Sua anche l'ultima tappa (ma è caduto correndo un brutto rischio)

Sua anche l'ultima tappa (ma è caduto correndo un brutto rischio) Sulla pista di Parigi, tra le acclamazioni della folla Sua anche l'ultima tappa (ma è caduto correndo un brutto rischio) Merckx nella prova a cronometro è finito fuori strada ad una curva - Dopo avere perso quasi mezzo minuto ha ugualmente dominato - A Spruyt, gregario di Eddy, la semitappa mattutina in linea dal nostro inviato Parigi, lunedi matt. Eddy Merckx ha rischiato di essere tradito dal suo temperamento proprio alle soglie del trionfo finale sulla pista del velodromo parigino di Vincennes. Il fuoriclasse belga aveva già stravinto il Tour, gli sarebbe bastata una prova in economia sul km 36,800 della frazione a cronometro da Crèteil a Parigi. Ma Eddy voleva chiudere il suo primo Tour in modo clamoroso, con una nuova, clamorosa affermazione. Dopo l'arrivo della prima semitappa, a Crèteil, la Maglia Gialla era nervosissimo, teso, come un purosangue prima di un Gran Premio. Driessens, il suo direttore sportivo, per tentare di calmarlo, lo ha caricato in macchina e lo ha portato in un rapido viaggio andata-ritorno a Parigi, a riabbracciare la moglie, nell'albergo sulle rive della Senna che ospita la Faema. Merckx era egualmente nervoso, quando, ultimo degli ottantacinque concorrenti rimasti in gara, è scattato da Créteil per infilarsi nello stretto varco tra l'immensa folla, sul percorso che conduceva a Parigi. Eddy è partito fortissimo, meno composto del solito nella pedalata e dopo cinquecento metri ha sbagliato in pieno una curva. La Maglia Gialla è finita ruzzoloni nel prato a fianco della strada, si è rialzato ed ha immediatamente ripreso la sua galoppata verso Parigi. Un incidente che gli ha fatto perdere una ventina di secondi almeno. ma che non ha influito sul rendimento dello scatenato fuoriclasse belga. A metà del tortuoso percorso Merckx aveva già inflitto un distacco di mezzo minuto a Poulidor, di 41 secondi a Pingeon, di 1'19" a Gimondi. Incitato calorosamente dagli spettatori, Eddy ha continuato a pedalare verso Parigi spingendo rapporti enormi e, chilometro dopo chilometro, ha dato al suo vantaggio sui più diretti rivali proporzioni che non ammettono alcuna discussione. A cento metri dall'ingresso in pista un altro errore, dovuto al nervosismo, ha rischiato di compromettere nuovamente l'eccezionale prova del leader della Faema. Per una tardiva segnalazione del « flic » di servizio. Mercfcx si è accorto con una frazione di secondo di ritardo di dover svoltare a sinistra anziché proseguire diritto. La sua notevole prontezza di riflessi ha impedito che la sbandata per cambiare improvvisamente direzione si tramutasse in una rovinosa caduta. Eddy è riuscito a rimanere in equilibrio sulla bicicletta, è entrato in pista, seguito dalla macchina guidata da Driessens il quale, nella tensione del momento, non si era accorto della deviazione imposta alle macchine del seguito. Un boato immenso della folla, con le migliaia di belgi, più agitati nel loro tifo che un pubblico meridionale, ha accolto l'apparizione del « superman » sull'anello in cemento della «Cipale». Il verdetto del cronometro, come si è detto, ha confermato in modo nettissimo la superiorità di Merckx anche nelle prove contro il tempo: 53" su Poulidor, 1'14" su Pingeon, 1'28" sul sorprendente olandese Wagtmans. 2'53" sul tenacissimo Gimondi. Le ambizioni del ciclista bergamasco in questa prova finale del Tour non erano logicamente molte: Felice si accontentava di ritrovare quel tanto di rendimento sufficiente per distanziare lo spagnolo Gandarias e salvaguardare così il suo quarto posto in classifica. Dopo l'epilogo della corsa, il complesso cerimoniale della premiazione, con tutti i protagonisti del Tour impegnati nei giri d'onore. Una atmosfera festosa con applausi per tutti, appena appena appannata dalla... buona memoria degli spettatori belgi, che non hanno risparmiato boati di disapprovazione al solito Janssen (autore, prima del Tour, di dichiarazioni contrarie a Merckx) e al presidente dell' U.C.I. comm. Adriano Rodimi. Nemmeno il trionfo nel Tour insomma ha fatto dimenticare ai sostenitori del fuoriclasse belga l'amaro «stop» per doping durante il Giro d'Italia. Ordine d'arrivo della tappa a cronometra: 1. Merckx km 36.800 in 47'38" (media 46,347); 2. Poulldor a 53"; 3. Pingeon a 1'14" ; 4. Wagtmans a 1'28"; 5. Gimondi a 2'53"; 6. Stevens a 2'JS"; 7. Gandarias a 2'58": 8. Janssen a 3'07"; 9 Agostinho a 3'20"; 10. Bracke a 3'33"; 17. Vianelli Prima della galoppata finale da Créteil verso il velodromo parigino di Vincennes, si era svolta la frazione in linea di 111 chilometri e mezzo, scattata alle 9,15 italiane da Montargis, che aveva permesso al fuoriclasse Merckx e alla Faema di confermare ancora una volta la loro schiacciante superiorità. Un gregario di Merckx, Spruyt ha vinto sul traguardo di Criteil precedendo in volata una pattuglia di altri nove fuggitivi, tra i quali un altro « Faema », Von Den Berghe, si è piazzato al secondo posto. L' episodio decisivo della corsa si è verificato a quarantacinque chilometri dalla partenza. In seguito ad un allungo dell'olandese Karstenz, detta Peugeot, si è formata un'avanguardia di undici uomini, comprendente Spruyt, Van Den Berghe. Dolman, Peffgen, Berland. Riotte, Gabica, Izier, Castello e Genet. Ouest'ultimo, per una foratura, ha dovuto rassegnarsi ad attendere il gruppo. Spruyt e Van Den Berghe, ligi al gioco di squadra, non hanno mai collaborato con i compagni di avventura, conservando quindi le energie sufficienti per batterli con assoluta facilità nella volata a Créteil, precedendo nell'ordine Karstens. Dolman, Peffgen e Berland, Gianni Pignata Ecco l'ordifie d'orrivo: 1. Spruyt (Faema) km 111 e 500 metri in 2 ore 56'18" alla media di km 37,946; 2. Van Den Berghe (id.) a 8"; 3. Karstens s.t., 4. Dolman; 5. Peffgen; 6. Berland, tutti col tempo di Van Den Berghe; 7. Riotta a 1'42"; 8. Gabica; 9. Izier; 10. Castello, tutti col tempo di Riotte; 11. Mintjens a 3'32": 12. Catieau a.t.; 13. Stevens a 5'14"; 14. Ottembros: 15. Genet; 16. Poppe; 17. Lancelli a 5'32" che vince la volata del gruppo.

Luoghi citati: Italia, Parigi, Spruyt