Ore difficili per la scuola

Ore difficili per la scuola In agitazione 27 scuole medie superiori e tre Facoltà Ore difficili per la scuola Ieri mattina altri scontri tra dimostranti e forza pubblica : un arresto, 13 fermi, dieci denunce; due feriti, 8 medicati, decine di contusi - Occupate le facoltà di Magistero e di Architettura - Al Politecnico : lezioni sospese a tempo indeterminato - I professori del Castellamonte chiedono «aule di riunione degli allievi, per non esporli ulteriormente a pericoli di disordini, con gravi conseguenze anche per la loro incolumità» Martedì la protesta studentesca ha interessato 22 istituti tecnici, professionali, magistrali e licei. Ieri si è allargata a 27 scuole medie superiori e si è collegata con l'Università: le facoltà di Magistero e di Architettura sono occupate; lezioni sospese a tempo indeterminato al Politecnico. Anche ieri si sono avuti scontri e parapiglia. Questo il bilancio: un arresto; tredici fermi una decina di denunce per raduno sedizioso. Due feriti, altri otto medicati negli ospedali, imprecisati i contusi. La mattinata ha avuto inizio con i picchetti degli studenti davanti a parecchie scuole; in alcune si sono svolte le lezioni, in altre gli astenuti hanno raggiunto il 90 per cento; in altre ancora gli allievi si sono riuniti in « assemblea permanente» e a gruppi hanno discusso nelle classi i problemi del rinnovamento scolastico. Così al D'Azeglio, dove, a mezzogiorno si è deciso di continuare l'agitazione. Verso le 10 gli studenti confluiscono in piazza Carlo Alberto. Sono diecimila: proseguono verso la facoltà di Architettura, al Valentino. Davanti ai cancelli ci sono cordoni di carabinieri, senza elmetto né mitra; più lontano sostano rinforzi di polizia. Proibito l'ingresso nella facoltà. Ad Architettura, com'è noto, le lezioni sono riprese lunedì, secondo i vecchi programmi e tra la delusione degli iscritti che hanno espresso il loro scontento tracciando scritte sui muri. Martedì il preside ha chiuso le porte, che si sono riaperte da appena un'ora: gli studenti stanno tenendo assemblea. Quando sentono i clamori, irrompono sulle terrazze, gridano ai colleghi più giovani « Entrate, uniamo le forze ». * * A questo punto piovono dall'alto cubetti di porfido e 1 carabinieri caricano. La folla ondeggia, poi si ricompone; seconda carica. Volano pietre e bottiglie, alcune infrangono i vetri al camion della polizia, un sasso colpisce la guardia Giovanni Visone e gli fa cadere un dente. I carabinieri avvolgono le catenelle delle manette al pugno e inseguono 1 manifestanti per corso Marconi. Davanti alla succursale del Segrè, In via Lombroso, altri scontri, cariche, lanci di oggetti. La situazione a mezzogiorno. Al S. Giovanni sono stati medicati due carabinieri, Erminio Michelui, guaribile in 8 giorni e Fiorenzo Canaveslo, 5 giorni; lo studente Ubaldo Radaelli, 5 giorni. E' ricoverato, guaribile In 8 giorni, lo studente del liceo artistico Fiero Sassi. Alle Molinette hanno fatto ricorso gli studenti Dario Noè, prognosi 11 giorni e Claudio Cervesato, ferito alla fronte e alla nuca: ricoverato, guarirà in 15 giorni. Sono stati inoltre medicati: 11 dott. Giuseppe De Mattia, commissario dl-Fs, 4 giorni; Giovanni Visone, agente, 10 giorni; Augusto De Nadai, agente, un giorno. Al Maria Vittoria è stato accompagnato 11 sedicenne Vincenzo Minischetti, 7 giorni. Dal pronto soccorso viene trasferito in questura. Sul luogo dei tumulti è stato arrestato per oltraggio lo studente Fausto Bottai, 19 anni. La polizia ha eseguito parecchi fermi. Due parlamentari comunisti si re¬ cano dal questore a chiederne 11 rilascio. Il dott. Guida risponde: « Non posso promettere nulla. La loro posizione sarà vagliata più benevolmente se le dimostrazioni torneranno su un binario democratico ». E' quanto succede nel pomeriggio: le manifestazioni si susseguono, ma nessuna violenza. Ore 12,30. La facoltà di Magistero, nel nuovo palazzo delle Facoltà umanistiche, è occupata. Sospesa ogni attività didattica « di fronte alla totale carenza degli organi di governo riguardo alla crisi della Facoltà, e in attesa delle decisioni del Consiglio dei professori». Ore 15. Un miglialo di studenti medi si raccolgono In piazza Carlo Alberto. Parte tiene assemblea alla Camera del Lavoro; 11 grosso si dirige in corteo chiassoso al nuovo collegio universitario di via delle Rosine. Dopo una confusa riunione, tutti in via Sant'Ottavio. Ma la polizia sbarra gli ingressi. Soltanto gli universitari possono entrare per unirsi al colleghi che occupano 11 magistero. Nel comunicato diffuso dal Movimento studentesco alla fine dell'assemblea degli occupanti si dichiara: « La mancata abolizione dell'esame di concorso per l'ammissione ci lascia in una situazione insostenibile; a questo si aggiunge il disagio che gli studenti trovano nell'Università e nella scuola ». Gli studenti si rifiutano di « frequentare una Facoltà in cui non sanno neppure se sono iscritti ». Il rettore prof. Allara risponde con un avviso: « Nell'attesa delle norme ministeriali a partire da oggi la segreteria è au- torizzata ad accettare le domande d'iscrizione al primo anno dei corsi di magistero ». Malgrado ciò, l'occupazione prosegue. Assemblee anche ad Architettu¬ ra per dichiarare l'occupazione della Facoltà « In seguito alla grave aggressione poliziesca attuata in questi giorni nel confronti degli studenti medi e all'inti¬ midazione nei confronti degli studenti di Architettura contro il diritto stabilito dall'assemblea generale, fin dal marzo scorso, di mettere la sede della Facoltà a disposizione di tutto il Movimento studentesco, medio e universitario ». Al Politecnico assemblea generale. Anche qui si decide di sospendere l'attività didattica a tempo indeterminato e si istituiscono « assemblee libere, destinate a fornire il nuovo corso di studi completamente riveduto ». In serata si apprende che all'Avogadro e al Sommeiller si va verso la normalità. I professori di lettere del Castellamonte votano un documento. D'accordo con gli studenti che sollecitano aule per riunirsi In assemblea fuori delle ore di lezione «incitano l'amministrazione provinciale e comunale, il Provveditorato e i presidi a prender&.pr/pycdimgntt in proposito » perché- è--giovani possano discutere 1 loro jf>jÒMeznl e « arrivare dal. dialogo democratico ad una concreta visióne'delle istanze civili -e sociali dei nostri giorni e della nostra scuola ». Anche per non espórre ulteriormente i ragazzi « a perìcoli di gravi disordini con tragiche conseguenze per la loro incolumità ». 1 " Gli scontri tra polizia e dimostranti ieri mattina durante la manifestazione davanti alla facoltà di Architettura

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