra e alle varie altezze. Questo esame, in scala sempre maggiore, si può dire sia appena iniziato e si può prevedere che darà importanti risultati in un prossimo futuro, e proprio assicurare le previsioni per intervalli di tempo maggiori delle ventiquattro ore. Già da qualche anno si ha notizia dei satelliti meteorologici, come i Tiros e i Nimbus, che prendono fotografie delle formazioni di nubi che coprono le varie regioni del globo terrestre. I Nimbus, per esempio, descrivono orbite polari e le loro camere fotografiche sono dirette continuamente verso la Terra. Essi possono funzionare anche di notte con ricevitori sensibili alla luce infrarossa, così che registrano le formazioni di nubi. Possiamo qui riprodurre una bella fotografia eseguita da un satellite sincrono (ATS-III), il 18 novembre 1967, dall'altezza di circa 36 mila chilometri (per cortesia della Nasa). Com'è noto un satellite, che disti dalla superficie terrestre 36 mila chilometri, impiega esattamente 24 ore per girare attorno alla Terra. Siccome questa compie una rotazione attorno al suo asse in 24 ore, il satellite (se lanciato sopra l'equatore in modo che ruoti nello stesso senso della Terra) rimane apparentemente fisso sopra un determinato punto della Terra stessa. Così con due o tre satelliti di questo tipo si possono eseguire continuate fotografie di tutta la superficie terrestre. Il meridiano centrale di questa fotografia è a 49 gradi all'ovest di Greenwich, attraversa quindi l'Oceano Atlantico e la parte occidentale dell'America meridionale. Il parallelo che passa per il centro della fotografia è proprio l'equatore, il quale attraversa quindi l'Africa all'altezza del Congo e la parte settentrionale dell'America del Sud. Questi continenti si possono individuare sulla fotografia. Con queste immagini prese in giorni successivi, si comprende come si possano dedurre dati sul- le condizioni del tempo meteorologico sulle diverse regioni della Terra e prevederle per un certo periodo di tempo. In questa fotografia si vede, per esempio, che l'Oceano Atlantico settentrionale è meno perturbato di quello meridionale, mentre un ciclone è presente sulle coste occidentali dell'Europa (in alto a destra). Un problema più ambizioso che si studia da tempo, non ha trovato ancora soluzione. Ben si comprende, che se si potessero fare previsioni del tempo con sufficiente esattezza, non solo per alcuni giorni, ma stagionali o addirittura annuali, si acquisterebbero grandi vantaggi pratici. La soluzione è probabilmente legata alla conoscenza dell'influen¬ za che hanno i variabili e grandiosi fenomeni solari sulla Terra. Da tempo, come si studia e si segue la meteorologia terrestre, si studia e si segue, con una collaborazione internazionale, quella del Sole. Molti risultati sono già stati acquisiti, anche per il fatto che i ciclici fenomeni solari si possono fino ad un certo punto prevedere; ma il passaggio da questi ad un'influenza ben definita su quelli terrestri, è ancora molto confuso. Comunque le ricerche proseguono attive e si può prevedere che l'èra spaziale darà anche in questo campo risultati positivi. Giorgio Abetti dell'Osservatorio di Arcetrl Immagine della Terra ottenuta dal satellite sincrono ATS-III il 18 novembre 1967. E' ben visibile la distribuzione delle nubi sull'Atlantico e sull'America meridionale

Luoghi citati: Africa, America, America Del Sud, Congo, Europa, Francia, Greenwich, Italia, Stati Uniti