Così lo ricordano i «suoi» azzurri

Così lo ricordano i «suoi» azzurri DA MEAZZA A BONIPERTI Così lo ricordano i «suoi» azzurri Vittorio Pozzo è vissuto per gli azzurri. Così lo ricordano, commossi, i calciatori che sempre sono stati nel suo cuore e che con lui hanno ottenuto tante affermazioni in campo internazionale. Silvio Piola « A lui noi "azzurri" dobbiamo molto,- a lui siamo legati da ricordi indelebili. Con Pozzo se ne va un'epoca felice del calcio italiano, se ne vanno i nostri anni più belli ». Giuseppe Meazza « Sono stato suo giocatore dal 1930 al 1939 ed ho disputato, sotto la sua guida, ben 53 partite in maglia azzurra. Sotto il profilo professionale, la sua dote migliore era la capacità di capire la psicologia di ciascuno ». Piero Rava « Ci eravamo parlati proprio in questi giorni con Foni e Meazza. Tutti e tre avevamo stabilito di andarlo a trovare per fargli gli auguri. Per me è stata la persona più onesta che mai abbia trovato nell'ambiente del calcio. Era il nostro papà, ancor prima che il nostro commissario tecnico. Allora per noi la maglia azzurra contava, era come una bandiera ». Viri Rosetta « L'ho conosciuto nel 1921 quando l'Italia ha giocato contro la Francia sul campo di Marsiglia. Non concepiva una squadra di calcio nella quale non fossero tutti amici. Era la base dei nostri successi la famigliarità dell'ambiente, l'assenza di invidie, e la massima stima1 tra giocatore e giocatore. Vorrei dire tante cose in questo momento, ma nU sento confuso oltreché molto triste ». Carlo Parola « Non posso crederci. A lui debbo tutto: la mia carriera, la mia stessa vita. Sempre prodigo di consigli, di premure, di affetto e di riguardi. E' stato per me come un padre e così lo rispettavo e l'amavo. Io, che a sette anni sono rimasto orfano. Ricordi indimenticabili ci legavano. Lotte agonistiche sostenute con ardimento e passione, cose passate che i giovani non sanno, né possono comprendere. Ora, ai giocatori del Napoli, cercherò di dire — se il dolore non mi tradirà — chi era Vittorio Pózzo e che cosa è stato per lo sport italiano ». Alfredo Foni « Con Pozzo ho partecipato alle Olimpiadi del '36 e ai campionati del mondo del '38. Per noi non è stato soltanto uno dei migliori allenatori che siano mai esistiti al mondo, ma un vero e proprio papà. Un uomo che ancor prima di gioire per le nostre vittorie, ha sofferto non poco. Ciò che più ci faceva piacere era constatare come ricordasse sempre noi "vecchi azzurri" ». Giampiero Boniperti «E' stato lui a lanciarmi in nazionale. Ma non soltanto per questo ho di Vittorio Pozzo un grande, inestinguibile ricordo. Disponeva di un senso psicologico eccezionale nei confronti dei propri giocatori, era umano, romantico, poneva alla base dei successi la familiarità assoluta in squadra tra i diversi componenti ». Angelo Schiavio «L'avevo salutato pochi giorni fa proprio a Bologna; dov'era venuto a svolgere il servizio sulla partita col Mi^ lan. Si può affermare che sia morto sul campo, fedele ad un costume di vita fatto di lavoro e di passione ». Cordoglio dei dirigenti delle squadre torinesi FERRUCCIO NOVO — Presidente onorarlo del Torino: « MI spiace di tutto cuore. Il contrasto che si era creato tra noi due nel lavoro non cancella 11 ricordo dell'amicizia nata nel 1915, quando slamo stati assieme con gli azzurri dt quei tempo. Anche il Torino gli deve molto, e questo non va dimenticato ». ORFEO PIANELLI — Presidente del Torino: « Sono molto addolorato. Quando sono diventato presidente del Torino ini sono accorto come il nome di Pozzo fosse venerato e rispettato nel nostro ambiente. Non lo dimenticheremo mal, e lo ringraziamo di tutto quanto ha fatto per noi ». CATELLA — Presidente della Juventus: « Pozzo è stato una guida della Nazionale, uno sportivo alla cui memona si inchinano reverenti tutti gli Italiani ». GIORDANETTI — Vice presidente della Juventus: « Una figura indimenticabile per tutti gli sportivi. Ha portato 11 calcio italiano ai trionfi in tutto 11 inondo. Lascia a Torino un rimpianto profondo, non solo tra gli sportivi ma in ogni ambiente. E' stato un uomo che con lo sport ha onorato l'Italia ». Ricordo a Londra Londra, 21 dicembre. Vittorio Pozzo era popolare in Gran Bretagna quasi quanto in Italia. Egli aveva compiuto in Inghilterra parte dei suol studi, prima a Londra e poi a Liverpool. « Nella capitale — raccontava — mi distraevo troppo, e avevo la tendenza a frequentare 1 circoli italiani. I miei genitori se ne accorsero, e mi inviarono a Liverpool: è per questo cne nel mio inglese c'è un accento dialettale un poco slmile a quello dei "Beatles", che sono di Liverpool anche loro... ». A questo paese egli era le* gato da Innumerevoli ricordi, aveva amici dappertutto, specie nel mondo sportivo. Conosceva bene U calcio Inglese, anche per esperienza diretta, perché Io aveva praticato, più di cinquantanni fa, col suoi compagni di « college ». In seguito ne aveva studiata a fondo la tecnica, per trapiantarla in Italia. Era un grande amico di Whittaker La sua scomparsa, annunciata questa sera a Londra dalle agenzie giornalistiche, ha destato emozione e cordoglio. « Era un uomo forte e giusto, ricco di passioni, pieno di vita come un atleta a dispetto degli anni », ci ha detto John Charles cui abbiamo parlato al telefono da Cardili. « I remember lilm as a gentleman » (« Lo ricordo come una figura inimitabile, un vero gentiluomo »), ha commentato Brian Glanvllle, l'esperto di calcio del « Sunday Times ». E Matt Busby ha osservato: « E' un lutto anche per lo sport inglese ».