Nuovo confronto davanti ai giudici fra imputato e un maresciallo di PS

Nuovo confronto davanti ai giudici fra imputato e un maresciallo di PS MI processo per i gravi «falli di Sassari » Nuovo confronto davanti ai giudici fra imputato e un maresciallo di PS L'accusato dice: «Fu lui ad accompagnarmi all'interrogatorio in questura e a togliermi cintura e orologio» - Il sottufficiale replica: «Non è assolutamente vero» Conclusa l'escussione dei testimoni, il dibattito è stato rinviato al 20 gennaio prossimo (Dal nostro corrispondente) Perugia, 12 dicembre. Il Tribunale di Perugia, concluso oggi l'esame dei testimoni sui « fatti di Sassari» dell'estate 1967, ha aggiornato il procedimento al 20 gennaio per la fase conclusiva: confronti tra gli imputati, l'esame di una serie di documenti processuali, la discussione, la decisione su un sopralluogo a Sassari e infine là sentenza. Si tratta di uno dei più delicati processi di questi ultimi tempi: alcuni degli imputati detenuti (Antonio Monne, Antonio Setzi, Archelao Antonio Demartis, Mario Pisano, Umberto Cossa e Pasqualino Coccone, imputati di associazione per delinquere) accusano a loro volta tre funzionari di polizìa (il vice questore Grappane, l'ex dirigente della « Mobile » di Sassari Juliano, il commissario Balsamo), il brigadiere Gigliotti e gli agenti Cinellu e Morea, tutti imputati a piede libero di falso e calunnia. Oggi l'udienza è stata caratterizzata da un confronto tra il maresciallo di P.S. Gino Antonielli. in servizio alla «Mobile» di Sassari, e l'imputato Mario Pisano, che accusa la polizia di avergli estorto la confessione con ì maltrattamenti. Il Pisano ha insistito nell'affermare che sarebbe stato proprio il maresciallo Antonielli ad invitarlo, la sera del 14 agosto 1967, a dire la verità e a fargli togliere la cintura, una catenina e l'orologio. Antonielli: « Non è vero ». Pres.: « Maresciallo Antonielli, forse lo fa per spirito di corpo, ma ricordi che qui soltanto è la vera legge. La verità non è poliedrica ». Antonielli: « Signor presidente, posso aver toccato il Pisano per un braccio, ma non l'ho assolutamente accompagnato al piano superiore, come ha detto ieri, per un interrogatorio. Non ho assolutamente detto al Pisano di togliersi cintura, catenina e orologio., Ho preso parte alle indagini soltanto per alcuni fermi ». . . Ha poi, deposto il giornalista Gavino Piredda de La Nuova Sardegna, dì Sassari, il quale ha riferito sulla conferenza stampa che il vice questore dott. Groppone tenne in questura subito dopo l'operazione del 14 agosto 1967, presso Sassari, per la cattura di Umberto Cossa. «Ci fu detto — ha dichiarato il teste — che al Cossa era stato intimato 1' " alt " e che il Cossa estrasse la pistola sparando due colpi contro la polizia ». « Circa un mese dopo quei fatti — ha continuato il giornalista — Umberto Cossa si presentò alla redazione del nostro giornale. " Io sono, disse il Cossa, quel pericoloso delinquente latitante. Mi voglio costituire ai carabinieri " ». Gavino Piredda ha precisato che al momento dell'arrivo del Cossa nella sede del giornale egli non era in redazione, ma poi parlò con lui e registrò tutto il colloquio. Il Cossa raccontò che la mattina del 14 agosto 1967, mentre pascolava le pecore presso il suo ovile, sentì gridare: «Fuoco» e fu sfiorato da alcune pallottole. Fuggì e raggiunse Sassari. Il Cossa fece un lungo racconto e il giornalista ha dichiarato che la bobina della registrazione del colloquio è sempre in suo possesso e si trova in un cassetto della sua scrivania nella redazione de La Nuova Sardegna. Il Tribunale, su richiesta dell'avv. D'Aiello, difensore del dott. Juliano, ha disposto l'immediato sequestro del nastro da parte dei carabinieri, per ascoltarlo eventualmente in aula. L'avv. Marras, difensore del Pisano e del Cossa, domanda al Tribunale di poter chiedere al dott. Juliano chiarimenti in merito alla vicenda dì un certo Roberto Semiretta, risalente all'epoca in cui il funzionario era vice dirigente della «Mobile» partenopea. (Lo Sciarretta avrebbe accusato Juliano di averlo sottoposto a maltrattamenti durante gli interrogatori). L'avv. Marras rinnova al Tribunale la richiesta di un sopralluogo a Sassari. Fra oltre un mese, il 20 gennaio 1969, alla ripresa del processo, il Tribunale deciderà in merito.