Angoscia nei campi dell'alta Langa colpiti in un anno da tre calamità di Francesco Fornari

Angoscia nei campi dell'alta Langa colpiti in un anno da tre calamità A marzo il gelo, In estate la grandine/ poi l'alluvione Angoscia nei campi dell'alta Langa colpiti in un anno da tre calamità Ora gli agricoltori, sfiduciati, non sanno come affrontare i rigori dell'inverno - A Mango, . Treiso, Canio, Bene vello, Sale S. Giovanni e Mombarcaro le vigne sono state distrutte, il raccolto perduto, i magazzini svuotati - A questi Comuni colpiti abbiamo portato 3 milioni e mezzo (Dal nostro inviato speciale) Alba, 21 novembre. Tre calamità si sono ab battute quest'anno sui contadini dell'Alta Langa: a mar20 il gelo ha rovinato il raccolto del frumento; la grandine ad agosto ha arrecato gravi danni ai vigneti e la vendemmia è stata scarsa; le recenti piogge hanno causato allagamenti e frane: parecchi campì sono ancora sepolti sotto un manto di fango, ghiaia e detriti; molti vigneti, piantati sui ripidi fianchi delle colline, sono stati travolti dalle frane e non ne rimane più traccia. I paesi dell'Alta Langa, la cui economia è basata essenzialmente sull'agricoltura, sono in fermento. I contadini, sfiduciati, continuano a riempire moduli per ottenere gli aiuti promessi dallo Stato ma i loro magazzini sono vuoti, e non sanno come affrontare i rigori dell'inverno. Anche ti raccolto di frumento dell'anno prossimo è compromesso: in parecchi casi le sementi sono state trascinate vìa dalla piena dei torrenti, in altri il terreno, sconvolto dalle frane, è attraversato da crepe. La terra è smossa: troppo tardi per riparare i danni arrecati dal maltempo, bisogna aspettare che passi l'inverno. Ma cosa accadrà in primavera? Cosa nascerà dalla terra sconvolta? Cosa è rimasto delle semine? Quanto si è salvato? Sono questi interrogativi che turbano i sonni dei contadini dell'Alta Langa. Il sindaco di Mango, dottor Annibale De Piero, si è fatto portavoce della loro angoscia: «Decine di ettari seminati a grano devastati, vigneti distrutti. Purtroppo i contadini hanno la netta impressione che si vogliano sottovalutare i danni arrecati all'agricoltura ». La gente dell'Alta Langa è povera. L'agricoltura è frazionata in piccole aziende: ogni contadino ha tre o quattro giornate di terreno, se una di queste viene danneggiata, o addirittura asportata, subisce un danno considerevole. La terra diventa ogni anno più arida di frutti. E' difficile coltivare campi ricavati sugli erti pendii delle colline: sovente bisogna ricorrere al lavoro manuale, perché le macchine non possono inerpicarsi per quei sentieri. I contadini lavorano dall'alba al tramonto, dissodano il terreno, costruiscono argini, scavano trincee per riparare i loro campi. Dice il segretario comunale di Mango, Giuseppe Vivaldi: «Ad agosto la grandine ha provocato danni ingenti: parecchi contadini hanno perso tutto il raccolto. Purtroppo il nostro comune, e parecchi altri vicini, non sono stati incitisi nell'elenco di quelli danneggiati e i contadini non potranno beneficiare degli aiuti previsti dalla legge. Adesso, dopo l'alluvione, le frane e tutto il resto, la loro situazione è ancora peggiorata ». Particolarmente grave la situazione di quei contadini che avevano impiantato vigneti, sovente ricorrendo a prestiti onerosi, fidando nei rimborsi e negli aiuti previsti dal «Piano Verde». Proprio in questo periodo si iniziano i collaudi da parte dell'Ispettorato dell'Agricoltura per controllare le nuove colture. Molti di loro, però, non sono più in grado di presentarle: i vigneti sono scomparsi, distrutti dalle frane, e adesso i contadini temono di perdere il diritto ai rimborsi. Al sindaco di Mango abbiamo consegnato un milione, in aggiunta alle 600 mila lire portate in precedenza. Sarà distribuito fra i contadini che hanno avuto i danni maggiori. Mezzo milione ciascuno abbiamo portato ai comuni di Treiso, Como, Benedetto, Sale San Giovanni e Mombarcaro. Era tarda sera quando abbiamo raggiunto quest'ultimo centro, il più alto di tutti, a circa 900 metri. Nel paese, stretto attorno ai resti del vecchio castello costruito nel 1300, abbiamo parlato col segretario comu¬ nale Augusto Moretti. « Bastano poche parole per riassumere i danni causati dal maltempo: i pochi vigneti sono stati distrutti dalle frane, i campi coltivati a frumento sono devastati, attraversati da solchi profondi. Occorreranno mesi di lavoro per spianarli, poi bisognerà aspettare l'epoca per le nuove semine. Qui a Mombarcaro la gente vive soltanto dei proventi dell'agricoltura. Non hanno altre fonti di reddito e quest'anno hanno perso tutto. Prima il gelo, poi la grandine, adesso la pioggia e le frane ». Il sindaco di Sale San Giovanni, Costantino Sito, è appena tornato dai campi quando lo avviciniamo in municipio. « Andiamo a lavorare più per abitudine che per altro. Non possiamo fare nulla, ormai il raccolto è andato. Non c'è campo che non abbia subito danni. La notte del nubifragio sono stato svegliato dal rumore della pioggia. Sembrava la fine del mondo: la terra franava, l'intero paese sembrava percorso da un fremito: i muri delle case vibravano. Poi all'alba, quando siamo usciti per controllare i danni, quasi non riconoscevamo i nostri campi. Dove prima c'erano filari di viti, era rimasta una brulla distesa di melma. Nulla si è salvato» Francesco Fornari

Persone citate: Annibale De Piero, Augusto Moretti, Canio, Costantino Sito, Giuseppe Vivaldi, Sale S. Giovanni