Fiat: danni per un miliardo e mezzo

Fiat: danni per un miliardo e mezzo Il quinto attentato nell'arco di poco più di un mese Fiat: danni per un miliardo e mezzo Ma la cifra potrebbe salire - Malgrado questo, grazie al lavoro delle squadre notturne e dei volontari, il lavoro è ripreso normalmente - Cento milioni per chi contribuirà alla scoperta degli attentatori - Rafforzati i servizi di polizia - A colloquio con gli operai che hanno lavorato nella notte Dopo una notte insonne ed il febbrile lavoro di dirigenti, tecnici, operai, ieri mattina nel reparto della Fiat Mirafiori colpito dall'incendio la produzione è ripresa con ritmo abbastanza regolare fin dall'inizio del primo turno. Qualche ritardo, alcune lavorazioni rallentate. «Ma in pratica - hanno detto i dirigenti dello stabilimento - tutti i settori si sono rimessi in moto come nei giorni normali». Nella notte l'azienda aveva fatto stampare dei manifesti da affiggere ai cancelli per avvertire i lavoratori che l'attivltà era sospesa. Pareva che non si riuscisse a fare gli allacciamenti necessari per far funzionare gli impianti. Invece, grazie soprattutto alla buona volontà (a qualcuno è persino sfuggita la parola « entusiasmo ») degli operai è stato possibile stabilire i contatti con provvedimenti di fortuna ed un quarto d'ora prima dell'ingresso dei lavoratori in fabbrica i manifesti sono stati archiviati. Sono ancora da eseguire parecchie riparazioni, il che, tra l'altro, ritarderà il calcolo esatto dei danni. « Si ha l'impressione - ha anticipato l'azienda - che siano pari se non superiori a quelli dell'altro incendio ». Secondo le prime stime dovrebbero aggirarsi sul miliardo e mezzo. Ma potrebbero aumentare in modo sensibile. L'incendio di giovedì è il terzo di carattere sicuramente doloso avvenuto in poco più di un mese alla Mirafiori (oltre a due di Rivalta). Ma se si aggiungono episodi meno gravi come la distruzione di auto, l'incendio al Tectil (impianto automatico per la spruzzatura di olio antiruggine) ed il fallito tentativo di dare fuoco a damigiane di carburante fatto il 5 maggio, il numero degli atti criminosi sale. Con preoccupazione ed amarezza in fabbrica dicono: « Stiamo perdendo il conto ». Il primo episodio grave è del 26 marzo scorso. Verso le 23, alla fine del secondo turno, le fiamme sono divampate nel reparto selleria della Carrozzeria ed hanno distrutto un deposito di materiale pronto per essere avviato alle linee di montaggio. Soltanto grazie all'immediato intervento dei mezzi antincendio si sono potute evitare conseguenze più gravi. Il secondo attentato è del 3 aprile. Poco prima delle 12 si è sviluppato un incendio nell'officina 81 della carrozzeria. E' stato domato dopo un'ora di lotta con le fiamme ed ha provocato danni per molte centinaia di milioni. Subito dopo il primo atto di sabotaggio la Fiat ha incrementato del 25-30 per cento (con punte del 100 per cento) i servizi di sorveglianza ed antincendio, le ronde esteme e quelle interne e nei cunicoli. Su iniziativa della Fiat, d'intesa con i sindacati, è stata assicurata la presenza di capi e operai - regolarmente retribuiti -al di fuori del normale orario di lavoro e nel giorni festivi per assicurare la costante presenza in fabbrica d'un nucleo di persone pronte ad intervenire per ogni evenienza. Prevenire questi attentati è un'impresa ardua per la vastità degli stabilimenti, il numero degli addetti e le modalità seguite. Gli inquirenti osservano che hanno una caratteristica comune: procurare danno all'azienda, senza colpire fisicamente gli operai e senza fermare il lavoro. Infatti sono avvenuti tutti a fine turno, nei depositi dove è raccolto materiale costoso, nei pressi delle linee di montaggio, ma non sulle linee. Sempre secondo gli inquirenti gli autori di questi atti criminosi si sono finora serviti di bombe a tempo. Ieri l'Ufficio politico della Questura ed il nucleo antiterrorismo hanno interrogato una trentina di persone, tra sorveglianti ed operai, che si trovavano nell'interno della Mirafiori al momento dell'incendio. Purtroppo nessuno ha visto nulla di sospetto che possa aiutare le indagini. Queste proseguono a ritmo serrato. Si attendono rinforzi da Roma. L'Ispettorato dell'antiterrorismo ha annunciato l'arrivo di pattuglie speciali. Nella nota che riportiamo in tegralmente a parte la Fiat ha espresso il proposito di concordare con i sindacati nuovi mezzi di