I rischi più gravi

I rischi più gravi I rischi più gravi Mentre il mondo si appresta a festeggiare il Natale, gli uomini dell'« Apollo » si stanno avvicinando alla mèta, lontani centinaia di migliaia di chilometri dalle loro case; e di lassù (prodigi del tempo nostro) ci mandano le scene animate dell'avventura che stanno vivendo. Quaggiù la parte più vigile e avvertita dell'umanità ha mente e occhio al cielo: e non soltanto a un vago cielo natalizio (la gloria in excelsis) bensì a una specifica regione del cielo, limitata ai dintorni della Luna. Tre momenti critici aspettano ancora gli ardimentosi. Beninteso, il pericolo è, per così dire, distribuito in ogni momento della missione, in ogni punto dell'avviluppata traiettoria (si è temuto, per un istante, che il sopravvenuto malessere dei naviganti fosse dovuto alla radiazione: avevano attraversato da poco le fasce di Van Alien); ma, dicevamo, su tre punti del percorso il pericolo sembra addensarsi in modo speciale. Il primo si avrà quando il veicolo (composto dalla capsula e dal suo razzo di servizio), dopo essere entrato nel campo gravitazionale della Luna, dovrà inserirsi, proprio la vigilia di Natale, in un'orbita intorno ad essa. Qui bisognerà risolvere, con oculatezza, un delicato problema di mecr . xca celeste. Affinché un oggetto giri intorno ad un astro, diventandone il satellite, bisogna che la velocità dell'oggetto, la sua distanza dal centro dell'astro e la massa dell'astro medesimo siano legati da una relazione matematica bene stabilita. E' probabile che il razzo di servizio dovrà essere adoperato come elemento frenante in questa manovra, in cui si dovrà dosare soprattutto la velocità; e si potranno avere degli aggiustamenti successivi. Da principio la traiettoria del veicolo intorno alla Luna sarà un'ellisse allungata; poi modificata a diventare quasi un cerchio perfetto. Ma non bisogna sbagliare di molto; un errore (velocità troppo bassa) potrebbe far cadere il veicolo sulla Luna, oppure (velocità eccessiva) mandarlo lontano nello spazio. Comunque, fino al momento in cui stiamo scrivendo, la concordanza degli eventi con il programma iniziale è stata di una tale prodigiosa perfezione che si può attendere questa manovra con bastante tranquillità. Un secondo punto critico si avrà quando, dopo avere circumnavigato la Luna (supposto che i cosmonauti decidano per questa esplorazione più volte ripetuta e non facciano subito ritorno a Terra dopo doppiato l'astro), bisognerà raddrizzare la traiettoria circolare per dirigere il veicolo verso Terra. Qui è da pregare il Signore (e lo ricordino quei lettori che credono alla preghiera, proprio nel giorno di Natale) che il razzo di servizio si accenda con facilità; perché se non dovesse accendersi, l'« Apollo » resterebbe legato per sempre alla sua orbita, diventando una luna perenne della Luna. Questa manovra è particolarmente delicata, perché deve seguire a uno dei periodi di eclisse nelle radiocomunicazioni, eclissi che si avranno durante le rivo luzioni circumlunari. La terza manovra critica, quella che più delle altre ci farà restare col cuore sospeso, sarà dopo un viaggio (di cinquantasette ore) di riavvicinamento alla Terra, il rientro nell'atmosfera, con la velocità acquisita nella lunga caduta dalla Luna fin qui. Staccatosi il modulo di servizio, la navicella dovrà contare soltanto sui mezzi propri: dovrà entrare nell'atmosfera (come abbiamo già avuto occasione di dire) con un'angolazione perfetta; bisognerà che la sua superficie di ablazione (o scudo termico) la protegga dal riscaldamento eccessivo; che si aprano i paracadute al tempo giusto. Qui sta la parte forse più rischiosa dell'avventura, perché non è stata preceduta da prove fatte con capsule senza equipaggio. Dopo il giorno di Santo Stefano avremo la conclusione d'una prova di ardimento quasi incredibile. L'avvenire dell'astronautica molto dipende dall'esito di questa scommessa col destino. Didimo

Persone citate: Van Alien