Franca Viola s'è sposata all'alba in una piccola chiesa di Alcamo

Franca Viola s'è sposata all'alba in una piccola chiesa di Alcamo Ima w*3kgskxxsk cHe ritinto le «MMOxze w*ipa**sktM*ici» Franca Viola s'è sposata all'alba in una piccola chiesa di Alcamo Ha vent'anni - Si oppose tenacemente al matrimonio proposto dal suo rapitore, che ora sta scontando 13 anni di carcere - Lo sposo è un ragioniere ventiseienne - La cerimonia mentre la gente ancora dormiva; c'erano molti poliziotti - Un giorno importante per tutte le giovani siciliane (Nostro servizio particolare) Alcamo, 4 dicembre. Si è sposata Franca Viola, la prima ragazza siciliana che si è ribellata alla mafia e alla medioevale legge del « matrimonio riparatore». Si è sposata che era ancora notte e con molti poliziotti attorno. Ora si dice che Franca non voleva pubblicità. Ma si dicp anche che si temeva la rabbia della mafia sconfìtta. Queste nozze sono una bella notizia per tutte le ragazze della Sicilia. Il matrimonio di Franca Viola, 20 anni, con il rag. Giuseppe Ruisi, 26 anni, era stato annunciato per le 10 nella chiesa di Sant'Agostino. Si è celebrato alle 6 nella cappella dell'orfanotrofio di Sant'Agostino. A quest'ora Alcamo dormiva, ma le strade di accesso alla chiesa erano presidiate dalla polizia e bisognava mostrare i documenti per superare i posti di blocco. Poliziotti in borghese anche nella cappella, tra una cinquantina di invitati. Franca è arrivata con abiti dimessi ed era circondata da uno stuolo di donne. Si è cambiata in uno stanzino, aiutata dalla sarta che aveva portato l'abito bianco. Scortato da amici e parenti è giunto Giuseppe Ruisi. Ancora non era sorto il sole. C'era molto silenzio, ci si bisbigliava nelle orecchie. All'altare, la ragazza aveva un'aria smarrita, lui era sicuro di sé. Officiava don Messana, per la sposa era testimone l'onorevole Corrao, per lo sposo c'era uno zio. Intanto, Alcamo si svegliava e veniva a sapere delle nozze, si commuoveva e si meravigliava: « Perché tanta segretezza? ». E' corsa una voce: « Franca e Giuseppe hanno ricevuto minaccia dalla mafia: questo matrimonio non si deve fare ». Ad Alcamo la mafia ha imperato tanti anni e Filippo Melodia, il rapitore della ragazza, era un mafioso. Meno segreto e più affollato è stato — tre ore dopo — il trattenimento nuziale in un locale vicino all'abitazione dei Viola. Fin dalla notte la « sala per trattenimenti » era presidiata dalla polizia e vi era ammesso soltanto chi aveva l'invito firmato dallo sposo. Gli invitati arrivavano in auto con tendine abbassate. Tra i doni giunti agli sposi, quello del Presidente della Repubblica, del Presidente del Consiglio, di uomini politici, del procuratore della Repubblica di Trapani e del vescovo Ricceri. Anche se delusa per non avere potuto applaudire la sua « eroina », Alcamo era in festa. Con queste nozze riteneva di essersi affrancata da una legge, non scritta ma antica e inesorabile, secondo la quale ad una ragazza sedotta non rimane che sposare il rapitore. Franca il suo seduttore lo ha mandato in carcere. Ricordiamo questa vicenda che ha scosso l'isola e ha commosso l'Italia. Tre anni fa Filippo Melodia, con altri quattro, pistola alla mano, rapisce Franca Viola, una ragazza che non lo ama. La tiene prigioniera tre giorni: secondo l'usanza, questo basta per le «nozze riparatrici». Invece la ragazza dice di no, « a costo di restare zitella ed essere ripudiata da tutti». La Sicilia è esterrefatta, anche perché Franca sfida la mafia, essendo Melodia affiliato ad una delle « cosche » del Trapanese. La « onorata società » non le avrebbe mai perdonato di negarsi ad una delle più autorevoli « coppole storte » della zona. Si è certi che il padre, spaventato, convincerà la ragazza. Invece, anche il padre resiste. Dice: « Se Franca non 10 vuole, non lo vuole ». Da questo momento la via Arancio, dove è la casa dei Viola, è presidiata da poliziotti. (Ci resteranno tre anni, ci sono anche oggi). Melodia è sicuro di sé, invece finisce in Assise. E' ancora spavaldo, cerca nel pub blico i compagni mafiosi, ma vede poliziotti e carabinieri. 11 processo va avanti e Me lodia sente con sgomento che la Sicilia evoluta gli è con tfiVdcsvsllnlhsF tro e che vanamente la mafia continua a minacciare i Viola. Uno dei difensori grida, in aula, al padre di Franca: « Finito il processo, cessato il clamore, tu, che hai voluto questa storia, resterai solo e avrai paura ». Ma quella sera il Consiglio comunale di Alcamo approva all'unanimità un ordine del giorno di solidarietà con Franca Viola e con « tutti coloro che hanno subito prepotenze ». Ora Filippo Melodia sta scontando 13 anni e 4 mesi. Franca Viola per due anni e mezzo è vissuta in casa: una sorta di clausura impostale, oltre che dal timore di rappresaglie mafiose, dalla paura di essere scherno di quelli che ancora oggi considerano senza onore una ragazza sedotta, pur contro la sua volontà, e che non avverta il bisogno di « nozze riparatrici ». Nel gennaio scorso, per il terremoto, Franca e i suoi lasciano Alcamo e la ragazza conosce, in un campo profughi, il rag. Ruisi, anch'egli di Alcamo e profugo. C'è simpatia, nasce l'amore, si arriva al matrimonio. Questa simpatia, questo fidanzamento, queste nozze sembrano una storia come mille di ogni giorno. Invece è una storia importante. ' Per la prima volta in Sicilia una ragazza ha preferito rimanere « disonorata » piuttosto che accettare la prepotenza dell'uomo. E ha voluto scegliere lei il suo sposo, costasse quel che costasse. Oggi — con le nozze di stamane — è un giorno importante per le ragazze della Sicilia. 1. c. Franca Viola, al balcone, ieri dopo le nozze, tra il marito Giuseppe Ruisi ed uno dei testimoni (Telefoto) | d[IMIIIIIJIlllItltEllllIIIIIIMI Ill!IIIMIIIII1IIIIUIIM[liMI!n]!l!llllMl!l[!:ili:]|IMIMIilUI!lillll!illlillMlllillI]ill!llllItllllllllil!I!llMllIIII 111F11 il I f 111 i} 11 ! I ì I i 11 i I i 11111111 ! I ri i 111 1E11111111M i 11 ! 1111 ! 1111 II 11