A Udine, con i cinquecento feriti accampati ovunque nell'ospedale
A Udine, con i cinquecento feriti accampati ovunque nell'ospedale Hanno ancora sul volto i segni della tragedia A Udine, con i cinquecento feriti accampati ovunque nell'ospedale (Da uno dei nostri inviati Udine, 7 maggio. All'ospedale di Udine (trecento medici, duemilatrecento infermieri: chi era in ferie è rientrato in mattinata) in alcuni reparti i letti occupano ormai i corridoi. I feriti sono cinquecento, quasi tutti estratti dalle macerie delle loro case; oltre alle ferite, hanno chiari sul volto i segni delle ore di terrore vissute. Luigia Floreani Bozzolin abita a Torino, in piazza Bengasi 13: era a Gemona del Friuli perché domani doveva sposarsi la nipote Renata Gobbi, di 22 anni. Il terremoto l'ha sorpresa in casa della sorella. «Sono rimasta per ore con le macerie fino al collo - racconta - finché sono venuti i soldati e mi hanno portata via». E i parenti? «La casa è crollata, non li ho più visti. Povero mio marito. Ho sopportato i bombardamenti durante la guerre, quando abitavo in Borgo San Pietro a Moncalieri, ma non è stato come questo. Ho sentito che la casa tremava, sono quasi svenuta: poi ho capito che crollava tutto». Nel reparto ortopedia è ricoverata la casellante di Osoppo, Maria Geschia, di 45 anni. Alle 21 di ieri sera era già a letto con la figlia Orietta, di sette anni e mezzo, «perché mi dovevo alzare alle cinque e la bimba doveva andare a scuola. Ho sentito una scossa, ma credevo che fosse un camion che attraversasse i binari facendo tremare la casa. Ho aperto la finestra per guardare: c'era un profondo silenzio. Poi c'è stata un'altra scosse, forte. Sono fuggita, ma una voragine mi ha inghiottito. Avevo Orietta per mano, non l'ho più sentita, allora ho urlato: Dove sei, dove sei Orietta? C'era polvere e buio. Mio marito mi ha risposto: La bimba è qui. Poi sono svenuta». Virginia Simeoni, di Raspano di Gassacco, aveva lasciato quindici giorni fa l'ospedale con un braccio ingessato. Stamane vi è ritornata con una gamba rotta: «Ho sentito la scossa e sono fuggita di casa: appena fuori, il terremoto mi ha scaraventata a terra. Ho avvertito prima come un lungo lamento, poi c'è stato un lampo e ho visto la morte». Emanuela Golledani, di Venzone, ha 14 anni: è una ragazza bionda, con le treccine. Stava andando a letto, e s'è trovata sotto le macerie. E' stato il fratello Walter, di 11 anni, a dare l'allarme. I genitori di Emanuela, Esterina e Sergio, hanno aiutato i soldati a salvarla. Stefano Peres, di 10 anni, ha il viso tumefatto e un piede rotto. A Golloredo è rimasto sotto le macerie per ore. Ha avuto il tempo di vedere il castello che crollava davanti a lui, poi il buio è calato sui suoi occhi. I genitori, Ornella e Giancarlo, hanno scavato nelle macerie per poterlo salvare. p. cer.
Persone citate: Emanuela Golledani, Luigia Floreani, Maria Geschia, Simeoni, Stefano Peres
Luoghi citati: Gemona Del Friuli, Moncalieri, Osoppo, Torino, Udine, Venzone
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