Le scrìtte sul luogo dell'attentato furono tracciate da Kienesberger

Le scrìtte sul luogo dell'attentato furono tracciate da Kienesberger fi proeetttto a Vienna per Vinta Vallano Le scrìtte sul luogo dell'attentato furono tracciate da Kienesberger La testimonianza di contatto della del perito calligrafo - Sulla cassettina mina erano stati scritti quattro versi Vienna, 17 dicembre. L'udienza di oggi del processo per l'attentato di Cima Vallona è cominciata con la deposizione dell'esperto grafologo Leo Petschning. Questi, per incarico della Magistratura di Innsbruck, ha esaminato la scrittura di tutti e tre gli imputati ed è giunto alla conclusione che le parole scritte in rosso sulla cassettina di contatto per l'esplosione della mina più grande erano state tracciate, con grandissima probabilità, dall'imputato Kienesberger. Sulla cassettina di legno era scritto in lettere maiuscole: « Ihr sollts sie niemals haben I Des Brenners scheidewand I Erst muesst ihr euch noch graben I Das grab in unser'm land I Bas». («Voi non dovete mai avere I lo spartiacque del Brennero I ma prima dovete scavarvi I la fossa nel nostro Paese. Bas » [cioè « Befreiungsausschuss Suedtirol » Comitato di liberazione del Sudtirolo]). Petschning esaminò e confrontò la scrittura degli imputati Hartung e Kut'ner, ma escluse che essi avessero scritto i versi. Kienesberger si rifiutò di esibire un campione della sua scrittura: cosicché l'analisi grafologica del Petschning fu condotta in base ad altri scritti dell'imputato, specialmente al cosiddetto diario. Su domanda dell'avv. Hein, della difesa, il perito ha affermato che la percentuale di probabilità che l'autore della scritta sia stato Kienesberger è del 50 per cento. L'avv. Amhof, ugualmente della difesa, ha cercato di sostenere che le lettere sulla cassettina erano state scritte da un italiano il quale non conosceva bene il tedesco. Ma un altro esperto, il prof. Grassberger, direttore dell'Istituto di medicina legale e scienziato di larga fama, ha contrastato il tentativo dell'avv. Amhof, dichiarando: « Nessun italiano poteva scrivere questi versi ». Egli ha spiegato che, per il ritmo dei versi (che « nessun italiano può possedere »). per il « senso » della lingua, e per certe inflessioni parti¬ colari, quelle parole potevano essere state scritte, soltanto e unicamente, da una persona di lingua tedesca. Ha, anzi, addotto un'altra prova per confutare la versione dell'avv. Amhof: nessun italiano scriverebbe mai la doppia «s» (dì «Muesst») con una « s » grande ed una « s » piccola, la cosiddetta « scharfe s » (esse dura), la quale ha quasi la forma di una zeta. Il perito psichiatrico, professor Stumpfl, non ha aggiunto, sostanzialmente, elementi nuovi. Di Kufner ha ricordato che, in principio, non voleva rispondere ad al cuna domanda su Hartung, ha osservato che le depressioni ereditarie, ricorrenti nella famiglia di lui, non sono state riscontrate nel l'imputato. Infine su Kiene sberger ha dichiarato che non può essere qualificato come fanatico psicopatico ma rivela tratti di fanati-1 smo. Ha aggiunto che nes-1 suno dei tre imputati può ì essere classificato come per-1 sona anormale. (Ansa) \

Persone citate: Hartung, Hein, Leo Petschning

Luoghi citati: Vienna