«Zond 6» è scesa in Russia con un nuovo sistema d'atterraggio

«Zond 6» è scesa in Russia con un nuovo sistema d'atterraggio Dopo «avere circumnavigato la Luna «Zond 6» è scesa in Russia con un nuovo sistema d'atterraggio Il rientro nell'atmosfera è avvenuto in due tempi*, con l'uso di particolari apparecchiature frenanti - L'impresa sarà presto ripetuta con un uomo a bordo dell'astronave (Dal nostro corrispondente) Mosca, 18 novembre. Zond 6 è tornata felicemente a terra ieri, in località imprecisata dell'Unione Sovietica, dopo aver circumnavigato la Luna giovedì ad una distanza dì 2420 chilometri. Lo ha confermato questa sera l'agenzia Tass, ponendo fine a un'attesa di oltre 24 ore. Per qualche tempo s'era temuto che la sonda spaziale, lanciata domenica 10 novembre, fosse andata distrutta o perduta. Zond 6 ha effettuato uno spettacolare rientro in due tempi nell'atmosfera terrestre e un perfetto « atterraggio dolce» sulla terraferma (Zond 5 era scesa sull'Oceano Indiano). La manovra, la prima del genere nella storia della esplorazione spaziale, apre ai russi le porte della Luna, Essi sono ora in grado di compierne la circumnavigazione con una sonda spaziale « abitata », cioè con uno o più uomini a bordo. Nelle prossime settimane almeno un astronauta sovietico (Titov? Bikovski?) arriverà fino al satellite terrestre, e farà ritorno a terra. L'esperimento dì Zond 6 è stato molto più complesso — e, alla luce dei risultati, molto più importante — di quello di Zond 5 del settembre scorso, che per la prima volta aveva portato una sonda spaziale intorno alla Luna. Entrambe le astronavi sono infatti tornate sulla Terra alla seconda velocità cosmica (11 chilometri al secondo). Ma Zond 5 a durante la fase di frenaggio aerodinamico all'ingresso nell'atmosfera ha seguito una traiettoria balistica » (s'è infilata cioè come un obice in un « corridoio » di 13 Km., scendendo lungo di esso) e successivamente è stata frenata «mediante un sistema di paracadute ». Zond 6, invece, ha effettuato « una discesa controllata » in due tempi: s'è immessa una prima volta nell'atmosfera, riducendo la sua velocità a 7,6 chilometri al secondo; poi ne è uscita tornando temporaneamente nello spazio sovrastante (cioè sulla traiettoria balistica appena percorsa); e infine ne è rientrata per la fase conclusiva della « discesa controllata ». Nell'ultima parte del volo, di fatto, Zond 6 si è comportata come la Soyuz 3 di Beregovoi, che aveva orbitato intorno alla Terra dal 26 al 30 ottobre. Entrambe le astronavi infatti sono riuscite «ad atterrare nella località prestabilita con minor sovrappeso e maggior precisione » delle altre. Si è ridotto quindi il pericolo di gravi danni ai cosmonauti a causa del calore e della decelerazione conseguente alla velocità con cui il veicolo attraversa l'atmosfera terrestre. Non è escluso che Zond 6 e Soyuz 3 siano praticamente eguali. Il comunicato della Tass è formulato in modo tale da far pensare che anche la sonda spaziale abbia più scompartimenti, come la capsula di Beregovoi, e che solo uno di essi, in futuro con l'equipaggio, torni a terra. E' probabile altresì, sebbe¬ ne il comunicato non ne faccia cenno, che Zond 6 avesse a bordo esseri viventi: non rettili o insetti come le tartarughe e le mosche delle viti dì Zond 5, ma cani o scimmie. Se così fosse, anche gli effetti delle radiazioni spaziali, il secondo pericolo in questo tipo dì viaggi in cui manca la protezione del campo magnetico terrestre, che agisce come uno scudo nei confronti delle radiazioni stesse, potrebbero essere valutate appieno, e diminuite o addirittura sconfitte. Già Soyuz 3, secondo le dichiarazioni dello stesso Beregovoi, era andata in orbita in una fase di « sole attivo », cioè quando l'intensità delle radiazioni è molto superiore al normale. Protetta da speciali ritrovati chimici, dentro e fuori, essa aveva resistito egregiamente. E' certo che con l'impresa di Zond 6 la tecnica sovietica ha raggiunto un avanzatissimo stadio di sviluppo. Manovrare a proprio piacimento una sonda spaziale con ogni probabilità di enormi dimensioni, che « cade » a una velocità di 40 mila chilometri all'ora dalla Luna, e che per il minimo sbaglio potrebbe « scivolare » e mettersi in orbita intorno al Sole, o sfracellarsi a Terra, è un'impresa che dieci anni fa sarebbe stata non soltanto inattuabile ma neppure pensabile. e. c.

Persone citate: Titov

Luoghi citati: Mosca, Russia, Unione Sovietica