Un maestro dell'incisione

Un maestro dell'incisione ARTI ED ARTISTI Un maestro dell'incisione Una mostra con le litografie e i disegni di Carlo Mattioli, per illustrare il « Canzoniere» del Petrarca e «La Venexiana» Due stupendi libri sono il pretesto della raffinata mostra ora allestita nella « Saletta dantesca » della libreria Fògola di piazza Carlo Felice 19: un'edizione del Canzoniere petrarchesco ed una stampa in-folio della commedia La Venexiana, d'ignoto autore cinquecentesco, non molto tempo fa rappresentata anche a Torino; due libri di alta bibliofilia, due capolavori dell'arte tipografica ed editoriale, due notevolissimi esempi di moderna illustrazione d'antichi testi. Infatti appunto delle loro illustrazioni (litografie e disegni preparatori) si compone la mostra, dedicata all'opera grafica di Carlo Mattioli, artista emiliano oggi cinquantasettenne, del quale la Biennale veneziana del 1956 già espose le illustrazioni per La ragazza dagli occhi d'oro di Balzac, e a cui toccò il premio del Comune di Venezia per un disegnatore. Il Canzoniere è l'ottavo volume della collana per bibliofili iniziata con molto coraggio nel 1966 dall'editore torinese Fògola — un nome ben noto nella tradizione del commercio librario italiano — e criticamente diretta da due docenti universitari, Giorgio Barberi Squarotti e Folco Portinari; una collana che finora ha schierato sullo scaffale dell'amatore di libri eletti la Vita nuova e le Rime di Dante, Les Paysans di Balzac, La tentation de St-Antoine di Flaubert, gli Inni, le Odi e le Elegie di Hòlderlin, Delitto e Castigo di Dostoevskij, la Storia della vita del Pitocco di Quevedo, la Vita dell'Alfieri, rispettivamente illustrati da Ernesto Treccani, Léopold Survage, Léonor Fini, Maurits Ernest Houck, Ernst Neizvestnyj, José Ortega, Umberto Mastroianni, e questo Canzoniere del Petrarca, uscito adesso con dieci litografie del Mattioli. Sono libri superbi, su carta a mano filigranata, di tiratura limitatissima e in gran parte riservata ai sottoscrittori, stampati col girabile carattere «De Roos» a cura di Antonio Bràndùnl nella piccola tipografia Fògola, e ciascuno corredato da un saggio criticò di uno specialista. La collezione ha avuto una fortuna eccezionale: ogni volume è già una ricercata rarità bibliografica. L'in-folio della Venexiana, degno di andare accanto alle più splendide prove bodoniane, stampato magnificamente da Giovanni Fusetti, provvisto di un'introduzione di Diego Valeri ed illustrato con undici litografie a colori del Mattioli, limitato a soli centoventi esemplari, è dovuto alla passione per il bel libro di Igino Cerastico, un industriale milanese che dedica una parte del suo lavoro all'editoria di gran pregio; ed è inserito nella collana «Gli smeraldi », che conta il Mattioli fra i suoi illustratori. L'attività di questo artista ha dunque una direzione precisa. Ne sottolineava il carattere, nel '56, un acuto, sottilissimo esegeta, Alessandro Parronchi, notando come al « realismo » del Mattioli abbia giovato « la costante applicazione sul registro grafico certificatosi in un'ascendenza " manieristica " di cui l'ambiente di Parma fornisce gli esemplari meno aridi e cerebrali. E le distrazioni, i passatempi, Mattioli se li cercherà allora leggendo, e abbandonandosi, dietro la spinta delle narrazioni romantiche — Stendhal o Balzac — ai giuochi dell'immaginazione ». Applicarsi con pari risultato di estetica soddisfazione a interpretare con immagini un racconto sceneggiato turgido, sensuale, popolaresco e qua e là scurrile qual è La Venexiana; e — all'opposto — ad accompagnare con un quasi impercettibile sussurro di fronde (l'emblematico lauro del cantore di Laura: i «verdi aliti di primavera » cui già accennò Raffaele Carrieri), che con le loro ombre, i loro chiaroscuri litografici si diramano sui bianchi spazi impaginati fornendo il più delicato e musicale dei contrappunti ai limpidi caratteri tipografici da cui si esprime immortale il petrarchesco poema d'amo re; non è impresa da pigliare a gabbo: e Mattioli l'ha affrontata, qua con un gusto squisito e una pudica discrezione, là con un piglio quasi picaresco che con figure d'ambigua lussuria eccita la fantasia ad intuire, dietro la rustica trama della commedia, una Venezia avvolta dall'atmosfera — come ha detto benissimo il Valeri — « cupa e voluttuosa, molle e quasi tragica, di una tempesta giorgionesca». mar. ber.

Luoghi citati: Comune Di Venezia, Parma, Torino