Rusk non esclude un «vertice» Johnson - Kossighin entro gennaio di Mario Ciriello
Rusk non esclude un «vertice» Johnson - Kossighin entro gennaio DICHIARAZIONI DEL SEGRETARIO DI STATO Rusk non esclude un «vertice» Johnson - Kossighin entro gennaio Temi dei colloqui: 1) rinuncia ai sistemi anti-missili; 2) riduzione dei razzi intercontinentali - Il Presidente (che lascia la Casa Bianca il 20 del prossimo mese) desidera concludere il suo mandato con un accordo coi russi sul disarmo (Dal nostro inviato speciale) Washington, 2 dicembre. In un'intervista alla televisione, il segretario di Stato Dean Rusk ha accennato alla possibilità che il presidente Johnson s'incontri con il premier sovietico Kossighin per discutere il problema degli armamenti nucleari. Se questo « vertice » avrà luogo, sarà ovviamente indetto prima del 20 gennaio, giorno in cui Johnson cederà tutti i poteri al nuovo presidente Richard Nixon. La « Casa Bianca » s'è astenuta da ogni commento e la stampa tratta la notizia con cautela. L'impressione generale è che Johnson desideri questo colloquio e cerchi di arrivarvi, ma che l'ormai imminente fine della sua presidenza crei ostacoli, politici e pratici. Dean Rusk — parlando iersera dinanzi alle telecamere — ha ricordato che l'invasione della Cecoslovacchia « ha imposto un regresso » nei tentativi di esaminare con Mosca le questioni missilistiche. Ma il problema rimane, «e non può essere ignorato » Si tratta di porre un freno, un limite, alle sempre più astronomiche spese negli armamenti nucleari. I colloqui russo-americani avrebbero due obiettivi. Primo: rendere inutile la costruzione di difese contro i missili balistici. Secondo: avviare una riduzione, o per lo meno una stasi, nel numero dei razzi intercontinentali e a lunga gittata. Il segretario di Stato li detto: « Per il momento, non vi sono piani per un incontro al vertice, ma non ne voglio escludere la possibilità ». Rusk ha inoltre manifestato la speranza di « consultazioni a qualche livello, prima del 20 gennaio, sui missili », benché, data « l'altissima complessità » del problema, lo studio dovrà essere pro¬ seguito, e per parecchio tempo, dall'amministrazione Nixon. Infine, seppure con cir•cospezione, Rusk ha fatto capire che, in tutta questa vasta operazione diplomatica, una delle difficoltà è costituita dalla necessità di concordare ogni movimento con il presidente-eletto Nixon. Da queste dichiarazioni e dalle informazioni, ufficiali e ufficiose, di oggi si trae questo quadro: 1) vi sono tre possibilità. Che Johnson e Kossighin si incontrino; che il dialogo sulla questione missilistica sia avviato ma a livello inferiore; che ogni discussione sia differita a quando Nixon avrà assunto il potere; 2) per ora, non è stata presa nessuna decisione, « né sulla data, né sul luogo, né sul livello diplomatico »: sono le parole di un funzionario. Prima della crisi cecoslovacca, pareva che Johnson dovesse recarsi a Mosca; 3) i russi sembrano favorevoli a un «vertice», sia per la natura dell'argomento sia per riacquistare un po' di prestigio internazionale dopo il fosco dramma cecoslovacco. D'altra parte, vi è chi sostiene che Kossighin preferirà attendere qualche settimana e parlare con il nuovo presidente. Johnson, a quanto pare, vuole il convegno. L'atteggiamento di Nixon non è noto. Vi è un altro punto, di estrema importanza. Quali che saranno gli interlocutori, queste conversazioni sembrano destinate a prender forma. Sarebbe un grosso passo verso la distensione internazionale. Se Washington e Mosca decidessero di rinunciare a difese missilistiche e di concordare le dimensioni dei loro arsenali nucleari, l'intesa avrebbe significato non solo militare ma anche politico. Mario Ciriello
Luoghi citati: Cecoslovacchia, Mosca, Washington
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