Un «bilancio» sui trapianti di cuore

Un «bilancio» sui trapianti di cuore Chirurghi di tutto 11 mondo a Città del Capo Un «bilancio» sui trapianti di cuore Effettuati finora circa 100 interventi - In quali malattie cardiache può esser benefico l'innesto di un organo nuovo - Come si manifesta il temuto "rigetto" - Possibilità di "cuori artificiali" di tipo meccanico - Il dott. Barnard incaricato di tenere un registro universale dei trapianti Al recente Symposium di Città del Capo su « Experience with human heart transplantation » erano presenti quasi tutti i protagonisti della recente storica tappa della chirurgia di trapianto cardiaco. La discussione e lo scambio di idee — compreso l'utilissimo dibattito su certe divergenze di opinioni tra chirurghi ed immunologi — sono stati di grande interesse. Ed hanno dimostrato che, oggi, dopo quasi cento trapianti cardiaci — da quello di Christian Barnard, che ha eseguita ili primo, a quello di Juro Wada, il giapponese che ha praticato l'ultimo in ordine di tempo — l'esperienza sta pian piano codificandosi. Gli argomenti discussi sono stati sette: 1) selezione e preparazione del ricevente; 2) selezione e preparazione del donatore; 3) tecniche operative; 4) complicazioni postoperatorie; 5) diagnosi e terapia del rigetto; 6) lesioni anatomiche nei casi di insuccesso; 7) futuro della chirurgia dì trapianto cardiaco. Al pubblico — visto che è praticamente impossibile riassumere la somma dei contributi che sono stati discussi ed elaborati — può interessare la risposta a qualcuno dei principali problemi. Quale malato di cuore può ricavar beneficio dal « dono » di un cuore nuovo? 1) I malati che si trovano in stadio terminale di malattìa coronarica e che non rispondano più alla terapia medica; 2) certi casi dì malattia congenita dì cuore per cui non esiste possibilità di intervento chirurgico correttivo; 3) ì malati con lesioni plurivalvolari cardiache in cui appaia più rischiosa l'applicazione di 2-3 protesi valvolari che non il4mcdispsalarz il trapianto stesso di cuore; 4) i casi (rarissimi) di voluminoso tumore primitivo cardiaco; 5) i malati (rari) di fibroelastosi endocardica isolata o di miocardiopatia primitiva. Tutti d'accordo nel riconoscere che, una volta risolta a fondo — quando lo sarà — la sostanziale questione del rigetto biologico, le indicazioni all'intervento potranno essere ampliate. E altrettanto d'accordo nello stabilire che un certo grado di irreversibile ipertensione polmonare nel ricevente controindichi l'operazione (il ventrìcolo destro — che è una pompa di volume e non di pressione — non è in grado, in questi casi, di adattarsi ad un lavoro superiore alle sue possibilità); e che le controindicazioni si estendano ai casi di cardiopatia con malattia polmonare cronica ostruttiva (condizione che richiederebbe il tuttora rischiosissimo trapianto totale cuorepolmoni) o con malattia vascolare generalizzata (vedi l'insuccesso del primo trapianto di Barnard in un uomo con grave vasculopatia diabetica). Qual è l'età limite per poter essere sottoposti a questi interventi di altissima chirurgia? Il dott. Cooley ha fatto notare che il suo paziente più anziano ha 62 anni: e gode ottima salute a 3 mesi dall'intervento. Ed ha precisato che il cuore di un donatore di 50 anni — purché esente da lesioni coronariche — può benissimo servire: così come il cuore di un diciottenne può benissimo sostituire il cuore di un vecchio. L'età del cuore — ha aggiunto il dott. Barnard — non ha, da questo punto di vista, l'importanza che si crede: perché, sfortunatamente, il massimo che. oggi, possiamo ottenere da un trapianto cardiaco è una sopravvivenza di circa cinque anni. E quali sono i segni clinici del temuto fenomeno del rigetto? L'esperienza dì tutti i chirurghi, a questo proposito, è stata unanime. I sintomi sono i seguenti: un improvvis ì aumento della temperatura corporea non spiegata da cause infettive o da fattori occasionali; un sensibile aumento della frequenza cardiaca e respiratoria; una diminuzione del numero delle piastrine; l'insorgenza di una ìnspiegabile profonda stanchezza fisica; una significativa diminuzione del voltaggio dell'elettrocardiogramma; un aumento improvviso dei valori dell'i7idice di sedimentazione dei globuli rossi. Quale sarà il futuro di questo tipo di chirurgia? L'esperienza degli anni che verranno potrà dire se, e in quali casi, il progresso nella messa a punto dei « cuori artificiali » (di tipo meccanico) sarà in grado di contendere il passo al progresso nel campo dei trapianti. Nel frattempo gli specialisti dei « cuori nuovi » hanno deciso di affidare al dott. Barnard il compito dell'istituzione di un « registro mondiale » di tutte le operazioni di sostituzione cardiaca: al fine di non perdere un solo particolare — tecnico, biologico, umano, psicologico — cfte possa tornar utile. il dottor X La foto-ricordo dei partec i dottori Barnard e Botha .panti al simposio sui trapianti di cuore: fra gli altri di Città del Capo e gli americani Kantrowitz e Cooley

Persone citate: Barnard, Botha, Christian Barnard, Cooley, Kantrowitz

Luoghi citati: Città Del Capo