"Sarà certo un grande Papa,, ha detto l'arcivescovo di Torino

"Sarà certo un grande Papa,, ha detto l'arcivescovo di Torino "Sarà certo un grande Papa,, ha detto l'arcivescovo di Torino Monsignor Ballestrero ha aggiunto: "Conosco da vent'anni il cardinale Karol Wojtyla : una figura amabilissima ma molto ferma nella sua visione di fede e di morale" Appena appresa la notizia dell'elezione di Papa Carlo Wojtyla, l'arcivescovo di Torino, Anastasio Ballestrero ci ha dichiarato: «Conosco molto bene il nuovo Pontefice. L'ho incontrato nel 1957 in Polonia, nella sua Cracovia, dove era da poco tempo vescovo ausiliare dell'arcivescovo card. Sapieha. Aveva appena 37 anni ed era già vescovo ausiliare. Io allora ero superiore generale dei Carmelitani. «Ricordo — ha proseguito — che parlammo a lungo, sia con lui che con il cardinale arcivescovo di Cracovia. Già allora lo apprezzai moltissimo per la sua cultura, per i suoi profondi studi in filosofia. E' uomo di grande apertura e di grande cultura. E' una figura amabilissima, ma è anche molto fermo nella sua visione di fede e di morale. Una fermezza che gli proviene da un'esperienza di vita cristiana singolare da ogni punto dì vista, anche per la situazione in cui vive la Chiesa cattolica in Polonia». Ha aggiunto: «Ci sia?no parlati ancora durante il sinodo dei vescovi nell'ottobre del 1977. Praticamente, ogni giorno cì vedevamo. Abbiamo discusso a lungo sulla vita della Chiesa nelle varie nazioni del mondo, soprattutto sulla Chiesa in Polonia e in Italia. «Il card. Wojtyla non ha mai nascosto la sua profonda devozione e la sua grande conoscenza della Sindone. Penso che il Signore abbia fatto le cose molto bene, al dì fuori dei soliti schemi con cui siamo abituati noi uomini a ragionare. E' l'eletto dì Dìo. Sono fermamente convinto che sarà un grande Papa». Il vicario episcopale don Franco Peradotto ha appreso la notizia dell'elezione del cardinale Wojtyla con un senso di profonda gioia. «Ero stato a Cracovia — ci ha dichiarato — nel 1965 ed egli era da appena un anno vescovo di quella città. E la città era soddisfatta della sua opera, dei suoi atteggiamenti, della carica spirituale che lo animava. Noi, visitatori, siamo stati sorpresi da questo vescovo che con noi parlava un italiano quasi perfetto». L'ultimo Pontefice non italiano CITTA' DEL VATICANO — L'ultimo Papa non italiano è stato Adriano VI: Adriano Florensz (Utrecht, 1459 - Roma 1523): fu eletto Papa alla morte di Leone X il 9 gennaio 1522 ed ha regnato per poco più di un anno. Messaggi di Pertlnì, Fanfanì e Ingrao ROMA — La sorpresa è stata la più forte reazione che si poteva cogliere ieri sera nel mondo politico romano di fronte alla elezione di un Papa straniero. Tutti erano stati colti impreparati e di conseguenza, sono state poche e di convenienza le dichiarazioni raccolte dalle agenzie di stampa. La maggior parte dei quotidiani di partito di oggi si limitano a riferire la notizia dell'elezione del primo Papa polacco della storia della chiesa cattolica, senza commenti. I messaggi di augurio delle massime autorità della Repubblica si sono anch'essi tenuti sul generico, ed erano molto probabilmente stati redatti prima ancora che si sapesse chi era il nuovo Papa. II Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, si è reso interprete presso Giovanni Paolo II «dei profondi sentimenti di giubilo del popolo italiano, la cui storia ha così complessi e profondi legami con la chiesa cattolica». «E' la nazione italiana che a mìo mezzo esprìme il fervido auspicio che la missione dì Vostra Santità contribuisca, così come invoca l'umanità intera, a vìncere egoismi e violenza nel mondo, aprendo la via alla affermazione della giustìzia ed al raggiungimento della pace. Con quelli del popolo italiano prego la Santità Vostra dì accogliere i miei personali sinceri voti per un pontificato che, caratterizzato da questi nobili fini, sì collochi come tale nel secolare magistero della Chiesa» , ha detto Pertini. Il presidente del Senato Fanfani ha inviato al Papa questo breve telegramma: «jBeaiissi77zo Padre, prendendo parte con animo commosso al giubilo per felice annunzio Vostra Elezione a Sommo Pontefice, manifesto Santità Vostra a nome Senato e mìo personale fervidi voti per fecondo svolgimento altissimo magistero conferito, con devoti sentimenti». Il presidente della Camera dei deputati, Ingrao, mandando il saluto suo e dei deputati a Giovanni Paolo II ha colto l'occasione per «formulare l'auspicio caloroso che nel mondo sì sviluppino il dialogo tra i diversi orientamenti ideali ed ì rapporti tra le istituzioni politiche e religiose, nella loro recìproca autonomìa, per affrontare gli aspri problemi della società moderna e per rispondere alle gran¬ di speranze di pace dei popoli». Ma solo nel telegramma del segretario della democra zia cristiana Zaccagnini si coglie un accenno diretto al fatto che il nuovo Papa è straniero lì dove parla della università della Chiesa: «Profondamente commosso mi unisco a gioia comunità ecclesiale per elezione Vostra Santità che esprìme in modo vivo universalità Chiesa. Vostra testimonianza umana. Vostra fulgida figura pastorale e maestro dottrina saranno per noi tutti sicuro riferimento nella responsabilità che sentiamo per affermazione tra i popoli valori pace e giustizia sociale ». Anche il sindaco della capitale, Argan, a nome della cittadinanza ha espresso «Sen- timenti di deferenza profonda» al Papa. Tutti centrati sulla scelta di w universalità » fatta dal Concilio anche i commenti raccolti tra i pochi parlamentari presenti a Montecitorio a tarda ora. « L'elezione dì Giovanni Paolo II senza dubbio rafforza il carattere universale della Chiesa cattolica » ha detto il capo del gruppo dei deputati socialisti. Per monsignor Bettazzi, vescovo di Ivrea « è il segno, veramente, dì una Chiesa che si apre al mondo intero, sarà un Papa pastore perché è sempre stato vescovo, però nello stesos tempo un Papa immerso nella situazione dei grandi problemi mondiali. Credo che sìa un motivo dì speranza per tutte le Chiese e per tutto il mondo ».