John Kennedy ricordato senza retorica di Mario Ciriello

John Kennedy ricordato senza retorica Cinque anni fa il Presidente cadeva ucciso a Dallas John Kennedy ricordato senza retorica Trentamila americani (soprattutto negri e giovani) sono affluiti al sepolcro del «cimitero degli eroi» ad Arlington - Primo fra tutti il senatore Edward, unico superstite dei fratelli Kennedy (anche Bob riposa nello stesso cimitero) - Jacqueline non c'era Finora hanno reso omaggio al grande Presidente assassinato 24 milioni di persone; oggi la media è di 10 mila al giorno (Dal nostro inviato speciale) Washington, 22 novembre. Il 22 novembre di cinque anni fa — era un venerdì anche allora — John F. Kennedy cadeva assassinato a Dallas. Oggi, l'America lo ha ricordato con dignitosa compostezza, senza retorica, senza teatralità. Come in Inghilterra, anche negli Stati Uniti queste tragedie nazionali sono rievocate più con piccoli, ma significativi, gesti che con solenni cerimonie ufficiali. Qualche quotidiano ha pubblicato poche righe di commento. Uno dice: «I ricordi non hanno parole ». John Kennedy riposa nel «Cimitero degli eroi» ad Arlington sulla sponda occidentale del Potomac, il fiume di Washington. Lì, sotto quella stessa terra, giace il fratello Robert. In questi cinque anni, circa 24 milioni di persone hanno visitato la tomba del presidente assassinato. La media è adesso di 10.000 persone al giorno, ma oggi circa 30.000 sono affluite, in mesto pellegrinaggio, al sepolcro di Arlington. Molti i gióvani, molti i negri. Era una giornata meravigliosa, quasi primaverile. L'aria tiepida e frizzante, il cielo azzurrissimo. Il primo a giungere ad Arlington, quando i cancelli erano ancora chiusi, è stato l'unico sopravvissuto dei fratelli Kennedy, Edward. Erano le 7 del mattino. Il giovane senatore del Massachusetts (36 anni) era accompagnato dalla moglie Joan, da due dei tre figli e da quattro dei 10 figli di Bob Kennedy. All'entrata del cimitero numerosissimi i giornalisti e i fotografi. Ma, per comune accordo, non hanno seguito la famiglia Kennedy, hanno rispettato il loro desiderio, neppure espresso, di privacy. «Vi ringrazio per la vòstra comprensione », ha detto Edward. I bambini lasciavano sulla tomba rose bianche, rose rosse e crisantemi. La stessa malinconica scena s'era svolta mercoledì, quando Edward Kennedy aveva percorso i prati di Arlington per deporre un mazzo di fiori sulla tomba di Bob. Altra triste ricorrenza. Non fosse stato ucciso in giugno da un arabo giordano, Robert Kennedy avrebbe compiuto tre giorni fa 43 anni. «Passiamo la nostra vita piangendo chi ci lascia» ha detto, qualche giorno fa, l'ancora energica Rose Kennedy, l'anziana madre. Anche per lei è stata una settimana di angosciosi ricordi. Ha assistito a messe, ha pregato, ha cercato conforto nelle visite di nipoti e nipotini. Alle undici in punto, due ufficiali deponevano sulla tomba di John Kennedy una corona del presidente Johnson. Sulla semplicissima ghirlanda — di fiori rossi, bianchi e blu — due sole parole «The President», il Presidente. La corona era stata affidata al colonnello Hugh Robinson, assistente militare di Johnson, e al colonnello Robert Clark, capo dell'« ufficio protocollo » della zona militare di Washington. I due ufficiali si scoprivano il capo, scattavano sull'attenti, restavano in silenzio per circa un minuto. Un'ora più tardi, giungeva ad Arlington la signora Auchincloss, la madre di Jacqueline Kennedy Onassis. La signora Onassis, a New York da lunedì, non è venuta a Washington. Ha ricordato la tragica data, sola, con i due bambini, in una piccola casa, affittata per un breve periodo, a Peapack, New Jersey. Non sembra che abbia assistito a servizi religiosi. Mercoledì, aveva fatto celebrare una messa privata per Bob Kennedy, nella chiesa di Saint Thomas More, vicino al suo appartamento newyorchese; e aveva pregato, quasi sola, nel tempio. Nel tardo pomeriggio di ieri — indignata dal tentativo di alcuni cronisti di penetrare nella scuola di John e Caroline — prese i due bambini e partì per Peapack. La casa è protetta da vari agenti. Onassis dovrebbe arrivare domani. A un servizio religioso, a New York, hanno invece assistito le due sorelle di Kennedy, la signora Lawford e la signora Smith. Il giornale della sera di Washington, l'Evening Star, rammenta, in un delicato articoletto, non tanto la politica dei Kennedy quanto la loro « gaiezza »: « John e Bob prendevano sul serio la vita e la politica. Ma non meno profondo era il loro humour. Oggi, non si sente più ridere alla Casa Bianca. La serietà, la noia aumentano la nostalgia di quei due fratelli irlandesi, pieni di spirito, di vita». Mario Ciriello La tomba ad Arlington meta di ininterrotto pellegrinaggio nell'anniversario della morte di Kennedy (Tel. UPI)