Quando migreremo negli spazi

Quando migreremo negli spazi Quando migreremo negli spazi Siamo all'anno primo di una storia nuova - Fra pochi secoli gli nomini avranno costituito società permanenti so altri pianeti; e lassù saranno di- V versi, non condizionati da millenni di passioni e di errori - Solo nel cosmo, lontano dai grembo materno della Terra, l'Utopia può diventare realtà Quello che importa adesso è che l'esplorazione spaziale diventi Mobile e fn/tnita come il suo oggetto. e che questo sia il prologo di una irradiazione senza termine che moltipllchi i suoi traguardi. E' probabile che le prime tasi dell'espansione nello spazio siano ostacolate da critici di vario genere, ma fortunatamente ta gara di prestigio delle grandi potenze non permetterà rivincite all'inerzia morale. In seguito la slessa enormità degli interessi ci prenderà nel suo ingranaggio e il viaggiare nel cosmo non sarà una decisione tacoltativa ma una necessità. L'avventura spaziale non d lascerà più. La fantascienza è una prescienza La fantascienza è una presdenza. Sii sembra perciò strano mettere in dubbio che la vita dell'uomo non sarà cambiata. Si discute, se quando potremo andare oltre il Sistema solare, tra uno o due secoli, troveremo civiltà extraumane, altri esseri intelligenti. E' un problema per cui non si vede per ora nemmeno un principio di soluzioni'. Quando ascolto I pareri contrastanti degli scienziati sull'esistenza degli esseri extra terreni, mi accorgo che in quel momento non sono più scienziati, ma persone che cercano di dare una veste sdentitlea ai loro desideri. Nessun argomento è valido, né contrario ni favorevole, ed i chiaro che le risposte, in un caso e nelVallro. non sono scientifiche ma ideologiche. Ognuno risponde cioè come gli suggerisce l'ideologia che ispira la sua concezione del mondo. ll volere popolato U cosmo fa parte di una idealogia democratica, che si proietta in una specie di democrazia cosmica. Nell'altro caso invece si ha una rinascita, consapevole o no. di aspirazioni antropocentriche. E' la speranza di un universo deserto che restituisca all'uomo il prestigio di essere unico e incomparabile, e quasi di una rivincita dell'universo tolemaico sotto una forma nuova. Sono due ideologie, interessate l'una e l'altra, suggerite da presupposti politici magari inconsci: ma in nessun caso si ha un motivo fondato per dire che una di esse è più vicina al vero. Se si deve fantasticare, meglio farlo su esseri la cui esistenza è ceria. gli uomini. E' stalo detto che l'uomo porterà nel cosmo i suoi adii, la sua violenza, la ferocia e la guerra. II peri- coio * soprattutto forte per i primi sbarchi ancora legati alla Terra come il viaggiatore legalo alla città in cui abita e a cui ritorna. Ma poi il viaggio andrà oltre. Uomini staccati dalia loro origine Mi hanno colpito fortemente le spiegazioni date da alcuni scienziati, secondo i principi di Einstein. Tra un paio di secoli, forse, le astronavi potranno andare a una velocità veramente cosmica, quasi pari doè a quella della luce. La durata del tempo per gli uomini all'interno di quei corpi lanciati a 295 mila chilometri al secondo non sarà, però, quella del tempo sulla Ter¬ ra che avranno lasciata. Supposto che il viaggio duri sd anni, e mentre essi viaggeranno sei anni, ne saranno trascorsi sulla Terra 60 mila. Questa cifra sbalorditiva può lasdare perplessi, ma insomma essa significa una enorme diversità. Gli uomini cosi emigrati saranno separati dalla loro origine non solamente dallo spazio, ma anche da un abisso di tempo. II loro viaggio, e gli altri simili al loro, non avranno ritorno. Le condizioni della Terra verranno meno. Della Terra vi sarà, nei primi, solo l'esperienza e il ricordo. Non si può sostenere che l'uomo sia incapace di vivere in altri pianeti e di formarvi una società per¬ manente. Ne adatterà per vivere la parte che gli sarà necessaria. Anche sulla Terra del resto esistono immense zone naturalmente vietate alla vita umana, per esempio il fondo dei mari. E altre sono vietate agli animali acquatici. Vi saranno negli astri gone per l'uomo e altre dove andrà solamente munito di difese, o non andrà del tutto. Ma il fatto principale i che in ognuno di quegli astri avrà un'occasione che qui è diventata ormai impossibile. I condizionamenti della storia terrestre non esisteranno pife ll ripartire dallo zero, che sulla Terra è un sogno