Piena assoluzione agli sposi accusati di bigamia a Biella

Piena assoluzione agli sposi accusati di bigamia a Biella In colpa per lo Stato, legittimi pei* la Chiesa Piena assoluzione agli sposi accusati di bigamia a Biella Lo stesso p. m. ha sostenuto che il fatto non sussiste - Nel '67 la giovane sì era unita in matrimonio con un inglese: poi (rassicurata dai pareri di un avvocato e della Curia) aveva ritenuto che il vincolo non fosse valido e aveva sposato l'attuale marito ne vollero sapere e mi cacciarono di casa. Andai a vivere un po' di tempo con una zia, poi chiesi ospitalità ad un'altra, ma non poteva durare all'infinito». I due giovani si rivolsero a un avvocato di Biella per regolarizzare la loro posizione. Dopo aver esaminato gli atti relativi alle « nozze scozzesi », il-legale ebbe qualche dubbio sulla validità del matrimonio e si rivolse alla Curia di Biella. «Che cosa vi dissero- in Curia? » — ha chiesto il presidente Mairieri. « Che per loro il matrimonio non era valido per vizio di forma » — ha risposto la Meinardi senza esitazione. Presidente: « Lei ha giurato davanti a un sacerdote che era libera». Imputata: «Ne ero effettivamente convinta. Non ho studiato legge, mi sono limitata a ripetere quello che avevo sentito dire più volte dall'avvocato ». II Rolando, quando è stato interrogato, ha aggiunto: «Per maggior sicurezza ho chiesto ripetutamente se, sposandoci, avremmo avuto grane. Ci è sempre stato detto di no». Le nozze religiose avvennero nella chiesa di Andorno Micca, e uno dei due testimoni fu l'avvocato, che gli sposi lasciarono quando sorsero le complicazioni che li hanno portati sul banco degli accusati. La requisitoria del P.M.; dott. Tacconi, pur essendo basata su rigorose considerazioni di diritto, è stata permeata di umanità. «Prima dì sposarsi — ha concluso il magistrato — questi due giovani hanno chiesto ripetutamente consìglio a un legale e alla Curia. Dov'è la loro volontà d'infrangere la legge? Pertanto, a mio avviso, il fatto non sussiste ». I difensori dell'imputato, avvocati Magnani e Berta gnolio, hanno aggiunto altre considerazioni alla tesi del P.M., che è stata accolta pienamente dal Tribunale dopo breve permanenza in camera di consiglio. La sentenza assolutoria esclude la responsabilità pe naie dei due giovani sposi in relazione al reato di bigamia, ma non risolve la loro paradossale situazione Per lo Stato, infatti, continua ad avere effetto civile il primo matrimonio della Meinardi, anche se il marito inglese ha recentemente ottenuto il divorzio. Piero Minoli 4 Gian Lorenzo e Gianna Rolando, i coniugi assolti (Dal nostro corrispondente) Biella, 28 novembre. Gian Lorenzo Rolando e Gianna Meinardi, i coniugi biellesi di 27 e 25 anni, che lo Stato italiano, per una serie di circostanze considera bigami (la Chiesa li ritiene invece sposi legittimi) hanno oggi potuto dimostrare la loro buona fede: al termine del processo a loro carico il Tribunale di Biella (presidente Mairieri, giudici Vittone e De Gregorio) li ha assolti con' formula piena. L'imputazione di bigamia era stata determinata dalla paradossale situazione della Meinardi che, il 7 ottobre 1967, con l'autorizzazione della Curia biellèse, si era unita in matrimonio con il Rolando, pur essendo ancora valido, agli effetti civili, un precedente legame. Il 20 maggio dello stesso anno la giovane si era infatti unita in matrimonio con un inglese, Thomas Kennedy Nelson, ventenne: le nozze erano state celebrate con rito anglicano a Troon, in Scozia. L'unione fra l'italiana e l'inglese durò poco. Lasciato il marito e tornata in patria, la Meinardi senti rifiorire l'affetto per il Rolando, suo ex fidanzato. « I miei genitori — ha narrato oggi l'imputata all'inizio dell'udienza — non

Luoghi citati: Biella, Scozia