prevenzione. L'incontro è avvenuto ieri sera all'Unione industriale. E' stata esaminata la situazione e si è deciso di proseguire l'approfondimento dei fatti e le iniziative realizzabili. Il presidente della Regione Viglione ha espresso la condanna e la preoccupazione della Giunta per il ripetersi di atti criminosi die rivelano un disegno di tensione « con radici intemazionali », Ha rinnovato l'impegno di vigilare in difesa delle istituzioni democratiche. Condanna anche dalle organizzazioni sindacali che già hanno manifestato ieri il loro sdegno per il ripetersi dei sabotaggi. « Non sono certamente da attribuire a coloro che giovedì hanno disturbato le assemblee per la ratifica del contratto - ha detto il segretario del metalmeccanici della Uil Corrado Ferro - ma hanno lo stesso segno politico ». La segreteria della Fismic-Sida ha dichiarato: « Questa violenza è sostanzialmente contro i lavoratori ». Un colore dominante, il nero, ed una gran puzza di bruciato. Nell'officina 94, reparto 98 della Fiat Mirafiori, sezione carrozzerie, dopo il rogo fiammeggiante dell'altra notte, sono rimasti ieri mattina solo i carrelli elevatori. In un movimento incessante agganciano alla base le casse di lamiera contorte dal fuoco e le portano via, mentre gli operai spazzano con i badili i calcinacci dal pavimento. Dentro l contenitori sono le masse informi del materiale immagazzinato nel deposito e andato quasi completamente distrutto. Diverse tonnellate di tappetini di gomma per automobile, accumulatori da 66 ampères, « riscaldatori » e preformati per padigldonl (gli «imperiali»), tutto materiale altamente Infiammabile. L'area colpita si aggira sui 4000 metri quadrati e dista solo 150 metri dal luogo dove è stato appiccato il secondo incendio alla Mirafiori, il 3 aprile scorso. Le impalcature per la riparazione dei danni provocati in quella occasione sono tuttora visibili mentre già si Innalzano le incastellature per il controllo delle strutture portanti danneggiate dal fuoco della scorsa notte. L'ammontare del danni? « Un miliardo e mezzo, forse più - azzarda un dirigente della produzione carrozzeria - ma stime non sono possibili finché non sarà compiuto l'inventario delle merci in giacenza la notte di giovedì». E' certo comunque che gli Ignoti attentatori hanno colpito sapendo di arrecare il maggior nocumento possibile. Nonostante le maestranze si fossero date da fare a smaltire la merce nel deposita, il magazzino era colmo. Poche ore prima dell'Incendio c'era stata infatti una assemblea per il rinnovo del contratto, mentre le merci continuavano ad arrivare. La complessa composizione chimica delle sostanze presenti nel magazzino ha dato luogo a fenomeni che In altra occasione sarebbero apparsi perfino pittoreschi. « Ho visto fiamme di colori assurdi - ricorda un operalo che ha partecipato all'opera di spegnimento -. Scie di tuci schizzavano improvvise in mezzo al fumo come fuochi d'artificio ». « Temevamo soprattutto che il fuoco raggiungesse il metano - aggiunge un altro - e la cabina di alimentazione elettrica (tensione massima 20.000 volts) non molto distante; Se si fosse fermata quella, centinaia di operai sarebbero finiti in cassa integrazione per chissà quanto tempo ». Nonostante dieci squadre tra vigili del fuoco e manutenzione si siano prodigate per circa tre ore fino allo spasimo per contenere l'Incendio, centinaia di cavi elettrici sono stati raggiunti dalle fiamme e si presentavano ieri mattina come una ragnatela informe di fili di rame. Un collegamento di emergenza studiato dal tecnici della Fiat e già adottato in precedenti occasioni ha consentito tuttavia di ridurre al minimo il rallentamento delle attività. Nessuno è stato lasciato a casa. Solo, Invece di cominciare alle 6 col primo turno, la saldatura delle scocche della 131 è iniziata ieri mattina verso le 9. Danni materiali ingenti, anche se non immediatamente quantificabili, ma bilancio meno grave almeno per quanto riguarda le persone. Solo un operalo della manutenzione è finito all'ospedale, semisoffocato dai fumi dell'incendio. E' già stato dimesso. Annarosa Gallesio Massimo Boccaletti Alcuni desolanti aspetti del capannone di Mirafiori che l'altra sera è stato devastato dal fuoco: gli operai lavorano tra lamiere contorte e batterie d'auto ormai inutilizzabili

Persone citate: Boccaletti, Corrado Ferro, Gallesio, Viglione

Luoghi citati: Rivalta, Roma