Perché la Juventus ha perso a Francoforte di Giulio Accatino

Perché la Juventus ha perso a Francoforte I bianconeri devono ora pensare ai torneo italiano Perché la Juventus ha perso a Francoforte I bianconeri sfortunati per il goal-beffa segnato dai tedeschi nei tempi supplementari - La squadra, pur attaccando molto, non ha saputo superare la difesa chiusa dei tedeschi - Castano, infortunato, non giocherà contro il Pisa La sconfitta della Juventus sul campo di Francoforte ha causato molta amarezza tra i sostenitori bianconeri. La delusione è ancora più grave in quanto la squadra italiana ha incassato il goal decisivo all'ultimo istante dei tempi supplementari, cioè dopo 120 minuti di gara. Per questa rete i bianconeri non hanno nemmeno potuto sperare nel sorteggio (che sarebbe stato necessario in caso di uno 0-0) e sono eliminati dalla Coppa delle Fiere. La casualità della rete subita, tanto che si parla addirittura di autorete, e la buona prova fornita da alcuni giocatori, potrebbero ridurre il disappunto ed attenuare le critiche se non si dovesse constatare come la Juventus, pure con l'innesto di tre ottimi giocatori — Haller, Anastasi e Benetti — (il quarto, Pasetti, è sistematicamente dimenticato tra le riserve) non riesce ad esprimere un gioco utile, interessante e spettacolare. I risultati non vengono perché i bianconeri non giocano bene, né si può dimenticare che lo scorso anno la squadra torinese, pure senza Haller, Anastasi, Benetti e Pasetti, era riuscita a giungere alle semifinali della Coppa dei Campioni, risultando poi sconfitta dal Benfica, guidato da un grande Eusebio. Questa volta i bianconeri hanno perso di fronte all'Eintracht di Francoforte, che è tredicesimo nella classifica del campionato tedesco, in piena zona retrocessione. La domanda che si rivolgono gli sportivi è questa: perché la Juventus non gioca? Ieri il presidente, ing. Catella, ha così risposto: « I giocatori non seguono le istruzioni dell'allenatore Heriberto Herrera, a cui noi confermiamo una piena fiducia ». Nessuno pretendeva una simile dichiarazione, del resto largamente scontata, ma nessuno poteva prevedere il seguito della frase del massimo esponente della società: « Noi siamo convinti che solamente il gioco collettivo porta a risultati concreti». Questo vuol dire che d'ora innanzi vedremo anche Haller, Benetti e lo stesso Ana stasi innestati nel « movimento » che porta i difenso ri all'attacco e gli attaccanti in difesa? La sconfitta con l'Eintracht grave e preoccupante perché annulla una delle mète a cui aspiravano i bianconeri in questa stagione, ha mo tivi ben più profondi e che riguardano la formulazione della tattica, la difficoltà di Haller e di Anastasi di inserirsi nella manovra della squadra e la conferma in formazione di uomini fuori forma. Heriberto Herrera sostiene che il football moderno è la partecipazione collettiva alla difesa quando l'iniziativa è degli avversari, e l'identica partecipazione di tutti all'attacco quando le circostanze lo consentono. E' una teoria vaUdissima se il calcio non fosse un gioco, oppure se fosse praticato da « robot » e non da uomini. E' facile capire come un attacco in massa determini confusione, anche perché cooperano all'azione i difensori, che abitualmente non sono capaci nel palleggio stretto e nella rapidità del tiro. Così di norma vengono a trovarsi in condizione di fare goal i meno bravi, perché gli abili sono ferreamente controllati. E' successo anche a Francoforte: Benetti, Salvadore e Leoncini hanno avuto « pallegoals », mai invece capitate ad Haller o ad Anastasi. Questo sistema di gioco annulla, o almeno riduce la personalità dei campioni. Anche per tale motivo Haller ed Anastasi tardano a trovare la giusta posizione. Haller proprio a Francoforte ha dichiarato: « Sono contento delle mie condizioni fisiche. Mi sento a posto, ma devo anche ammettere che non sono ancora entrato nel gioco collettivo di Heriberto Herrera ». La frase è stata incisa su nastro da un radiocronista italiano e non potrà essere smentita. Non sappiamo se Haller, che a Francoforte ha disputato la più bplla partita da quando è alla Juventus, abbia dichiarato questo per l'amarezza della sconfitta oppure per lo sconforto di dover constatare le difficoltà o addirittura l'impossibilità di « capire » il movimento herreriano. Rimane l'ultimo argomento in discussione: la conferma in squadra di uomini fuori forma. Ed ora, finita l'avventura della Coppa delle Fiere, i bianconeri devono pensare al campionato, devono recuperare i tre punti che li distanziano dal Milan. Una vigorosa ripresa nel torneo italiano potrebbe compensare i tifosi delle amarezze assaporate nella Coppa. I giocatori sono rientrati, dopo un comodo viaggio in aereo Francoforte-Milano-Torino per ripartire subito alla volta di Villar Perosa in ritiro collegiale in attesa della gara con il Pisa. Sarà un incontro importante e difficile. Importante per la classifica e difficile perché i toscani giocano allo stesso modo dei tedeschi dell'Eintracht, con una difesa strettissima e con volanti veloci contropiede. E' quasi impossibile che possa giocare Castano, affaticato dai 120 minuti disputati giovedì sera. Il « capitano » lamenta una leggera distrazione muscolare. Pasetti terzino e Roveta libero autorizzano un certo ottimismo. Haller è stanco ma dovrebbe giocare. Si parla anche del recupero di Favalli, mentre sembra proibito nutrire speranze per Del Sol e Sacco. Del Sol, Sacco e Castano sono fermi per stiramenti muscolari. Giulio Accatino 4 Il difensore juventino Roveta, a destra, sarà confermato anche domani contro il Pisa

Luoghi citati: Francoforte, Milano, Torino, Villar Perosa