Il volto e le lacrime di Paolo Galimberti
Il volto e le lacrime Il volto e le lacrime (Segue dalla 1" pagina) presso il Vaticano perché il cardinale di Varsavia conservasse la carica anche al di là dell'età canonica fissata da Paolo VI. All'interno dela Chiesa polacca, invece, Wojtyla è stato un mediatore tra l'autoritarismo di Wsyzynski e le istanze radicali di un'«mtellicengija» cattolica inquieta e progressista, assai spesso critica verso il Primate, giudicato in passato troppo conciliante con il regime. Nel '69, quando Wyszynski reagì duramente ad un articolo di Jerzy Turowicz, direttore di Znafc, una casa editrice cattolica progressista, Wojtyla si schierò pubblicamente dalla parte del Primate. Ma, subito dopo, venne a Roma e difese l'opera di Znafc davanti a Paolo VI. !E' stata probabilmente questa sua composita e abile personalità, amatissima nella diocesi di Cracovia ed egualmente apprezzata ed ascoltata a Roma, che ha fatto convergere su Wojtyla i consensi dei centoundici cardinali. Ed è stata probabilmente l'esperienza senza eguali della Chiesa polacca nel confronto quotidiano col comunismo che ha fatto che proprio un vescovo polacco fosse il primo Papa non italiano dal 1523. Il lungo braccio di ferro tra la Chiesa e il governo in Polonia si è infatti concluso, esattamente un armo fa, con una sorta di «compromesso storico» non scritto, ma verbalmente ratificato nel corso di un incontro tra Gierek e Wyszynski, il 29 ottobre 1977, Un'intesa che, codificando per la prima volta nella storia un rapporto di cooperazione tra una Chiesa, che è anche un partito politico (l'unico vero partito d'opposizione di fatto accettato in un Paese comunista), e uno Stato che s'identifica in un partito, ha trovato il consenso supremo dello stesso Papa. Ricevendo Gierek in Vaticano, il primo dicembre 1977, Paolo VI affermò infatti la propria soddisfazione per una «coopcrazione che, in un clima caratterizzato dalla fiducia nei rapporti ira Stato e Chiesa e dal riconoscimento dei compiti e della missione propri della Chiesa nella moderna realtà del Paese, sì consente di operare per l'unità dei polacchi sviluppando egualmente il benessere della Repubblica Popolare di Polonia. E' solo in questo modo che la Chiesa può dare quel pieno contributo che essa desidera offrire e che da essa ci si attende». Paolo Galimberti
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