Due braccianti morti a Siracusa in un aspro conflitto con la polizia di Francesco Rosso

Due braccianti morti a Siracusa in un aspro conflitto con la polizia Da 10 giorni è in corso uno sciopero nelle campagne Due braccianti morti a Siracusa in un aspro conflitto con la polizia Altri tre ricoverati in gravi condizioni all'ospedale - Tra le forze dell'ordine una cinquantina di feriti e contusi - Il luttuoso episodio è accaduto ieri alle 14 presso Avola - Un reparto di polizia ordina di abbattere un blocco stradale Ma i dimostranti rispondono con una fitta sassaiola - Gli agenti lanciano bombe lacrimogene, poi si sperdono per i campi accorgendosi di essere circondati - Qualche poliziotto, nel timore di essere sopraffatto, spara con il mitra (Dal nostro inviato speciale) Siracusa, 2 dicembre. Un pesante bilancio di vittime, con i due morti, ire feriti gravi, una sessantina tra feriti leggeri e contusi, è la conclusione tragica d'uno scontro frontale, una vera e propria battaglia campale, fra agenti di polizia e braccianti agricoli, in sciopero da dieci giorni. Benché i dimostranti avessero eretto più volte blocchi stradali a Noto,. Rosolini ed Avola, polizia e carabinieri non erano mai intervenuti con decisione, pensando che anche questa controversia sindacale si sarebbe composta come già tante altre in provincia di Siracusa. Ma oggi, per una di quellefatalità che nessuna inchiesta, probabilmente, potrà mai chiarire, è accaduta la tragedia; ognuno dei presenti dà una sua versione dei fatti, versioni che non coincidono. Ciò che si sa di certo è che un gruppo dì circa cinquecento braccianti agricoli aveva eretto un posto di blocco sulla statale 115, quasi alle porte di Avola, grosso e prospero borgo agricolo dove sì coltivano soprattutto primizie, a pochi chilometri da Siracusa. Un'autocolonna deità polizia, composta da nove mezzi, su cui viaggiavano novanentied'uMciaii, era mmnWWmriggio da Catania e Siracusa, con il qompito di rimuovere i blocchi stradali e liberare la grcmde arteria che unisce Catania a Siracusa, e Ragusa. Giunta dinanzi ad Avola, la autocolonna dovette fermarsi, il blocco stradale non era fatto soltanto di pietre e bastoni, ma di un muro che gli scioperanti stavano erigendo. Àgli ordini dei loro ufficiali, gli agenti saltarono a terra. E qui le versioni incominciano a divergere. Gli agenti affermano che avevano soltanto intenzione di persuadere i dimostranti a rimuovere spontaneamente il blocco; questi ultimi sostengono, invece, che gli agenti misero in capo l'elmetto e avanzarono verso di loro con atteggiamento aggressivo. Le ostilità le aprirono, i dimostranti lanciando grosse pietre contro gli agenti, cui si erano uniti reparti di carabinieri giunti da Siracusa. Nel tentativo dì sciogliere l'assembramento, gli agenti lanciarono candelotti lacrimogeni, ma il vento contrario spostò su di loro l'ondata dei gas. Nello stesso momen¬ to sopraggiungevano altri dimostranti che avevano abbandonato il blocco stradale eretto a Cassibile, e la polizia si è trovata nel mezzo dì una fitta sassaiola. Per non lasciarsi accerchiare, gli agenti si sono dispersi nei campi; e i dimostranti, sempre più numerosi, assalivano gli automezzi della polizia, ne rovesciavano alcuni, incendiavano una camionetta e una 850, mentre il grosso si lanciava all'inseguimento dei poliziotti ^^gfifftt^a^ffii^ una gragnuólcidi pietre. Fu la paura di un singolo poliziotto di essere sopraffatto a far partire il primo sparo, oppure fu un momento di panico generale che s'impadronì di tutti gli agenti. Nel gran disordine partì un primo colpo, quindi un secondo, poi altri ancora; fu una vera e propria battaglia, con gli spari, il fumo, le grida dei colpiti. Non si può ancora dire quanto sia durata la lotta a fuoco, certo non molto, ma abbastanza per contare sul terreno due feriti gravissimi; uno di essi, Giuseppe Scibilia, 46 anni, di Avola, è morto mentre lo trasportavano all'ospedale di Siracusa; l'altro, Angelo Sisìona^^.am^AJ' GwsjbUer è. mòrto ancor prima che lo adagiassero sull'autolettiga. E intorno, altri corpi abbandonati fra i pingui orti di Avola; otto erano i feriti, ed alcuni molto gravi, come Giuseppe Buscemi, 45 anni, Giorgio Garofalo, 37 anni, Salvatore Agostino, 38 anni. I primi due sono di Àvola, il terzo di Noto. Particolarmente gravi le condizioni del Garofalo ferito da 14 colpi di arma da fuoco al ventre. Per tutti e tre i feriti i medici si sono riservati la prognosi. Altri due feriti meno gravi sono Antonio Giano e Paolo Caldarella, e (così dicono voci non controllate) una bimba di 3 anni. Tra i funzionari rimasti feriti, il vice questore di Siracusa, dott. Nicolò Samperisi, colpito alla testa e alle gambe, e il capo della Squadra Mobile dott. Andrea Padova che ha avuto contusioni allo stomaco e alla testa. Tra polizia e carabinieri si contano più di cinquanta tra feriti e contusi, e sono ricoverati negli ospedali di Siracusa, Avola e Noto. Attorno ai morti e ai feriti si è fatto un tragico silenzio; il luogo dello scontro, con le carcasse delle automomobili incendiate e rovesciate, il selciato della strada divelto, dà la sensazione di quanto sia stata violenta e sanguinosa la battaglia. Ora ci si domanda perché sia avvenuta, e nessuno può sinora dare una risposta, ed anche se si potesse darla non risolverebbe nulla, perché non esiste una giustificazione per quei morti e feriti. Il vice-questore di Siracusa, ufficiali e funzionari di polizia affermano che nessuno aveva dato agli agenti in servizio ad Avola l'ordine di sparare, ma ciò non ha impedito la sparatoria, non ha evitato le vittime. Subito dopo il sanguinoso scontro polizia e carabinieri, che intanto avevano operato una decina di fermi fra ì dimostranti, hanno ricevuto l'ordine di ritirarsi da Avola, per evitare ulteriori incidenti. I braccianti in sciopero si sono riuniti sulla piazza principale del paese dove un sindacalista della Federbraccianti ha tenuto un comizio, mentre uffici e scuole chiudevano per uno sciopero di protesta. Dalle voci che si sentono in giro e dalle notizie che giungono da tutta Italia, si direb be che il sanguinoso scontro di Avola sia ancora assai lontano dall'essere concluso: si temono altre manifestazioni, altre violenze, ed è strano che la scintilla sia partita da questo tranquillo, prospero borgo, abitato da gente pacifica, aliena dalla violenza. Che siano stati proprio i con¬ tadini di Avola a muoversi può significare uno stato d'animo esasperato per la lungaggine nelle trattative per la composizione sindacale. Ma per quanto si cerchino giustificazioni, si rimane sgomenti per quanto è accaduto nel placido pomeriggio di questo borgo che non conosce la miseria dì altri meno fortunati centri della Sicilia. Francesco Rosso

Persone citate: Andrea Padova, Antonio Giano, Garofalo, Giorgio Garofalo, Giuseppe Buscemi, Giuseppe Scibilia, Nicolò Samperisi, Paolo Caldarella, Salvatore Agostino