Duecento arresti finora in Brasile
Duecento arresti finora in Brasile IL COLPO DI STATO PEI MILITARI Duecento arresti finora in Brasile In carcere tutte le personalità considerate pericolose per la ditta* tura - L'Università cattolica occupata dalla truppa che avrebbe aperto il fuoco - Censura sulla stampa, pattugliamento delle strade Nostro servizio particolare Rio ile Janeiro, lun. matt. I militari e il governo del presidente Costa e Silva, che sabato scorso hanno rovesciato il regime parlamentare, stanno togliendo di mezzo, con un'ondata di arresti, i principali oppositori della dittatura. Sebbene la stampa sia sottoposta a una censura severissima, che le vieta di parlare degli avvenimenti drammatici delle ultime ore, non mancano le notizie sulle pesanti misure di polizia: si parla di duecento arresti, fino a questo momento. Si sa per certo che fra gli arrestati figurano l'ex ministro maresciallo Cordeiro de Faris, lo specialista in processi politici avvocato Sobral Finto, il cantante Gaetano Veloso inviso ai militari per le sue canzoni satiriche nei loro confronti, il docente universitario padre Mendoca, il condirettore del « Jornal do Brasil » José de Sette Camara, l'ex governatore dello Stato di Guanabara Lacerda, l'ex presidente Juscelino Kubitscheck, il popolare compositore Chico Buarque e l'ex presidente Joao Goulart. Queste sono soltanto le personalità più note che risultano incarcerate. Altre, come il deputato Marcio Alves (la cui coraggiosa denuncia delle sopraffazioni dei militari provocò un conflitto fra il Governo e il Parlamento, conclusosi con il colpo di Stato di sabato), come l'altro condirettore e proprietario del « Jornal do Brasil » Nascimento Brito, sono riuscite per ora a sottrarsi all'arresto. Marcio Alves ha trovato rifugio nell'ambasciata uruguayana. All'ondata di arresti fanno riscontro altrettanto gravi misure: la censura sulla stampa, l'occupazione dell'Università cattolica dove sabato scorso la truppa avrebbe aperto il fuoco, i pattugliamenti delle strade da parte dell'esercito. Il paese è apparentemente calmo; colto di sorpresa dal colpo di Stato non ha reagito, ma tensione e inquietudine serpeggiano nelle città. E' difficile prevedere quali sbocchi avrà la situazione dopo questa nuova prova di instabilità, al fondo della quale vi sono sempre i problemi economici e sociali irrisolti. Quella in atto è l'ennesima crisi che il Brasile attraversa dal 1954, quando il dittatore Getulio Vargas si tol¬ se la vita. Gli succedette Kubitscheck, che nel giro di qualche anno fu travolto dall'impetuoso piano di sviluppo nel quale si era impegnato e che precipitò il paese nell'inflazione. Nel 1961 fu la volta del riformista Janos Quadros: fermò l'inflazione ma la sua politica di austerità gli fece perdere l'appoggio popolare. Dopo di lui Goulart tentò una politica di sinistra, ma nel 1964 fu rovesciato dai militari, che imposero al potere il maresciallo Castello Branco: egli riassestò le finanze e soprattutto bloccò la politica di riforme. Il maresciallo Costa e Silva, al potere dal 1967 rappresenta la continuazione della politica conservatrice del predecessore, ispirata dai militari. f Assoc. Press - United Press)
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