assurdo e spesso micidiale, potrà avere finalmente un senso. Il labirinto della storia 1 condizionamenti dell'uomo sulla Terra sono invin cibi/i. Se qualcuno octrà come noi non pjssiamo. mettere la testa fuori della storia umana come si svolge sulla Terra, probabil mente ta vedrà come un gi gantesco errore. Dirà proba burnente che la razza urna na non ha saputo progettare sé stessa ed il difetto o la mancanza d'un provetto giusto l'ha condotta al pericolo imminente d'autodistruggersi. L'errore storico ha diviso la Temi in ricchi * poveri, società del benessere e società affamate, e la piega i ormai così forte che non si vede come e quando rivo/unioni o riforme parziali risaneranno veramente uno squilibrio che minaccia tn stessa vita dell'umanità come un tutto. L'uomo non ha saputo progettare nemmeno un giusto limite alla propria moltiplicazione. Le eredità della storia ci hanno posto in un labirinto nel quale non troviamo la via d'uscita, anche perché fa parte di quelle eredità un rifiuto caparbio di trovare una via d'uscita pagandone il prezzo. E' un'umanità, la nostra, disgustata della propria storia al punto di volerla dimenticare, ed insieme attaccata accanitamente ad essa da una feroce volontà di conservarne ii peggio. Può darsi che la civiltà tecnologica prenderà il suo vero significato nel dare nuovi punti di partenza all'umanità e si avvererà nel cosmo. L'umanità forse deve a se stessa queste proiezioni in cui inizierà storie diverse e in cui la Terra originaria non sarà più nemmeno il centro e il modello di una vita umana disseminata su distanze astronomiche. Anche l'inconscio potrà cambiare Forse, con ta esperienza dei passati errori, partendo da piccole società, già intelligente e colto e non più vicino alle sue origini bestiali come i primi uomini della Terra, disgiunto dalla carica di violenza che sale dalla Terra e dalla sua storia, l'uomo saprà fondare un genere di convivenza che le condizioni terrestri rendono irrealizzabile. In condizioni nuove, il suo stesso inconscio potrà essere modificato. La nostra storia in Terra sembrerà allora solo un primo esperimento dell'uomo, un abbozzo, una specie di prima stesura che attendeva la bella copia in altre sedi. Può essere un utopia, ma il cosmo è l'unico sede dove le utopie possono anche di | ventare realtà, perché non trovano davanti la resistenza di realtà contrarie pie trificatesi attraverso i millenni. Ad ogni modo, meglio i portare le utopie nel cosmo. che sfrenarle quaggiù in sogni di perfezione terrestre, certo ancora meno realistici e d'esito disastroso. La nostra speranza è in quell'essere emanato da noi. simile a noi, ma altrimenti condizionato, forse incapace di comprendere1. Una bellezza di genere nuovo Non gli spiacerà nemmeno di avere lasciato la Terra, fin quando se ne potrà ricordate. La ricorderà come un lontano grembo materno, dove la sua specie ha trascorso un periodo d'incubazione. Saprà d'essere stato circondato, nei suoi primordi, da un mondo dolce ed imperfetto, che egli stesso però aveva impregnato per inesperienza di determinismi avversi che generavano ingiustizia, infelicità, un'alternativa convulsa di rivolte e di tirannie: nella stessa dolcezza det paesaggio terrestre vedrà U germe di un esiziale attaccamento a sé stesso e alle cose. Per quanto mi riguarda. desidero anche la bellezza di quelle nuove terre, il loro nuovo genere di bellezza. Finora abbiamo solo alcune descrizioni del paesaggio lunare. Mi rammentano stranamente quelle degli effetti prodotti da certe droghe, come la mescolino (usata anche a scopo sacro), in ehi le ha prese per ragioni sperimentali e nei momenti favorevoli. Esse d parlano di un mondo lucido e nitido, dove forme e colori appaiono snebbiati e come giunti al massimo del toro essere. Così è stato osservato, sulla Luna, il contrasto di « Manchi brillantissimi e del nero più nero», ti cieio è nero, e la luce del sole non è stemperata, ma chiara, raccolta, violenta; la terra risplende nell'alto come un diamante colorato: i tramonti solari stendono d'improvviso, tra quei colori puri, una fascia di rossa t'irido. Pochi co/ori iimpidi. privi di sfumature e di toni intermedi: e gli oggetti lontani non meno tersi di quelli che stanno ad un passo. Guido Puh Houston. II Mission Contrai Center, che dirige le operazioni di « Apollo II » e del Lem (Telefoto DPI)

Persone citate: Einstein, Mobile