Sivori: addio all' Italia (questa notte vola in Argentina) Ieri Omar ha visto il Napoli battere l'Atalanta per 2 a 0 di Bruno Bernardi

Sivori: addio all' Italia (questa notte vola in Argentina) Ieri Omar ha visto il Napoli battere l'Atalanta per 2 a 0 Sivori: addio all' Italia (questa notte vola in Argentina) Ieri Omar ha visto il Napoli battere l'Atalanta per 2 a 0 Napoli, lunedi mattina. Tutto secondo le previsioni tra Napoli e Atalanta nell'incontro disputatosi allo stadio t San Paolo ». Gli azzurri hanno battuto i bergamaschi (2 a 0) senza forzare, con un gol per tempo: autori Altaflni e Cane. La partita non è stata entusiasmante, ma il Napoli ha convinto e la vittoria è giunta al momento propizio, in tempo utile per allontanare la « crisi ». NAPOLI: Zoff; Nardin, Pagliano; Zurlinì, Guarneri, Bianchi (Cane dal 2' della ripresa); Salvi, Juliano, Sala, Altaflni, Montefusco. Secondo portiere di riserva: Cuman. ATALANTA: De Rossi; Dordoni, Nodari; Pelagatti, Dotti, Bertuolo; Nastaslo, Luzzatti, Clerici, Dell'Angelo, Incerti. Secondo portiere: Cornetti; tredicesimo giocatore: Sironi. Arbitro: Angonese di Mestre. Reti: Altaflni (N.) al W del primo tempo; Cane (N.) al IV della ripresa. gore, affollata di difensori avversari. La gente per strada riconosceva 11 suo campione: «Manolete», come lo chiamano a Napoli, si avviava per l'ultima volta all'arena. Questa volta non come protagonista ma come spettatore emozionato. « Non te ne andare, — gU gridavano —. Resta». Sivori si voltava, salutava tutti con un cenno delia mano. Era triste. « Allora sei proprio deciso? Parti domani? », gli chiedo. « SI, ho deciso — risponde — ci ho pensato tutta la settimana. La squalifica che mi è piovuta addosso è troppo pesante. Me l'avessero ridotta di un palo di giornate forse sarei rimasto. Andavo bene, era il momento per poter essere utile al Napoli. Sei turni di sospensione sono troppi. Ho 33 anni, non sono più un ragazzino. Dovrei sottoponili a sacrifici di cui non sono più capace ». Arriviamo ad un semaforo rosso. Una utilitaria ci affianca: « Omar sei grande — dice uno degli occupanti — ieri sera vedendoti in tv a "Canzonlsslma" mi sono commosso. Perché te ne vai? ». Sivori riprende: « Stanno tentando con ogni mezzo di farmi cambiare idea; queste manlfei stazioni di affetto e di simpatia mi commuovono. In tutti questi anni ho aspettato soltanto la domenica, per viverla intensamente, cercando di vincere. Non mi va di perdere. CI soffro. Sono fatto cosi. Certo mi splace andarmene. L'Italia è la mia seconda patria. In Italia sono nati 1 miei tre tigli; qui ho vissuto parte della mia esistenza. Adesso, però intendo stare lontano dal calcio per qualche tempo. Trascorrerò 11 Natale con 1 bambini che mi aspettano a Buenos Aires. Poi penserò agli affari. MI dedicherò al commercio delle auto ». « Ma U calcio, U richiamo degli stadi? ». «La nostalgia sarà forte, vedrò di superarla. Se non resistessi potrei ancora giocare magari nel campionato argentino, oppure, nella peggiore delle ipotesi, In partite fra rappresentative di bar o fra scapoli e ammogliati... ». « Non hai altri progetti? Fara l'allenatore, ad esemplo? ». « Chissà. Ho letto su un giornale una risposta di Helenlo Herrera ad una mia Intervista. Dice che sono fermo al tango. Storie, il mago di Roma non ha capito un' "acca". Intendevo soltanto alutare la categoria del "trainerà". Sono convinto ohe li direttore tecnico è un "bluff". Egli dovrebbe avere meno responsabilità, meno meriti quando vince, meno colpe quando perde. Egli dovrebbe soltanto farsi voler bene dai quindici giocatori che dirige. Dovrebbe preparare atleticamente e tatticamente la squadra ». « In Italia — aggiunge Sivori — questi "trainerà" stanno complicando il foot-ball, che è un gioco semplice, e non può di¬ ventare il gioco degli scacchi: non ho mal visto centomila spettatori assistere ad una partita di scacchi, non si divertirebbero. Se la mentalità cambierà io potrei entrare, in un futuro non lontano, in azione come allenatore, mettendo a frutto la mia lunga esperienza». Tra una domanda e una risposta arriviamo allo stadio. Un tifoso si avvicina, dà a Sivori un oggetto; un gambero di metallo, dicendo: « Spero ti convinca a far marcia Indietro ». Sulla porta degli spogliatoi napoletani, ad attendere Sivori sono l'amministratore delegato Flore, 11 trainer Chlappella, 11 preparatore atletico Parola, altri dirigenti, amici e compagni di squadra. A nome della società. Fiore gU offre una targa, con la scritta: « A Omar Sivori, idolo degli sportivi napoletani, la S. S. Napoli riconoscente e memore delle sue superbe imprese sportive ». La cerimonia avrebbe dovuto avvenire sul campo, ma, Sivori essendo squalificato, la Lega non aveva concesso il nulla-osta. Poi è 11 turno di .luilana. Il capitano del partenopei dà a Sivori una medaglia d'oro. Prima di salutare tutti, Sivori ha confidato a Parola che se gli ridurranno la squalifica po¬ trebbe anche continuare a giocare. Parola è un suo vecchio amico, che in questi giorni ha tentato di convincerlo a non partire. Forse per questo Sivori ha voluto lasciargli un'esile speranza. . Questa notte all'1,05, Omar In compagnia della moglie salirà sull'aereo che da Fiumicino lo porterà a Buenos Aires, dove giungerà nel pomeriggio di martedì. Prima di partire ha valuto ringraziare tutti i tifosi napoletani e anche 1 tifosi bianconeri che non lo hanno dimenticato, rivolgendo alla Juventus 1 migliori auguri. Bruno Bernardi