Centinaia di giovani invadono la stazione ferroviaria a Pisa

Centinaia di giovani invadono la stazione ferroviaria a Pisa Dimostrazioni per i fatti di Marina di Centinaia di giovani invadono la stazione ferroviaria a Pisa I manifestanti hanno eretto barricate con carrelli e bagagli - La polizia era presente, ma non è intervenuta - I ragazzi se ne sono andati dopo aver discusso con gli agenti - Abbiamo visto il giovane ferito davanti alla « Bussola » Scontri ad Ancona fra comunisti e missini: un ferito (Dal nostro inviato speciale) Pisa, 2 gennaio. La stazione ferroviaria di Pisa è stata invasa stasera da trecento giovani contestatori, che, in corteo non autorizzato, hanno percorso le vie centrali della città dopo la manifestazione di protesta indetta su una piazza dal pei e dal psiup per i sanguinosi incidenti di fine anno a Marina di Pietrasanta. Per un quarto d'ora, mentre venivano erette barricate con carrelli e bagagli, si è temuto che nell'importante scalo, zeppo di treni e di viaggiatori, si ripetessero i violenti scontri del 15 marzo '68 fra centinaia di studenti e forze di polizia, con numerosi feriti da entrambe le parti. I minuti di massima tensione sono scoccati quando, all'altezza del fabbricato riservato alle merci, gli estremisti si sono incontrati con un drappello di carabinieri dei reparti speciali, detti « baschi neri », appostato nell'oscurità. Il tonfo di un bidone vuoto, caduto a terra sotto la ressa, è stato scambiato dai dimostranti per il boato di una bomba a mano, provocando un fuggi fuggi generale. Subito dopo, resisi conto della realtà, i giovani, in nuclei più sottili, sono tornati alla carica, urlando improperi ai carabinieri (« Assassini! ») e promettendo vendetta per Soriano Ceccanti. I contestatori, tra i quali, scatenate più di tutti, erano alcune ragazze, hanno spinto nel parapiglia carrelli carichi di pesanti «colli», pronti per la partenza, in modo da costituire una barricata dinanzi ai reparti di carabinieri, defilati nell'ombra dell'edifìcio. Altri sono corsi a prendere sassi dall'impiantito dei binari. Vi è stato molto chiasso, un continuo urlìo, ma non è accaduto nulla di grave. Alla fine i giovani hanno abbandonato il campo, dopo aver discusso con i funzionari di polizia e senza che intervenissero carabinieri. Nel susseguirsi, in verità più fievole, degli slogans « Compagno Ceccanti, ti vendicheremo i), « Potere operaio », « Disarmo della polizia », i trecento, che via via diminuivano, hanno raggiunto la sede pisana del Tele grafo, quotidiano livornese infrangendo qualche vetro con le pietre raccolte alla stazione. Analogo exploit avrebbero voluto compiere contro la redazione locale de La Nazione, ma uno schislamento di agenti con tasca pani pieni di bombe lacri mogene li ha dissuasi. A parte queste scene mo vimentate e l'ordine di chiusura di tutti i negozi, i contestatori non hanno provo cato seri guai. Alla manifestazione svoltasi poco prima in piazza San Paolo all'Orto erano presenti un migliaio di persone, in maggioranza giovani universitari e lavoratori appartenenti al « Movimento studentesco neaii Potere operaio » i due centri della contestazione nazionale sorti per pri mi a Pisa alcuni anni or sono. Hanno parlato per il pei l'on. Giancarlo Pajetta per il psiup il sen. Ales sandro Menchinelli. Pajetta, a tratti interrotto dai più scalmanati che volevano ad ogni costo il corteo ha accusato la polizia del le rimento del giovane Ceccan ti, ma in termini piuttosto vaghi, esortando soprattutto i contestatori ad unirsi attorno al pei. Proprio in quelle stesse ore, nella camera n. 8 del primo reparto chirurgico di Santa Chiara, il sedicenne Soriano Ceccanti delirava L'abbiamo visto per qualche attimo. Aveva la fronte madida di sudore, ogni tanto apriva gli occhi per cercare il padre Otello, operaio del la Piaggio di Pisa, e la ma dre Albertina Bulleri che, sconsolati, lo vegliano da ieri notte. E' tuttora molto grave anche se i medici hanno riscontrato qualche miglioramento nelle condizioni del suo polmone sinistro. Il neurochirurgo, professor Giorgio Tusini, teme che lo studente resti paralizzato tutta la vita. Forse lo opererà entro pochi giorni per estrargli la pallottola che, all'esame radiologico, sarebbe risultata di grosso calibro, sembra di una pistola calibro nove, considerata arma da guerra. Otello Ceccanti ha detto che suo figlio si era trovato per caso dinanzi al locale notturno di Marina di Pietrasanta dove è stato ferito, ed ha aggiunto che nei momenti di lucidità il ragazzo ripete ai genitori: « Come state? Non preoccupatevi per me, sto bene. Come faccio a stare qui, io ho da studiare ». E ai medici: « Per favore, fate presto, ho voglia di camminare ». Lamberto Fumo Uno studente .mostra la pistola da lui trovata presso il luogo dove sono avvenuti gli incidenti (Tel.)

Persone citate: Bulleri, Ceccanti, Giancarlo Pajetta, Giorgio Tusini, Lamberto Fumo, Otello Ceccanti, Pajetta, Piaggio Di Pisa, Soriano Ceccanti

Luoghi citati: Ancona, Pietrasanta, Pisa