Una Radio «ringiovanita» non ha paura della TV

Una Radio «ringiovanita» non ha paura della TV E9 Vepaca degli spedi ava li in casa propria Una Radio «ringiovanita» non ha paura della TV I programmi sono stati rinnovati, resi più ricchi e vari, l'informazione è sempre più accurata Ora, dopo un lungo periodo di «boom» televisivo, il pubblico torna volentieri alla voce più familiare e tranquilla della radio - Ottanta famiglie su cento possiedono un apparecchio (Nostro servizio particolare) Roma, 5 dicembre. Ridotta in veste di Cenerentola dal lungo « boom » televisivo, la radio negli ultimi due anni s'è presa la rivincita ed è oggi più viva di prima, seguita da milioni d'ascoltatori. Il predominio della televisione è durato dodici anni: dal 1954, quando s'iniziarono le trasmissioni, al 1966 quando cominciò a diminuire la « febbre del video » che aveva assalito gl'italiani fra gli anni Cinquanta e Sessanta. Allora, l'acquisto d'un televisore rispondeva a un bisogno vitale cui non era estranea la convinzione psicologica di fare un passo avanti nella scala sociale. Un identico fenomeno si era verificato negli Stati Uniti e nei paesi più avanzati che, con molto anticipo sull'Italia, avevano impiantato le reti televisive. Ma in Italia la corsa al televisore ebbe punte sconosciute altrove e fu una reazione alla prolungata sottoalimentazione nel settore degli spettacoli. Ora che ogni famiglia, anche la più modesta, aveva la possibilità di assistere ogni giorno agli spettacoli a domicilio, tutti ne approfittavano. La radio cedette il suo vecchio monopolio al nuovo mezzo di comunicazione sociale. Ma, com'era avvenuto negli Stati Uniti o in Inghilterra, l'ascesa senza freni della televisione proseguì sino al momento in cui la smania televisiva fu soddisfatta. Dopo sarebbe giunto il rilancio della radio. La previsione s'è- avverata a partire dal 1966. Ora in Italia ottanta famiglie su cento possiedono un apparecchio radio: sessanta un televisore: v'è dunque una supremazia numerica della radio che trova conferma nelle ultime statistiche unìciali. Al 15 novembre scorso gli abbonati alla radio e alla televisione erano complessivamente 10 milioni 887.812, cui vanno aggiunti 878.862 utenti delle sole autoradio. Come si sa, il pagamento del canone televisivo comprende anche l'abbonamento alle radiodiffusioni: di conseguenza, è legittimo ritenere che quasi tutti i teleabbonati abbiano in casa anche l'apparecchio radio. Nella cifra totale degli abbonamenti, quelli riguardanti la sola radio assommano a 2 milioni 563.814, se ne deduce che la diffusione della radio è molto più capillare di quella della televisione, anche senza mettere nel conto i milioni di «transistor» che sfuggono alle rilevazioni statistiche e, soprattutto, agli intendenti di Finanza chiamati a vigilare sul pagamento dei canoni. Come si spiega questa rinascita alla radio? Gli esperti sostengono che fra radio e televisione non può esservi, alla lunga, alcuna concorrenza perché « si tratta di due strumenti diversi ». La tv punta sullo spettacolo, la radio sull'informazione rapida è sul varietà musicale. Le trasmissioni radiofoniche, distribuite su tre programmi, coprono praticamente le ventiquattro ore, mentre i due canali televisivi hanno orari più ridotti e concentrati nell'arco serale. Ma anche se video e microfono trasmettono contemporaneamente, la radio non ci rimette: lo dimostra l'indice d'ascolto del « Giornale Radio » delle 13 che raggiunge i cinque milioni e mezzo di persone, mentre il « Telegiornale » delle 13,30 non supera quasi mai i tre milioni di telespettatori. Il segreto di questo « decollo » radiofonico,' dopo la stasi post-televisiva, è tutto nell'agilità dei programmi, nella tempestività delle notizie. La sola rete nazionale trasmette ogni giorno trentatré notiziari, più di uno ogni mezz'ora, trentotto notiziari regiona'.:, lina sessantina di rubriche settimanali a carattere nazionale e una cinquantina a carattere regionale. Le radiocronache, le inchieste, i servizi speciali sono, numerosi: nel complesso del « Giornale Radio », diretto da Vittorio Chesi, lavorano duecentosessanta giornalisti e centinaia di tecnici, che spesso hanno battuto la tv in fatto di rapidità, anzi d'immediatezza nei servizi. Ad esempio, la cattura di Cimino venne trasmessa sette minuti dopo ch'era avvenuta e altrettanto accadde per l'arresto della banda Cavallero in provincia di Alessandria. Forte dell'esperienza fatta durante le elezioni americane (22 ore di trasmissione continua in filo diretto), la Radio ha predisposto un programma eccezionale per il prossimo lan¬ cio degli astronauti americani che «orbiteranno» attorno alla Luna. Il 21 dicembre, quando l'astronave partirà da Capo Kennedy, gli ascoltatori italiani potranno seguirla per sei ore, sino al compimento della terza orbita dopo la quale lascerà gli spazi terrestri. Nella notte di Natale, in collegamento con Huston, la Radio italiana sarà collegata con l'« Apollo » che girerà dieci volte attorno alla Luna e, infine, il 27 dicembre sarà trasmessa l'emozionante avventura dèi rientro a terra dei tre navigatori spaziali. Anche gli altri programmi — diretti da Leone Piccioni — s'ispirano a questa viva¬ cità e agilità che rispecchia il fatto nuovo della Radio non solo a domicilio, ma accanto all'utente dovunque si trovi. Vi sono rubriche di grande successo per le massaie, per i giovani, per gli appassionati di musica leggera, corsi di lingue, corrispondenza con gli ascoltatori, quiz e trasmissioni divenute popolari come «Gran varietà », « Il gambero », «Bandiera gialla», «Ferma la musica». Per il prossimo anno sono in cantiere altre novità. La Radio per vivere deve rinnovarsi di continuo: e per ora c'è riuscita, risalendo la china in cui, inevitabilmente, l'aveva sospinta la Tv. 1. f.

Persone citate: Cavallero, Cimino, Huston, Leone Piccioni, Vittorio Chesi

Luoghi citati: Alessandria, Inghilterra, Italia, Roma, Stati Uniti