Piccole opere di affetto

Piccole opere di affetto Piccole opere di affetto Ieri abbiamo portato un modesto aiuto ad alcune famiglie sventurate - Distribuite in totale 1.300.000 lire per rendere meno triste il giorno di Natale a chi soffre o è in miseria « Specchio dei tempi » ha ricevuto in questi giorni decine e decine di richieste di aiuto. Natale è una festa lieta, ma quando in una casa c'è chi soffre, la festività accresce dolore e tristezza. C'è tanta gente che vive di miseria, spesso all'indigenza si associano altre sventure. Ieri abbiamo scelto i -casi che ci sembravano più gravi e abbiamo portato degli aluti per un totale di 1.300.000 lire. Ecco qualche esempio. Michele Rendlna, 53 anni, via San Donato 15, padre di quattro figli, dei quali uno sottosviluppato e uno sordastro. Fino al '65 ha lavorato come manovale, poi si è ammalato a un braccio, in conseguenza di un trauma di guerra ed ha già subito cinque interventi chirurgici; riscuote 34 mila lire di pensione di invalidità e 12 mila di guerra che sono insufficienti per mantenere la famiglia. Gli abbiamo consegnato centomila lire. F. C, via Frescobaldi, 46 anni, faceva il meccanico, in proprio, ma due anni or sono è stato colpito da un primo infarto e, non molto tempo la, da un secondo. Non può più lavorare e ha una bambina di dieci mesi ammalata. Sta vendendo i mobili di casa per mangiare e per curare la figlia. « Io pesavo SO chili — dice — e ora ne peso 60; ma non importa, quello che conta è di salvare mia figlia, che possa guarire e mangiare lei ». Anche a lui abbiamo consegnato centomila lire. Tra le altre c'era la lettera di un cieco dalla nascita, Emilio Bringiotti. Vive con la sorella, vedova, colpita da atrofia cervicale progressiva; ha due pensioni, quella di invalidità di 10 mila lire e quella del marito di 12 mila lire, ma l'affitto costa da solo 12 mila lire, quindi i due fratelli dovrebbero vivere con diecimila lire al mese. Due mesi fa un'automobile, alla Falcherà, travolse sulle strisce pedonali e uccise un uomo, Eugenio Parano di 51 anni. Sua moglie, Natalina, è rimasta con tre bambine e con un bar da mandare avanti. Ma era sconvolta dal dolore, eccedette in una dose di sonniferi e si intossicò. Disgrazie a catena: lei all'ospedale e gli affari a rotoli. L'hanno dichiarata fallita, le hanno chiuso il bar e pignorati i mobili. Alle bimbe abbiamo portato centomila lire. Angelo Cossu, 47 anni, via IV Novembre 14, malato di cataratta, non riesce quasi più a lavorare. Dice: « Quando trovo un posto non riesco a tenerlo per via della malattia, mi dicono che sono troppo vecchio. Cosa devo fare? Ho da mantenere la moglie, anche lei malata, con le mani colpite dall'artrite, che non si stringono più, e -una bambina di 8 anni ». Anche a questa sventurata famiglia abbiamo consegnato centomila lire.

Persone citate: Angelo Cossu, Emilio Bringiotti, Michele Rendlna